La Piuma Magica

Nella Terra delle Fate, dove i raggi di luna danzano sempre sui fiori, viveva una dolce piccola fata di nome Flora. Proprio in questo momento, mentre vola qua e là, le sue ali argentate brillano nella luce dorata del sole al tramonto. È una cosa deliziosa, vestita con un abito verde e bianco fatto di foglie e fiori, mentre i suoi capelli sono cinti di violette e margherite. Anche i fiori la adorano, perché lei dona loro luce, aria e rugiada, e li aiuta in ogni modo possibile. Ma oh! cos’è quella brutta cosa nera che giace accanto a lei sulla rugiada? Oh, è una piuma magica, lunga dieci volte il corpo di Flora, creata da una fata malvagia di nome Delecta per fare il suo lavoro malvagio nella Terra delle Fate. Se mai, oh! se mai quella piuma si posa su un rametto di vite o di rose, seguiranno doppi guai.

“Fai in fretta, Flora!” grida un uccellino, saltellando su un ramo vicino, con un canto penetrante; “fai in fretta! Sei diventata troppo vanitosa in tutta la Terra delle Fate. Nessuno è così concepito come te. Il tuo arrivo incanta piante e fiori. Pensi di poter volare un po’ più a ovest?”

“Ci sto andando,” risponde. “Che orribile cosa da dire! Cosa potrebbe fare una bella coccinella, o un bug verde come me, senza fiori? Loro hanno sparso petali di rosa nel mio cammino, e i bambini mi chiamano la loro buona fata. Se non mi prendo cura dei fiori, per quanto posso, chi lo farà? Il buon Dio mi ha fatto una fata, e non dovrei mai pensare di agire contro la sua volontà. Dovrei, madre?”

Flora guardò verso alcune nuvole che passavano lentamente nel cielo, mentre la vecchia madre sospirava. Non era mai stata così, battendo via come un uccello. “Beh, corri dopo le nuvole, piccola noiosa,” disse, mentre di nuovo scosse leggermente le ali di Flora. “Vediamo se riesci a intraprendere un lungo viaggio senza riposarti, dato che dubito che ci riuscirai.”

“No, non ci riuscirei,” rispose Flora, lasciando cadere la sua imponente cresta. “Ci andrò domani.”

La luna brillava durante la notte, e all’alba presto Flora era già via. Volò e volò, ma dopo un po’ si sentì molto stanca. “Oh, caro! oh, caro!” sospirò; “il mondo è così grande. Comincio a pensare di tornare indietro. Cambiamento, prendimi di nuovo tra le tue braccia e riportami indietro, o morirò. Oppure, madre, vieni qui con la mia piuma magica.”

Ora devi sapere che Cambiamento e sua madre erano veri amici, solo che vivevano ai due lati della siepe. Ciò che intendo è che ogni mattina Cambiamento continuava a muovere le sue ali di farfalla, e diceva in inglese ciò che Cambiamento avrebbe voluto non aver mai detto o chiesto a se stesso.

La madre e Cambiamento quindi si avvicinarono a Flora con la sua piuma tra loro. “Beh, ipocrita!” sospirò la madre, sempre seria riguardo ai suoi affari, “chi ti ha impedito di tornare a casa ieri sera? Ma vedo che è del tutto inappropriato dimenticare se stessi all’estero. Cambiamento, prendimi di nuovo tra le tue braccia e riportami indietro, o morirò.”

“Nessuno mi ha ostacolato,” rispose Flora; “ma ho imparato a conoscermi meglio. Essere stanco e cinese è Diaspera, molto dispiaciuta, comunque, di averti procurato alcun disagio. Non preoccuparti!”

Il buon Cambiamento sorrise. “Vorresti, anche tu, avvicinarti un po’ di più, madama?” disse, sempre cortese. Così vicino all’atmosfera di entrambi, Padre Amico e Madre Cielo, Cambiamento non si era mai avvicinato tanto.

“Grazie per l’offerta, Signora Cambiamento, ma posso alzarmi da sola, per non parlare di lei. Madre, voglio indietro Flora!”

Allora Flora volò proprio accanto a Madre e Cambiamento, e succhiò un po’ di miele attraverso un delicato succhiatore che porta nel suo tronco. “Ecco!” disse. Girò intorno a Cambiamento, sempre così assidua. “Molto bello! Molto adatto!” disse Cambiamento. “Per favore, hai qualche fiore corrispondente a casa tua?”

“Fiore!” esclamò Flora. Cambiamento immediatamente le tese la sua piuma. Qualunque cosa Flora potesse aver desiderato dalla madre in una così brutta giornata poteva essere ottenuta in anticipo. I fiori mandarono miele per Flora, che con gentilezza fu rimandata a casa con mezzo giardino del suo fratellino. Ma Flora a malapena, oltre a questo, ebbe tempo per una parrucca alla moda o due.

Le lacrime della madre furono asciugate ancora una volta. “Ora, non stare a lungo, mia piccola. Solo permetti a Cambiamento di portarti un po’ qui.”

Flora disse ben poco. Cambiamento non disse nient’altro se non quello che disse per congratularsi: che viaggio di successo aveva avuto Flora, e il piacere di tali alberi e fiori, era stato assegnato alla nota proxy-piede - del tutto gratificante! Quando Cambiamento si congedò, Madre e Flora si abbracciarono con le loro ali. Erano diventate davvero amiche complete. Cambiamento ora era la madre, e Flora era ora la sua piccola amica. Quella era da quel momento in poi l’unica differenza tra di loro!

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