Sophie, la piccola sognatrice, giaceva nel suo letto una notte stellata. La luce della luna si irraggiava nella sua camera dalla finestra, avvolgendola in una soffusa luce argentea. “Se solo,” pensò Sophie, “potessi visitare il Regno dei Sogni dove i desideri si avverano!”
A volte visitava quella meravigliosa terra nei suoi sogni, ma ora era troppo sveglia. Così chiuse gli occhi strettamente. “Se solo potessi addormentarmi! Se solo potessi avere una sorta di meravigliosa fatina che venga a portarmi in giro per questo grande mondo oggi notte!”
E ecco! davanti a lei si trovava una delicata fatina con ali di seta. Nella sua piccola mano teneva una graziosa chiave dorata.
“Sophie, mi hai desiderato questa notte, ed eccomi qui,” disse. “Se vuoi fare un piccolo viaggio nel Paese dei Sogni, la tua barca argentata ti aspetta per entrarvi.”
“Oh, che meraviglia!” mormorò Sophie.
“Ma c’è molto da vedere prima di salpare.”
Così dicendo, la fatina agitò la sua bacchetta e davanti a Sophie apparve un grande libro intitolato ‘Il Libro dei Desideri’. Era rilegato in velluto blu, chiuso da una serratura d’argento. Le pagine, piene di piccole lettere stampate appena visibili, si alzarono con impazienza e una dopo l’altra si posero sulle ginocchia di Sophie.
“Questo è per i piccolissimi che non sanno come desiderare saggiamente. Questo è un libro al contrario che puoi semplicemente leggere. Quando un bambino esprime un desiderio, questo libro spiega come farlo. Se riuscirai a seguire tutti i suggerimenti stampati lì, non vedrai mai un desiderio sbagliato avverarsi.”
Le dita di Sophie volarono sulle pagine aprendo e chiudendo. Che meraviglioso libro da avere! Si sentiva così luminosa e felice che non sapeva quale fosse il passo successivo. “Portami nel Regno dei Sogni!” pregò la fatina.
“Prima devi scrivere nel tuo Libro dei Desideri,” rispose la fatina. “Chiudi gli occhi in modo da non vedere cosa stai facendo e scrivi molto attentamente. Ora, su quale pagina intendi scrivere?”
“Adoro i gattini. Adoro i gattini,” disse Sophie dolcemente.
La fatina rimase immobile.
“Ma ti sento benissimo,” ripeté.
“Come faccio a sapere su quale pagina?” chiese Sophie.
“Non so nemmeno io su quale pagina finché non dici dove si trova.”
“Ma come posso ricordare tutte le pagine di quel grande libro spesso?” chiese Sophie.
“Chiudi solo gli occhi e desidera. Ti mostrerò.”
Sophie chiuse gli occhi e contò fino a cento—uno, due—cento e uno, due—quando all’improvviso sentì la voce della fatina dire:
“Se non ti sbrighi a scrivere il tuo desiderio, non lo avrai affatto!”
Sophie aprì un occhio appena.
“Ho scoperto tutte quelle pagine tanto tempo fa,” disse. “Dimmi in fretta, fatina.”
“Pagina cinquecentoventi,” disse la fatina.
Così Sophie scrisse “Adoro i gattini” su quella pagina, e nel momento in cui finì, un piccolo gattino rosa apparve e si fermò accanto al suo letto.
“Oh! Oh!” esclamò Sophie gioiosamente. Ora teneva il gattino stretto tra le braccia, abbracciandolo fino a sentirsi soddisfatta.
“Adesso dimmi—dimmi!” disse.
“Non ancora! Dimmi se non senti un orologio suonare.”
Sophie si fermò ad ascoltare.
Bong! Bong! Bong! rintoccava l’orologio sulla parete. Oh! Era l’ora di mezzanotte! Quanto tempo! Quanto tempo ci mise quella lancetta a muoversi fino a mezzanotte!
“Adesso hai solo sei minuti prima di salpare. Faresti meglio a scrivere subito o mai,” disse la fatina.
“Desidero—“ cominciò Sophie.
“Non pronunciare il tuo desiderio, ma scrivilo!” [Si chinò sul libro e in un lampo di ispirazione scrisse “Desidero di poter viaggiare in questo grande mondo stasera e vedere tutto ciò che è bello e buono in esso.”]
Sophie firmò il suo nome. Proprio in quel momento, l’intera stanza si riempì di luci brillanti e tutt’intorno c’erano meravigliose immagini in movimento, ognuna più bella di quella appena vista.
“Oh, non posso più sopportarlo,” urlò Sophie in un’estasi di gioia.
“Vedi il mondo come viene visto nei sogni che le persone hanno quando hanno il vero desiderio nel cuore,” sussurrò la fatina a Sophie. “Questi sono sogni genuini che portano all’azione; tali sogni si avverano sempre. Ma purtroppo, la maggior parte dei sogni muore alla prima tenue luce del mattino e non si concretizzano mai. Affrettati, cara bambina. I tuoi sei minuti sono finiti.”
Ma Sophie sentì a malapena ciò che disse la fatina. Era persa in cose terrene mentre osservava tutte le belle immagini.
Bong! Bong! Bong! rintoccò l’orologio, fragorosamente spezzati erano i piccoli sogni di Sophie di altri giorni; la piccola Sophie giaceva pienamente sveglia nel sole del mattino, continuando a sognare e desiderare.