C’era una volta, in un prato soleggiato, un piccolo albero di nome Bella. Era arrivata la primavera, gli uccelli cantavano e i fiori sbocciavano. Ma Bella, l’albero, si sentiva stranamente triste.
Bella ammirava sempre come i fiori danzassero così liberamente nella dolce e calda brezza. Ondecciavano da un lato all’altro, girando i loro vivaci colori con gioia. “Come vorrei poter ballare così!” pensò Bella. “Ma ahimè, non posso; sono troppo radicata al suolo.”
Sentendo questo, un delizioso ranuncolo, più alto dei fiori intorno a lui e quindi un posto preferito per molti insetti, si chinò e sussurrò: “Che idea sciocca! Guarda il tuo bel vestito verde e i tuoi morbidi capelli castani. Basta ondeggiare in un verso e nell’altro e seguire la dolce musica del vento. È così che tutti i fiori imparano a ballare.”
“Oh, voglio davvero provare,” rispose Bella. “Ma sembra così difficile farlo.”
“No,” disse il ranuncolo. “È facile quando ci si abitua, ma ci vuole tempo per imparare. Puoi cominciare ora.”
E tutti i piccoli insetti nel ranuncolo cantarono: “Basta ondeggiare in un verso e nell’altro, Questa è la maniera di ballare!”
Poi Bella provò ad ondeggiare, ma i suoi rami rimasero fermi. Bella si sentì più triste che mai.
Un giorno, poco dopo, la sua amica la rosa venne a trovare Bella e disse: “Oh, povero piccolo albero, come sei triste! Perché non ti alzi e ti tieni dritto con orgoglio?”
“Lo farei se potessi,” sospirò Bella.
“Puoi!” rispose la sua amica. “Io canterò mentre tu ti tieni dritta il più possibile.”
Allora tutti i bei fiori intorno si unirono e cantarono: “Stai dritto e in piedi, Non chinare la testa; E presto sarai felice, Piccolo albero, ora triste.”
Ma Bella sospirò e mormorò: “Oh, se potessi ballare, se potessi ballare sarei così felice!”
“È quello che dovresti sempre dire,” cantarono gli uccelli. “Prega per ciò che vuoi, e potresti ottenerlo. Basta desiderarlo intensamente e sperarlo.”
Ma Bella temeva molto che le sue radici l’avrebbero sempre tenuta ferma.
Una notte, dopo una giornata luminosa, il gentile vento soffiò dolcemente sopra colline e pianure, sopra foreste e prati. Splendeva nelle acque del lago vicino, e nelle ore notturne vagava per le strade della città, passando così silenziosamente che nessuno sentiva il suo avvicinarsi. La piccola Bella sentì la mano morbida del vento giocare con le sue foglie.
“Chi mi muove?” disse. “Non è né la rosa, né il ranuncolo, né gli uccelli.”
“Potrebbe essere la brezza che spesso sentiamo cantare intorno a noi in estate?” dissero i fiori.
Ma Bella non chiedeva di sapere, perché sentiva il vento premere delicatamente contro i suoi rami e muoverla avanti e indietro e avanti e indietro.
“Ora posso ondeggiare da un lato all’altro, e ballerò,” pensò felice il piccolo albero. E infatti ballò: prima in avanti, poi indietro, e poi di lato.
“Farò del mio meglio,” ora sospirò Bella. Si chinò in avanti, poi si raddrizzò, e offrì i suoi teneri rami castani alla gentile mano dell’aria.
Ora le stelle sopra videro ciò che il piccolo albero stava facendo e iniziarono a ballare anche loro. Ogni stella luminosa aprì ampi i suoi occhi scintillanti e guardò in basso per osservare le nuvole che si muovevano nel cielo.
“Cosa c’è che non va nel mondo oggi?” sussurrò il vento. “È un giorno di festa senza che io lo sappia?”
E cantò una dolce melodia, felice di essere stato il primo a mettere in movimento i fiori, il piccolo albero e le stelle.