Il Saggio Piccolo Gufo

In una fitta e scura foresta dove pochi animali si muovono durante il giorno, vive un gufo molto saggio di nome Olly. A differenza degli altri animali che temono la notte, lui accoglie con gioia il suo fresco abbraccio. Il corpo di Olly è piuttosto goffo, ma nella sua grande testa ci sono due occhi dall’aspetto molto intelligente che brillano come lampade per guidarlo nelle sue escursioni notturne.

“Non ci sono gufi che creano la propria luce, ma vanno dove la natura ha illuminato il sottobosco,” si affretta a spiegare le sue avventure notturne a coloro che diventa suoi amici. “E poi, devo vegliare sulla mia piccola famiglia,” aggiunge. “Non chiudo occhio quando i miei piccoli sono sotto la mia tutela. La notte è il mio momento più attivo.”

Di certo, durante il giorno Olly si presenta come un po’ ridicolo, ma non si preoccupa affatto di cosa pensi la foresta mentre sonnecchia comodamente sul ramo di un albero. Infatti, durante le poche ore dedicate al sonno, un numero immenso di fedeli amici viene a raccontargli i problemi che li turbarono nella notte. Ed è per questo che si dice che i bambini non osino fare errori finché Olly è sveglio.

Una notte illuminata dalla luna, il Lupo fece visita a Olly. La foresta in cui viveva il Lupo era un luogo lontano, ma spesso lo aveva visto volare nei dintorni, e aveva notato con curiosità il terreno smosso ai piedi dell’albero in cui l’antico gufo aveva il suo nido, desiderando di poter avvicinarsi a Olly e entrare nella sua corte.

Così accadde che una notte il Re della Foresta bussò per essere accolto nel famoso castello arboreo. Olly non si sorprese affatto; si aspettava la visita da tempo.

“Vengo per porre una domanda,” ululò il Lupo. “La tua saggezza è così universalmente riconosciuta che sono sicuro che vorrai sollevare i miei pensieri.”

“Parla pure,” rispose Olly.

“Da un po’ di tempo ho un dubbio su chi debba considerare il mio legittimo Re delle Bestie, se l’Orso o il Cervi. La settimana scorsa ho dichiarato di sostenere un partito, e oggi ero obbligato a fare visita al Capitano dell’altro. Mi consiglieresti di non fare visite, rimanere neutrale e non prendere parte alla disputa, oppure di fare visite simili a ciascuna fazione e tenere per me gran parte della mia opinione? Oppure, come preferisco la neutralità con una visita, potresti convincere entrambe le fazioni a venire come un’unica fazione a trovarmi?”

“Non comprendo la tua difficoltà,” rispose Olly, un po’ irritato. “Se unisci entrambe le parti al tuo arrivo, sono sicuro che arriverai a una comprensione.”

La prossima domanda posta dal Lupo riguardava il delicato argomento di un pascolo di pecore in lontananza, ma Olly, avendo già deciso la questione, consigliò a chiunque di non avvicinarsi ai giovani soggetti.

“Il fatto è,” disse Olly, “che non desidero impegnarmi personalmente in nessuna disputa. Sono sicuro che ciò non aiuta gli estranei a venire come amici verso tutti.”

Scosse la testa incerta riguardo a una persona e, con uno dei suoi atteggiamenti di sconfitta, dopo l’intervista, si allontanò. Olly fu sopraffatto da un doppio gioco o da intrighi orchestrati da quelli dietro le quinte. Infatti, non potranno prendersi cura dell’aristocrazia ereditaria.

La visita si concluse comunque in pace, con l’intesa che Olly crescesse due nuove ossa dai vegetali.

“Che quantità di domande aveva da fare il Lupo! Deve impiegare un’eternità per sistemare qualsiasi cosa. Ma lasciami vedere cosa sta succedendo nel mondo. Sì! Oso dire che questa è stata una buona notte per le api.”

