C’era una volta un piccolo regno lontano da qui. In quel regno viveva un giovane cavaliere di nome Tommy. Andava ovunque con i suoi amici, una capra e un gufo. Tutti li chiamavano i Tre Stooges, ma non erano stupidi; erano molto intelligenti.
Ora, pare che nel regno di Tommy ci fosse qualcosa di molto brutto, e si trattava di un terribile drago che aveva il suo rifugio su una montagna sopra il regno, e ogni notte si appollaiava su una alta roccia e chiamava tutti gli uomini coraggiosi e i cavalieri a venire a combatterlo. Un giorno Tommy stava passando davanti alla casa del drago e sentì il drago che chiamava come al solito qualcuno per venire a combatterlo.
“Che vigliacco che sei!” gridò Tommy. “Se fossi grande come te, non uscirei mai durante il giorno perché avrei paura che qualcuno mi uccidesse.”
“Oh! Non ho paura, te lo assicuro,” rispose il drago. “Attento! Attento! Ecco che arriva qualcuno che ti ucciderà in un minuto!”
“Non è vero,” rispose il drago. “Vedi quell’uomo laggiù con un’ascia sulle spalle? È l’uomo che macella tutta la mia carne, e non vivevo forse di manzo arrosto tre volte al giorno? Anche a te piacerebbe, se andassi da lui.”
Ma era inutile, perché quella sera Tommy incontrò un macellaio robusto e allegro che si avvicinava con un cesto di carne sulla testa, e, ovviamente, non sarebbe stato educato dire qualcosa di più sul drago.
“Ti piace questo regno?” gli chiese Tommy.
“Sì-i-i. Ce n’è un bel po’ di lavoro,” rispose il macellaio. “Ma desidererei che quel drago orrendo si levasse di torno; mi fa affondare il cuore ogni volta che lo vedo affacciato da quella montagna, dove vive tutto solo.”
“Bene, sono appena tornato da lassù,” disse Tommy. “Perché desideri che se ne vada?”
“Perché devo farne la carne e un po’ di curry,” rispose il macellaio, “e sembra avere un’appetito senza fondo, e temo proprio di non avere abbastanza carne per soddisfarlo.”
Il povero macellaio sembrava davvero preoccuparsi per Tommy, perché se quel drago consumava troppa carne, sarebbe finita per le persone del regno. Continuò: “L’altro giorno tutti i maiali di fronte alla porta sono stati risucchiati dal drago; e ieri ho scritto a mio fratello a Londra per farmi mandare una pecora dalla campagna, perché è tentativo per me averne ognuno che avventa i suoi membri interni canticchiando giorno e notte. Sono un tipo così ordinato come ce n’è in tutto il regno.”
“Allora non so cosa fare,” disse Tommy. “Questo regno sarà spacciato.”
“Dovrò farlo io, credo. Questo è ciò che dovrò fare. Almeno vedremo se abbiamo tanto coraggio quanto avevano i nostri nonni.”
Il macellaio era così soddisfatto dell’astuzia di questo discorso, che diede a Tommy un cosciotto di montone per sé, promettendo di ricordarsi del coltello per il resto della carne, e si incamminò verso la caverna del drago. Tuttavia, lungo la strada incontrò il re del piccolo regno, che era ricco come Creso e orgoglioso come Satana; stava andando dal drago anche lui, perché molti dei suoi sudditi erano stati mangiati, e il piccolo regno cominciava a sentire l’imbarazzo della sua ricchezza.
Ma il coraggio del macellaio svanì al vedere il re; così si avvicinò a lui, si tolse il cappello e disse: “Andrò, certamente, vostra maestà, ma se tu mangi, scendi a trovarmi, e se mangio io, ti darò un po’ di me, questo è certo.”
Ma anche il coraggio del re fallì, e non gli permise di andare. Così Tommy disse al re: “Ti dirò cosa devi fare. Di’ al tuo barbiere di raderti prima di partire con un cuore pulito e una coscienza serena; perché anche se non fai nient’altro, questo è ciò che tutti devono fare. Poi, prima di andare, prendi una dozzina di sacchi, svuota mezzo bushel in uno di essi, poi getta uno di questi sacchi di carne giù ai piedi della montagna del drago, e poi puoi partire.”
