In una meravigliosa mattina di sabato soleggiato, io e mia sorella Sarah abbiamo deciso di fare qualcosa di incredibile: fondare un club! Ora, lasciatemi dire, questo club doveva essere segreto e straordinario.
Sarah disse: “Che ne dici del Club Segreto delle Fatine Unicorn?” Adora le favole e tutto ciò che luccica. Ma io pensai: “Hmm… non è così figo.”
“Lo so!” urlai, “Facciamo un club di ninja!” I ninja sono furtivi, veloci e super cool, giusto? Ma Sarah si fece il broncio. “I ninja non hanno luccichii. Non possono nemmeno leggere le favole!”
La Miss Scintille, così la chiamavamo a casa, incrociò le braccia, e capii che non si trattava solo dei nomi. Era una GRANDE lite su cosa fosse più creativo: i ninja o le fatine.
Dopo molte discussioni, la mamma suggerì che dovevamo arrivare a un accordo. Ma trovare un accordo non era affatto facile. Ognuno di noi propose tre regole, e indovinate quante regole riuscimmo ad accettare? Zero. Esatto: ogni volta che Sarah faceva un suggerimento, io dicevo di no, e lo stesso valeva per me.
Così, la mamma dovette intervenire di nuovo. “Perché non vi ascoltate prima e poi vedete se potete combinare le vostre idee?” suggerì mentre piacevamo il pane tostato con burro. “Lavorare insieme è molto importante; rende tutto molto migliore.”
Con tutto il pane tostato mangiato, non riuscivamo ancora a decidere il nome del nostro club. Alla fine pensammo di unire entrambi i nomi. Ora il nostro club si chiamava “Il Club Segreto delle Fatine Ninja Unicorn!” Va bene, era un po’ sciocco, ma ci fece lavorare insieme invece di controbatterci.
Poi, avevamo bisogno di alcuni requisiti per l’ingresso. “Per unirsi,” dissi, “bisogna avere una cintura nera.”
“Tommy!” esclamò Sarah, “E se non sono ninja?”
“Non importa,” dissi. “La cintura nera serve per identificare i membri veri.”
Sarah pensò un attimo e poi disse: “Devono essere una fatina unicorno.”
“E se non hanno ali?” ribattetti io.
“Devono avere comunque un corno di unicorno scintillante,” rispose Sarah.
“Ma avere anche solo un corno di unicorno richiede un’operazione!” obiettai.
“E se la mamma fatina non è in giro?” Sarah ribatté.
Eravamo di nuovo bloccati. La mamma suggerì di scegliere un requisito d’ingresso ciascuno. Per fare questo, dovevamo ascoltarci di nuovo. Le piaceva davvero dire così.
Allora Tommy e Sarah, due bambini felici, entrarono nel Club Segreto delle Fatine Ninja, o in altre parole, “Il Club Segreto dei Fratelli.” Perché Club Segreto dei Fratelli? Perché ora era davvero un club richiesto dalla famiglia, e questo era più esclusivo di qualsiasi altro club per bambini all’esterno!
La mamma si occupò personalmente dei requisiti per l’ingresso. Creò una bellissima cintura nera d’argento per me con uno dei suoi nastri e cercò nella sua scatola di cose per i lavoretti per fare un corno di unicorno scintillante che potesse essere indossato sulla testa di Sarah a nostro piacimento.
E insieme facemmo i compiti creativi: imparare e applicare l’abbaco al nostro universo, leggere libri e ascoltare Mozart. Le riunioni si tenevano tre volte a settimana.
Poi mi venne un dubbio. Dovevamo cospargere polvere di fata ogni mese sulle nostre cinture nere. Ma cosa fare quando la polvere veniva soffiata via o assorbita nella carta?
“Pensavo a mamma,” suggerii.
“Ma questo rovinerebbe il nostro club segreto,” esclamò Sarah.
Dopo molte discussioni, nelle quali la mamma non partecipò, Sarah ed io scendemmo felici dalle nostre discussioni e spiegammo alla mamma, ovviamente, perché decidemmo di fare a meno della polvere di fata nel nostro club.
Quindi, se dici che lavorare insieme rende le cose più facili, hai ragione: Tommy e Sarah ti daranno ragione almeno.
A proposito, forse dovremmo dirlo a papà. Ma i dinosauri non sarebbero più interessanti? Comunque, la mamma disse che non dovremmo menzionare il lavoro di squadra e anche che i papà potrebbero credere nei dinosauri. Non sarebbe questa una buona risposta se chiedessero perché i bambini non dovrebbero andare a letto in tempo?