C’era una volta, in una giornata di sole, una rana curiosa che guardava dal fondo dello stagno e vedeva una rondine volare sopra di essa e si chiedeva: “Cosa ci sarà lassù sopra di me?”
Proprio in quel momento una farfalla arrivò svolazzando e si fermò su una foglia di ninfea vicino alla rana.
“Per favore, amica mia,” disse la rana alla farfalla, “chi è quello che vola sopra di noi?”
“Oh,” disse la farfalla, “quella è una rondine, ma per favore non chiedermi domande. Ho fretta.” E volò via.
“Per favore, amica mia,” disse la rana alla farfalla, “chi è quello che vola sopra di noi?”
“Oh,” disse la farfalla, “quella è una rondine, ma per favore non chiedermi domande. Ho fretta.” E volò via.
Mentre la rana continuava a guardare in alto, un’ape si posò sulla stessa foglia di ninfea.
“Per favore, amica mia,” disse la rana all’ape, “chi è quello che vola sopra di noi?”
“Quella è una rondine,” disse l’ape, “ma non ha senso farmi domande, perché sono molto impegnata.” E volò via.
Un attimo dopo la rondine volò giù fino al bordo dello stagno, bevve un po’ d’acqua e poi si posò su un ramo che pendeva sopra l’acqua.
“Come stai?” disse la rana. “Cosa c’è nel cielo dove vivi sempre; e se qualcuno scende qui per chiederti, chi dici che vive lassù?”
“Beh, gli animali e le persone, certo,” disse la rondine, “e molte altre meravigliose cose.”
“Non vorresti portare i miei migliori saluti a loro e dire loro che posso sentirli parlare ogni volta che vengono al bordo dell’acqua a bere?” disse la rana.
“Mi dispiacerebbe andare così lontano,” disse la rondine; e volò su nel cielo; e poi la rana ricominciò a guardare e ascoltare.
“Vorrei sapere cosa fanno lassù tutto il giorno,” disse la rana. “E perché non posso andarci anch’io? Andrei fin dove il lungo stelo della ninfea mi porterà.”
Così salì; ma quando arrivò lì, il posto sembrava tutto vuoto e desolato.
“È una bella storia quella che mi hai raccontato,” disse una giovane signora, con una dolce voce; “ma se mai verrai qui con il nostro permesso, vedrai che tutti gli animali sono occupati a lavorare: alcuni arano, alcuni seminano, alcuni falciano, alcuni mietono; e le persone filano qui e là; e il mondo intero è impegnato. E quello è ciò che fanno tutti quelli che sono qui. Non restano fermi come te e i tuoi amici.”
Allora la rana non disse più nulla, ma tornò sul fondo dello stagno; e la rondine tornò al suo nido.
Ma la sera, quando il sole stava tramontando, volò di nuovo verso il bordo dello stagno e disse: “Non ho tempo per dirti, amico mio, riguardo alla vista meravigliosa lassù; ma devi venire a vederla, perché è molto piacevole vedere tutte le creature di Dio che lavorano.”
“Mi piacerebbe di più se non passassero così tanto tempo a guardare la mia casa e a parlare del mio andare su per uno stelo di ninfea.” Ma la rondine volò via, e la rana rimase così sciocca sotto l’acqua con la bocca spalancata e gli occhi semichiusi.
Alla fine la rondine tornò di nuovo, e le chiese: “Perché continuano a guardare la mia casa?”
“Bene,” disse la rondine, “alcuni dicono che è perché pensano sia troppo piccola; ma io penso sia perché si chiedono come tu possa stare così a lungo con la bocca aperta.”
Allora la rana si tuffò di nuovo nel fondo dello stagno, e sospirò e disse: “Non vale la pena che qualcuno porti i miei migliori saluti in alto. Anche i nostri incontri qui sotto non sarebbero gli stessi senza di noi.”
Ma la mattina seguente la rondine volò verso lo stagno e disse: “Rana, rana, lascia la tua casa questa sera e vieni a vedere il sole tramontare sulla montagna.”
“Come puoi pensare a una cosa del genere?” disse la rana.
“Apri semplicemente la bocca e il ruscello ti porterà così lontano. Quindi arrivederci.” Così arrivederci disse la rondine.
“Sì, ma arrivederci a te se resti a casa con il tuo migliore pensiero a tuo agio,” disse la rana.
Così, rana, rana, disse il Penso, non fidarti mai di una rondine; ma lei tornò di nuovo, mentre il sole stava appena tramontando, e disse: “Dimmi, rana, com’è il tempo nel tuo paese?”
“Cosa ti importa del tempo che fa qui?” disse la rana; “sta per piovere di nuovo?”
“Oh cielo, questi vecchi pesci non sanno come galleggiare fino alla cima della montagna da soli! No, ma stanno a giacere e dormire.”
“Bene, dimmi, rana, se pioverà, e quando non pioverà più? Devo andare a riprendere mio marito dalla cima della montagna.”
“Uo, uo,” disse la moglie del pesce, e scese dal vecchio “Cielo.” “Può ci sia un posto in tutto il mondo così caldo dove ci sono parecchi sandali piccoli, ma grandi, dove sono disperse per tutto ciò che ha un lavoro da fare?”
“Tu stai riempiendoti di piccoli come i pesci che a casa dormono” disse la bella rondine.
“Che mio marito venga e triti la saggezza delle Acque Sacre e la porti a casa,” disse lei, e né peggio né meglio.
E tutto andò esattamente come disse la moglie dei pesci. “Quando una persona è a mezzo il cimitero, tutte le cose vengono tagliate via da lui così completamente che si può sapere anche il meglio che deve venire a prendere la persona anche quando viene presa,” disse la moglie dei pesci e l’antico Acqua Sacra, che era lì a fare rumore lontano e vicino.
E poi i pesci andarono a dormire.