Il Fiore Cantante

Nel mezzo di un grande giardino fiorito, viveva un fiore che desiderava ardentemente cantare. Poco dopo essersi svegliata dal suo sonno invernale, alzò la testa e disse agli altri fiori: “Oh, quanto vorrei poter cantare una piccola canzone; ma temo che sia troppo tardi per provare.”

“Sì, è troppo tardi,” risero le Glorie del Mattino, che si trovavano nelle vicinanze. “I fiori non cantano; è un desiderio sciocco.”

“Oh sì, invece cantano!” disse Daisy con la sua dolce vocina. “Conosco un fiore che potrebbe cantare una canzone; l’ho invitata a provare quando era con me, e mi ha detto che lo avrebbe fatto quando avrebbe tirato fuori la testa dalla fredda terra. Quindi lo farà la prossima primavera.”

“Oh,” schernirono le Glorie del Mattino, “i fiori non cantano; è un desiderio sciocco,” e continuarono a ridere.

Poi una leggera brezza frusciò le sue morbide ali e sussurrò all’orecchio di Daisy: “Non puoi cantare qui; aspetta che il sole brilli forte.” Così lei non disse più nulla, ma abbassò la testa e attese, attese che il sole splendesse.

Dopo un po’ i Felici Raggi di Sole vennero saltellando nel giardino. Non appena videro Daisy si fermarono e applaudirono.

“Adesso avremo la nostra canzone,” dissero. “Siamo i Raggi di Sole, sai.”

“Chi vi aspettavate?” chiese Daisy felice.

“Beh, pensavamo che fosse un uccello,” disse il Ragazzo Fiorito. “Saresti così gentile da provare, anche solo un po’ per noi adesso?”

Così Daisy provò, e invece della sua voce che usciva in una bassa e dolce melodia, esplose in una grande risata forte, ah-ah-ah!

“Ah!” gridarono i Raggi di Sole, “che risata, che risata! Ci farà volare via i cappelli!”

“Oh, toglietevi i cappelli!” dissero i Malva. “È una bella giornata, per certo. Ah-ah-ah! Oh, che risata! Che risata divertente! Non c’è da meravigliarsi se ha paura di cantare. Beh, non farebbe male provare, giusto per cambiare. Così provarono tutti a ridere comunque, perché desideravano tanto una canzone. Ma tali parole divertenti. Facevano solo ridere di più.

Alla fine, la piccola Daisy scosse la sua campanella, cioè, tutti i semi nel suo baccello scossero, e disse: “Bene, signori, ci siete mai stati? Vi ho detto che ero un uccello e avrei cantato appena la mia testa fosse fuori dalla terra. La mia testa è fuori dalla terra ma non mi lasciate cantare. Cosa volete che faccia? Andare a letto? Fiddle de-dee.”

“Sapevo che non sarebbe servito a nulla invitarla,” disse la Cicoria, “Ah-ah! Ne ero sicuro.”

“Vi ho detto cosa aspettarvi,” disse Sweet William. Vedete, Daisy si trovava in mezzo a dei Sweet William.

“Sì, e si aspettava anche molto; si aspettava di cantare quando la sua testa sarebbe stata fuori dalla fredda terra.”

“Ma vi ho sempre detto che i semi cantano,” dissero le radici di Daisy. “E guardate, gente, non è ancora finita di crescere. È solo un pesce nella predica.”

“Ma guardate di cosa è fatto il suo mantello,” risposero tutti i fiori; “è fatto di velluto stellato.”

“Ma non esiste una cosa del genere,” dissero le radici.

“Beh, i fiori sono tutti uguali!”

“Ma guarda la differenza!”

“Guarda il colore!” urlarono i fiori e tutti iniziarono a parlare dopo Daisy.

“Fermate le vostre chiacchiere!” gridò Daisy. “Sono fatta di colori che non credo che nessuno di voi possa nominare,” e fece un salto così alto, giusto per orgoglio, che germogliò e crebbe fino a pensare solo al fiore che stava diventando. È così che succede con molti fiori scontrosi come questa Daisy; non si prendono cura delle loro madri che vivono molto più a lungo di loro; sono pronte a togliersi la pelle per la questione più piccola e a volte se ne pentono. Daisy, come mi aspettavo, lo era; perché era tutta scombussolata, si scordò dei suoi vestiti eleganti e del suo baccello vuoto: mangiava ciò che tanto poteva essere ammirato per un mese e non sarebbe neppure vissuto il mese dopo, senza neppure essere notato tanto meno parlarne, per di più. Fiddle de-dee! Ma ovviamente ebbe modo di dire la sua.

Quando dovette indossare un altro vestito e un’altra impermeabile per affrontare il tempo, aprì semplicemente gli occhi e guardò tutto intorno finché non si rese conto che era davvero l’ultimo che aveva.

“Beh, beh, beh!” Cominciò. Ma perché non fa nulla quando dico beh? Si dice sempre che gli anziani avessero sempre ragione e dicevano che in un modo o nell’altro, ‘Beh va in giro, tanto da far crescere a volte.’

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