C’era una volta, in un giardino illuminato dalla luna, una deliziosa piccola fioretta di nome Mina. Era un fiore della luna, il che significava che sbocciava solo di notte quando la dolce luce della luna accarezzava la terra. Ma c’era qualcosa che Mina desiderava più di ogni altra cosa: voleva fiorire così splendidamente come era dipinta. Ogni notte, mentre il sole scompariva sotto l’orizzonte, piegava i suoi delicati petali e sognava il momento in cui li avrebbe dispiegati tutti in tutto il loro splendore.
Ogni sera aspettava ansiosamente la lucente luna per illuminare il suo piccolo angolo nel giardino. Le lucciole, gli insetti argentati e tutte le piccole creature notturne venivano ad ammirare la deliziosa Mina. I fiori nel giardino le dicevano: “Sei più bella di tutti noi!” Ma lei, così modesta, si sentiva indegna di tali lodi.
Una notte, mentre stava ammirando la grande luna tonda, una saggia vecchia lucciola venne a dondolarsi sopra di lei. “Che cosa stai aspettando, piccola Mina,” disse, “che cosa stai osservando?”
“Oh, Signor Lucciola,” disse Mina, “sto aspettando l’alba per poter dispiegare i miei petali e fiorire così splendidamente come sono dipinta sulla mia delicata pelle.”
“Perché aspettare l’alba?” disse la lucciola. “Sei bella ora. Non hai bisogno della luce della luna per brillare.”
Con un morbido tocco del suo corpo luminoso, la lucciola si moltiplicò mille volte, e ogni petalo della piccola Mina brillava come aveva sempre desiderato. E ora appariva così incantevole che tutte le piccole creature della notte cominciarono a cantare le sue lodi.
“Mina,” chiamavano, “La Signora della Luna! Mina, il Fiore dell’Alba! Mina, il bellissimo fiore della luna!”
Così ubriacata era Mina da tutto il loro affetto che non si accorse che era arrivata l’alba, finché non vide i suoi petali piegati sopra la sua testa. Allora tutti le augurarono una buona alba e scivolarono via tra il verde fogliame, poiché il sole stava sorgendo rapidamente.
Alla fine, il bello Beppo, il raggio di sole, venne danzando giù attraverso le foglie per fare visita alla piccola Mina. Dopo aver riso e ridacchiato per l’ombra che il fogliame le teneva, disse con molta serietà: “Ma tu sei sbocciata luminosamente, Mina!”
“Non così luminosamente come avrei dovuto fare se la Signora Luna fosse stata più gentile con me e mi avesse permesso di fiorire tutta la notte,” disse Mina con un tono di lamentela.
“Fiore carino,” disse Beppo, il raggio di sole, ridendo allegramente, “la Signora Luna non ha mai voluto essere scortese, e, se mi fai tuo amico, farò io stesso per lei - e, poiché vengo ora, rimarrò qui tutto il giorno a parlarti.”
Allora la piccola Mina pensò che sarebbe stato sciocco continuare a rattristarsi, così aprì i suoi piccoli petali, e essi si distesero al calore del sole grato tutto il giorno, fino a quando l’ultimo raggio di sole non le disse buonanotte e scivolò via.
Ma nella notte successiva illuminata dalla luna, Mina era più di se stessa. Era così bella che persino la grande Signora Luna le sorrise e le fece un’aureola di luce attorno alla sua delicata figura. Allora le creature del crepuscolo vennero tutte a vederla, e lei era orgogliosa senza essere vanitosa, e la lucciola ebbe la notte più felicemente di tutta la sua vita. Poi la piccola Mina dormì fino a quando il sole non la svegliò al mattino.