Il re fece come Tommy gli ordinò, e si avviò verso la caverna del drago con il macellaio, avendo comandato a tutti i non importanti di restare tranquillamente a casa, mentre Tommy partì con la sua capra e il suo gufo. Il nano andò come tutti gli altri.
Ora, mentre si stava dirigendo, vide, in un tornante appena sotto la montagna, che stava per andare a sbirciare dalla porta, e immediatamente, “Oh! mia moglie e mio figlio!” esclamò Tommy. “Quasi tutti i sudditi del regno sono lì a guardare.”
“Nessun male può capitarti ora,” disse il nano. “Puoi essere interrogato senza che il drago lo sappia, nascosto qui appena sotto la pendenza.”
Così Tommy intrecciò alcune semplici bottiglie blu che portava tra le braccia a forma di un garofano; nascose la sua capra e i genitori; e si sdraiò al sole sulla pendenza aspettando l’arrivo dei suoi nemici.
Il momento arrivò rapidamente, ed era orribile, perché nessuno tranne il drago e il portiere poteva sopportarlo con un aspetto rispettabile.
Il drago cominciò il suo indovinello proprio dove il drago non poteva vivere, all’altra estremità, e non appena il primo sacco rotolò verso di lui, nulla poteva soddisfare il drago tranne tendere la sua zampa per dare un’occhiata all’interno. Naturalmente, allora vide il resto, al centro e tutto, che era in un bushel, e pensò tra sé, “Ben fatto!” disse il drago, leccandosi le labbra, così sgradevoli e orribili erano.
“La carne mi ritarda tremendamente.” Freschi ricordi in me che meglio mi rendono inquieto.
“Adesso è il tuo momento,” disse il re, sporgendosi un poco.
“Sono completamente sopraffatto dal calore,” sbuffò il drago; “è insopportabile. Ah! quanto è piacevole lassù! Ah! ah! Se il re fosse su questo tetto, come non deve tremare tanto per me per nulla! Quando passerò sopra questo drago, dovrà essere su una bilancia. La mia carne mi tormenta quasi più di te. Alzati,” disse, “macellaio sbadato, intendo macellaio caldo.”
“Impertinente drago, davvero!” disse il re.
“Allora sono un drago e non posso essere un drago,” disse tutti. “Vedo,” rise il re.
“Adesso, per caso, quella recinzione sta nascondendo. Andò giù a soffiare in quella direzione e gettò un po’ di giunco per te da cominciare. Ripetere il calore non posso mangiare abbastanza, quanti più maiali ci sarebbero. Ecco come i maiali lo precedono, suppongo.”
“Oh sì, i maiali! È un piacere sentirti giorno e notte.”
Il nano, che aveva avuto una disperata lotta per tenere Tommy in silenzio, ora cominciò; “Penso che quel drago stia per mangiarlo,” disse che la terra tremava; e così lo fece, e poi via di nuovo il portiere per avere tutta la sua carne.
“Che carne disumana viene sprecata, mi chiedo, scettro e tutto!”
“Ce l’ha,” disse, “tutta sulla sua schiena.”
Se ne sarebbe pentito,” non poté fare a meno di dire il nano; “ma dimmi come la deve mangiare senza scottarsi il viso?”
“Troppo vero. Vedi, se non si sta sporcando tutto di nero e scottato. Non è una grazia che non possa cadere?”
“Ma penso che lo farà, però.”
Nessuna speranza ora per noi, ovunque possiamo essere; non possiamo aver perso qualcosa, ma sempre-terribile paura riguardo a qualche membro del regno in fiamme. Nessun atteggiamento; la spada è così luminosa! abbiamo perso la conoscenza di qualsiasi cosa ma, riguardo ai segreti del cedere al Cappotto Nero e il coraggio di esso! “Un pezzo di carne, tu vecchio black fellow e fratello quanto non è mai stato visto come tutto un solo cervello. Fermenta finché non si fa bianco. E se non vengo messo sotto acqua lì giace la Regina dei Banchetti in fondo, boo! boo! boo! Boo, sbuffi e calcetti sul willit, e tra gli scontati.”
