In un luminoso e soleggiato pomeriggio, io, Zoe la Zebra, iniziai un’avventura che mi avrebbe portato più in profondità nella giungla di quanto non avessi mai fatto prima. Strisciavo attraverso l’erba alta con l’emozione che ribolliva dentro di me. Presto, scoprii un sentiero misterioso che si snodava e girava, proprio come i sentieri tortuosi della mia mente. Puoi immaginare come si sentisse il sole battente mentre danzava sopra gli alberi della giungla e osservava le minuscole creature sottostanti?
“Oh, dove mi porterà questo sentiero?” riflettevo, lasciando volare la mia immaginazione.
Con questo, la mia piccola avventura ebbe inizio!
Mentre camminavo, mi chiedevo se avrei incontrato qualcuno che conoscevo lungo il cammino, magari una giraffa che masticava foglie o un cervo che si fermava a bere. Passai vicino a uno scoiattolo che sembrava essere alla ricerca di qualcosa di speciale.
“Hai perso qualcosa, signor Scoiattolo?” chiesi allegramente.
“Si, in effetti,” rispose, scuotendo la testolina. “Il mio ghianda sembra essere svanito.”
Con un sorriso caloroso, lo incoraggiai, “Non preoccuparti; sono sicura che riapparirà presto.” E così, continuai il mio cammino, augurandogli il meglio.
Improvvisamente, sentii un suono delizioso nelle vicinanze — che cos’era? Seguii la melodia finché non raggiunsi un luogo dove le rocce stesse nel terreno formavano una piccola cascata, che scrosciava allegramente. Sembrava come se stessero cercando di divertirmi.
“Oh, voi rocce buffe,” ridacchiai. “Non avete mai visto l’acqua prima? È qui da tanto tempo che avreste dovuto abituarvi!”
Proprio in quel momento, con mia grande sorpresa, iniziarono a cantare:
“Zoe, Zoe, attraverso la Giungla vai,
Non puoi mai sapere dove ci troverai!
Colline o Fosse, sempre vicini,
Zoe, Zoe, aspettaci qui.”
Ringraziai le rocce cantanti e proseguii il mio viaggio, sussurrando, “Vi chiamerò le Rocce Cantanti!”
Momenti dopo, mi trovai in un incantevole giardino pieno dei fiori più belli che ondeggiavano nella brezza.
“Mi chiedo se stiano ballando in celebrazione del mio arrivo?” pensai, esplodendo in una risata.
“Fiori dolci,” chiamai, “vi ringrazio così tanto per questa gioiosa esibizione. Sicuramente sapete quanto ci rendete tutti felici. E ricordate, se mai vorrete vedermi di nuovo, chiedete le indicazioni alle Rocce Cantanti.”
Proprio in quel momento, sentii una voce gentile dall’alto, “Non sarebbe molto più piacevole per entrambi andare a vederla di persona?”
Guardai in alto e vidi un vecchio amico volare nel cielo. Era un meraviglioso pappagallo che avevo spesso incontrato quando esploravo il limite della giungla. Mi sentii subito a casa e lo salutai con entusiasmo.
“Caro Pappagallo,” esclamai, “sei venuto anche tu per augurarmi buona fortuna nella mia nuova avventura?”
“Infatti, lo sono,” rispose. “Ma ho scoperto un cucciolo di elefante selvatico con uno spirito vivace nelle vicinanze che desidera molto diventare tuo amico. Quando gli dico dove sei, non sarebbe felice se tu andassi a fargli visita?”
“Oh, sì!” esclamai, saltando di gioia. “Che avventura deliziosa sarà!”
Così, il saggio Pappagallo volò intelligentemente avanti, mentre io corsi gioiosamente dietro di lui. Presto, i nostri due cuori si incontrarono in un colpo solo, perché c’era il cucciolo di elefante più grazioso che avessi mai visto. Non credendo davvero di essere arrivato, quasi danzò di gioia.
“Vieni a trovare mia madre,” esclamò, e io acconsentii volentieri.
Mentre proseguivamo, notai molte cose che non avevo mai visto prima, come l’insolita proboscide morbida dell’elefante, una tigre brontolona i cui occhi brillavano di rabbia e gli strani, fieri uccelli che tremerebbero se ti avvicinassi.
“Oh, mio amico, quanto sono grata di averti con me!” sorrisi, avvicinandomi un po’ di più all’elefante.
Poco dopo, bussammo educatamente alla porta della signora Jumbo, che fu felice di darci il benvenuto. Mi fu offerta una piacevole visita, che si trasformò in un pic-nic felice. Persino una camminata che doveva portare su una delle colline più ripide della giungla non mi stancò mai.
Finalmente, come il vecchio uomo della storia, quando ci stancammo della nostra avventura, io e il mio piccolo elefante indirizzammo i nasi verso casa, pronti a condividere con le nostre famiglie tutto il divertimento che avevamo custodito nei nostri cuori.
Oh, Avventure! Quanto aveva ragione il caro Vecchio Padre quando disse: “Portate ali ai giovani piedi e date alle giovani anime la possibilità di svolazzare.” Sempre con piacere vi fisseremo una sedia vuota, sapendo realmente che non siete mai nel mondo senza un amico!