La notte era avvolta in un blu profondo e setoso, uno che sembrava così familiare e confortante, proprio come la mia coperta preferita. Ero seduta a gambe incrociate nel mio giardino, rapita dalle stelle luccicanti che sembravano minuscoli diamanti sparsi nel cielo. Questo era il mio rituale. Ogni sera dopo cena, uscivo di soppiatto con un dolce sussurro: “Tornerò presto!” ai miei genitori che dormivano.
“Guarda, c’è la Grande Orsa!” esclamai dolcemente tra me e me, indicando la famosa costellazione. A volte sentivo come se le mie dita potessero davvero toccare le stelle e per un momento, soltanto un battito di cuore, immaginai di poter salire e danzare tra di loro.
“Sai,” dissi inclinando la testa all’indietro, “se esprimi un desiderio su una stella, potrebbe aiutare a realizzare i tuoi sogni. Forse non direttamente, ma fanno qualcosa di magico qui.” Battei il petto e sorrisi, sentendo un calore diffondersi dentro di me.
Questa sera, però, era diversa. Le stelle sembravano un po’ più fioche, la luna osservava da lontano e una strana sensazione si insinuò nel mio cuore. Con un sospiro gentile, unii le palme davanti a me, chiusi gli occhi strettamente e feci un desiderio.
“Vorrei… vorrei poter diventare una scrittrice famosa un giorno, ma e se non ne avessi la capacità?” sussurai, con la voce che tremava un po’. Il mondo sembrava pesante, come se portasse tutte le mie paure inespresse.
Proprio in quel momento, una brezza leggera passò, facendo oscillare e danzare le foglie dell’albero più vicino. “Hai sentito?” mormorai trattenendo il respiro, quasi temendo che le stelle fossero vive e potessero sentire i miei dubbi segreti. “Sapranno che penso di non essere abbastanza.”
All’improvviso, con un forte scricchiolio, il silenzio della notte fu frantumato e una risata stridente riecheggiò dalla direzione del bosco vicino a casa mia. Il mio cuore accelerò mentre guardavo le oscure silhouette degli alberi. Trattenni il respiro, non ero sicura se mi sentissi più curiosa o spaventata.
“Ah, la piccola Zara!” una voce dall’oscurità degli alberi gridò, apparentemente divertita. “Cosa le daremo stasera? Forse un orologio scintillante o un peluche molto soffice?”
“Chi… chi c’è?” balbettai, questo era il mio posto segreto, la mia fuga tranquilla, e ora sembrava invaso.
“Non importa chi siamo. È di TE che siamo preoccupati. Un desiderio su una stella? Che suono disperato! Chiop, potrebbe semplicemente volare via nel momento sospettato!” La voce fluttuava e scorreva, come acqua in un piccolo ruscello.
“Non ho ancora finito. Pensi davvero che una di loro possa aiutarmi? Voglio dire—“ La mia voce tremava, riecheggiando con dubbio, “non potrei mai essere o fare ciò che vogliono.”
“Ti preoccupi troppo!” la voce cantò con dolcezza. “Cosa farebbero le stelle con i tuoi dubbi? Pensi di non avere abbastanza luce dentro di te? Pensi di non avere niente da dire? Oh cara, ti preoccupi troppo! Parli del tuo desiderio, ma devo dire che è terribilmente prevedibile!”
Cosa? Cosa significava? La voce continuava, sempre più rilassante, persino affettuosa. “E se una delle stelle ti dicesse quale talento hai, o di cosa sei capace? Ma a cosa servirebbe se non riesci a vederlo tu stessa? Potresti fare qualsiasi cosa tu decida di fare, Zara! Qualsiasi cosa in questo mondo! Prova per un secondo a pensare a quello che ti ho appena detto. Chiudi gli occhi e immagina!”
Chiusi gli occhi, il cuore che batteva forte per la confusione e una strana sensazione di eccitazione. “Immagina che non ci sia il paradiso, Zara, immagina che non ci sia l’inferno! Questo mondo potrebbe essere una torta di compleanno di un cielo infinito e felice! So che puoi crederci, anche se non riesci a vederlo! Immagina di essere circondata da persone meravigliose, che non si rincorrono promettendo quanto siano bravi a cucinare! Affondare! restringersi in uno!”
“Restringersi in uno…,” mormorai, lasciando che le nuove idee mi inondassero. Potevo sentire qualcosa muoversi dentro di me. Potrebbe davvero essere così facile?
“Prova a immaginarti come una stella! Una stella luminosa e splendente! Brillante e scintillante! Riesci a vedere il tuo luccichio? Molto, molto leggero, piccolo e strano. Sì, pensa a quanto sei felice per tutti qui! Non sarebbe una buona idea provare a farli sentire così? Brillare in quel piccolo foro e dire: ‘Sarò la tua luce in arrivo. Ti esorterò ad accenderti! Sì, anche tu puoi brillare! Credo che tu possa e farei il tifo!’ Fino al giorno in cui, forse io, Zara, uno di voi, raccoglierò tutto il mondo sotto la mia luce scintillante, perlata, polverosa di arcobaleno. Prova a fare questo! Abbi il coraggio e la volontà! Vedrai, le stelle potrebbero anche strizzarti l’occhio di tanto in tanto!”
Una pausa. La notte era travolgente.
Non notai nemmeno quando la voce svanì e per ore fissai l’immensità, i silenziosi vortici luccicanti dell’eternità. Mi sentii stranamente ricaricata, credetti in me stessa, aprii un nuovo posto dentro il mio cuore e, sopra ogni cosa, riconobbi: anche le stelle a volte possono svuotarsi, anche le stelle a volte hanno bisogno di nutrimento.