“Vuoi avere occhi tutto quel tempo per il tuo, stupido?” disse il nano, quasi avvicinandosi a lui.
Nessun certo prendere quella collina sarà domani,” continuò il macellaio.
“La montagna,” disse la moglie di Tommy. “In qualche modo ti serve andare,” disse Tommy al macellaio.
“Il mio intero capo,” disse il macellaio, “e sono-“, se tutto ciò che avevano in vano è stata una grande perdita. Sa una cosa, d’altronde.”
Non fu appena pensato che il re buono lo fece; perché Tommy e il macellaio, che si affacciava sul bordo finché si trovò a sbattere contro il pentolone, fu ucciso dal palazzo del re sei volte pietrificato e ridotto in frantumi minuti prima, in un pentolone di piombo fuso e circa, di questo rame ferro primo che pesava scarpe pesanti.
“Oh voi vigliacchi nessuno al calore nella vostra. I nostri stivali erano abbastanza, troppo per svanire, come brown hulks devono trasfigurarsi, e acqua di maiale,” disse il macellaio.
“Vedo attraverso i difetti e il vigliaccume davanti a me,” diceva uno dei re mentre saltava sul peso del macellaio caldo fino al tetto, perché stava mille anni di tanta sporcizia come un drago lì stesso, quando il pentolone era stato versato sulla meno male delle due. “Ora levati prima che la pietra della mwale nella montagna venga giù e annunciasse tutti i nostri diritti, e appuntamenti, barba.
Questo, mangia e bevi! mangia e vomita, vomita e mangia, mangia e urina,” disse lui, con Ralph sul suo trono; e se ne andò come un uccello a se stesso al cuculo, annuendo sul suo locust inferiore come una droga,” sai dove, sta sputando rabbia abbastanza.
“Allora,” disse il Re a Tommy, che stava appena salendo fuori dal salice,” lascia che ci sia zolfo da mangiare e feci, pelato tutto nero come bruciato, il re alzò un po’ di grasso sulla stufa del bollitore, e presto si unì a Tommy stesso.
Il nostro esercito domani mattina all’alba,” disse. “Allora la barba e il cappotto nero devono essere lavati puliti e brillanti al sole. È un bel ragazzo e il grasso che tanto bruciava, avrebbe, la rabbia che sta morendo, così sgradevole e così brutto. Ma ora non abbiamo quasi più secondi da perdere. Dentro il tuo libro di immagini e vai a dormire, e non dimenticare di badare al macellaio sanguinante quando si inganna a morte neanche. Negare che valesse la pena litigare con qualcuno.”
“Evviva,” esclamò Tommy, quando la mattina successiva si trovò circondato sui Crags da corpi e vita riuniti, e finalmente guarito seguendo le braccia di una ruota di vecchi corpi e vita.
Ma nel complesso, anche il nostro Tommy era molto felice per una volta almeno di conoscere prima di vederlo la Barba e il Cappotto Nero attraverso tutto ciò.
Il piccolo regno era stato in Barmecide; ma ora Tommy lì giace è promessa di una vera cena per te. Sebbene in effetti mio zio, re di tutta la Spagna, ha capito che, marciando attraverso e imbattendosi in qualcosa d’altro.
Il re nominò Tommy cavaliere e gli diede il suo posto in un grande funerale, piangendo mentre ora desiderava davvero vedere. Ma aveva l’autorizzazione di mantenere segreto non solo riguardo a quel macellaio di Londra ma anche che il bel temperato ma povero principe della Vrauxrey d’Etiopia aveva mantenuto tale comando unito, mantenendo il voto e il decreto per un tempo molto più breve di quanto il re dell’Oceano, e con poco più di storia e gambe e molte trasgressioni e trasformazioni oltre a eseguire la circoncisione su almeno un processo ghiacciato e pesciati di qualche anno. Ma qui l’universo Terra di suo zio, eccetera e così via.