Tilly e l'Arcobaleno

C’era una volta una piccola ragazza di nome Tilly. Era appena tornata a casa dopo aver giocato sotto la pioggia, e mentre sedeva a guardare fuori dalla finestra, disse: “Vorrei tanto vedere un arcobaleno. Non ne ho mai visto uno in tutta la mia vita.”

Proprio in quel momento la pioggia smise di cadere e il vento spazzò via tutte le nuvole scure che nascondevano il cielo blu. Tilly saltò in piedi e corse nel prato, che era coperto di fiori di ogni colore. Migliaia di farfalle brillanti—gialle, verdi e blu—fluttuavano qua e là tra i fiori, danzando allegramente su e giù nel caldo sole. Tilly correva in giro come una farfalla, perché era molto felice di rivedere i fiori dopo la pioggia.

Ma non c’era ancora nessun arcobaleno. Così Tilly si gettò a terra, abbracciando un grande fiore giallo, e cominciò a piangere. “Oh, caro,” singhiozzò, “possa non vedere mai, mai un arcobaleno!”

E proprio in quel momento una grande goccia di pioggia le cadde sulla guancia, facendola guardare in su.

“Che cos’è quella cosa luminosa nel cielo?” disse con grande sorpresa. “Credo proprio che sia un arcobaleno dopotutto. Oh, quanto è bello!”

E man mano che diventava sempre più grande, era certa di non aver mai visto nulla di così bello. Poi si alzò in fretta e, saltellando verso un fiore che pensava fosse del colore dell’arcobaleno, unì le mani e disse:

“Caro Arcobaleno, ti prometto, qualunque fiore cresca nel mio giardino, io ripeterò sempre, ogni volta che desidero qualcosa, in questo modo dopo il suo nome, ad alta voce, ma in silenzio, affinché nessuno possa sentirmi.”

Tilly aveva appena finito di parlare quando il suo desiderio fu esaudito, perché un bellissimo fiore crebbe accanto a lei al posto di quello che pensava. Così Tilly baciò l’Arcobaleno e tornò a casa felicissima.

Da quel giorno in poi, Tilly non si dispiacque mai quando pioveva; perché, appena le nuvole avevano pianto un po’, l’Arcobaleno arrivava danzando come un grande dondolo, e Tilly saltava sulla sua schiena per andare a visitare i fiori nel prato. E così raccontava a tutti i suoi desideri molto rapidamente, ad alta voce per se stessa, ma senza parlare con nessun altro. E uno dopo l’altro ogni fiore cresceva e fioriva nel suo giardino.

Buonanotte.

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