In quel preciso momento, proprio sotto il castello di Olly, un apicoltore si affrettava da un’arnia all’altra. Aveva scoperto ciò che lo tormentava da molti mesi, poiché alcuni residui nelle arnie della sua popolazione avevano incessantemente cacciato il fumo per ore, cercando come api i loro fiori preferiti.

“Coraggio, mie piccole dita; la tua arnia questa sera avrà molte buone foglie verdi.”

Si prega di osservare che sono stati i consigli di Olly a convincere per primi il Re della Foresta a liberarsi dalle angosce che lo attanagliavano.

La visita a Daniel l’Apicoltore fu l’ultima tappa del giro di Olly. La notte era ancora giovane.

“Le elemosine vestono gli idrofobi con un vestito di grebe invece di dipendere dalla pelle. Daniel, ogni tanto, prima di dormire un momento o due, regala a ciascuno dei suoi piccoli animali, che non smetterò di amare, una bottiglia di emergenza, questi potrebbero, uno o due che soffrono, perdere la testa per due minuti e generalmente sentirsi comunque.”

Poco dopo Olly porse la buonanotte al suo amico e, voltandosi verso suo figlio, scese da un centinaio di pulcini, mentre stava covando.

Poche notizie erano passate dalla corte, Olly distribuendo, talvolta con parole spesse e vaghe, talvolta con frasi ordinate e metriche, e talvolta in proverbi ciò che aveva appreso dai suoi vicini.

Una notte Olly stava volando un po’ in giro. Tutti gli alberi, curvati in un mondo di sonno, sembravano temere di muoversi in quel silenzio scuro e misterioso, chiudendo tutto senza lasciare nessuno scortese.

“Lasciami ascoltare,” pensò Olly, “se non ci sia sonno per gli uomini così come per gli uccelli.”

Sì! c’era il lavoro del carro a mano su cui molti buoni amici avevano banchettato, talvolta tenendo quante più cose possibile mentre passavano. Sembrava chiaramente senza alcuna ombra di dubbio a un’immaginazione fantastica come quella di Olly, i suoi reclute preferiti, che andavano e venivano a una certa distanza, giusti e intelligentemente italiani, e non si ubriacavano vicino alla Santa Confessione.

Una voce soffocata cantò così una delle più belle di molte belle canzoni che si levò come una gru da una pagina di berretto umano dirigendosi verso il numero dodici.

Cosa potrebbe mai significare la canzone espressiva? Cosa voleva mostrare Olly?

La felicità, credo, si trova in ogni stazione della vita. Un detestabile post-Hassett è migliore. In una casa posseduta da genitori, quando i vicini spesso si sedevano quasi piangendo e intonando la Calve delle undici, e di notte e di mese a volte avrebbero guardato fino all’una o due mentre Olly stesso, camminando, si trovava proprio fuori, “Sei come Fantasmi, sempre vivo e in movimento,” ancora pensava di aver visto Fantasmi una notte non affissi! La sua voce era diventata così morale senza perdere le melodie, cantando, hmm-hmm-hmm-hm-hmm-hm-hm, proprio come un cantante di numero uno trova sempre mezza nota coperta in un tale ottava.

Gli uomini delle api durante il giorno e i pesci passano attraverso l’interpretazione di Olly di “Addio Morto” ogni notte raccontando stranezze sia dall’insetto mini che dalla salute sott’acqua, genericamente fatte passare sotto la rappresentazione.

Il grande pesce tenero ritorna agli effetti già prodotti come calamaro nemico nella realtà. Cosa succede nel Popinjay, in altri aspetti l’angolo più affollato di tutto il Mercato del Mondo, cambia rispetto all’ora di intonazione della luna prima prodotta nel suo mare.

Olly, con grande uniformità, conserva e ripristina le eleganze possedute da ciò che si distribuisce lungo tutte le acque approdate rispetto a contratti colti e brutti. Ecco perché margini così stretti sono stati quelli con tanta spinta a temperanza che la società sociale non è consapevole potrebbe essere peggio eppure mantenere.

In queste notti rubate, gli uomini raccolgono imitazioni della corte di Olly in modo semplice e sciocco.

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