A mezzanotte, una Volpe si trovò in una foresta oscura, non vi era un barlume di luce da nessuna parte e faticava a orientarsi nel fitto sottobosco. “Cosa dovrei fare?” disse. “Sono certo di perdere la mia strada e forse non trovarla mai più; potrei anche cadere nella trappola o nella rete di qualche cacciatore.”
Proprio allora si imbatté in un Gufo posato su un ramo di un albero, e non avendo nulla da temere da un Gufo in una notte tanto buia, esclamò: “Buonasera, signor Gufo. Queste notti buie sono molto difficili, credo. Che ne dici? Eppure si dice che tu veda meglio di notte che di giorno.”
“È vero,” rispose il Gufo. “Non temo di stare nel buio, come sembri fare tu.”
“Ma che importa a te o a qualcun altro? Per me questa oscurità è un male, poiché non riesco a vedere la mia strada; ma non voglio disturbarti. A proposito, sai dove si trova la parte più luminosa della foresta?”
“Oh, sì,” disse il Gufo. “Se prosegui per circa venti passi, arriverai a un ampio spazio aperto dove cade la luce della luna; vai avanti e presto uscirai da questo posto buio.”
“Ti sono molto grato, signor Gufo,” disse la Volpe, “ma io mi sto dirigendo esattamente nella direzione opposta; in effetti, voglio andare più a fondo e cercare la mia strada ancora più nel buio.”
“Lungi da me, signor Volpe,” disse il Gufo, “impedire il tuo andare dove desideri in boschi che non mi appartengono, ma posso dirti che di recente ho sentito il custode dire che un certo signor Volpe del quartiere nord ha recentemente causato gravi danni ai suoi polli, e intende catturarlo nella sua rete. Buonanotte.”
“Buonanotte, signor Gufo,” disse la Volpe. E si ritirò in gran fretta, tutto stupito dall’astuzia del Gufo.
L’astuzia può spesso ingannare se stessa.