Nel cuore di un giardino vibrante, all’ombra di una maestosa quercia, viveva una bambina di nome Annie. A differenza degli altri bambini della sua età, Annie sentiva una profonda connessione con la natura e trascorreva le sue giornate esplorando giardini e parchi, facendo amicizia con tutte le creature che incontrava. Tuttavia, ciò che portava maggiore gioia ad Annie era il suo segreto: riusciva a comprendere e comunicare con le formiche. Un giorno, mentre osservava l’affollata colonia di formiche, le venne un’idea.
“Care piccole formiche,” cinguettò con una voce leggera, “mi aiutereste a creare una grande pittura sulla vostra collina? Ho dei tesori che renderanno la vostra casa bellissima!”
Le formiche si fermarono un attimo prima che un coraggioso piccolo amico si avventurasse in avanti. “Di che tipo di tesori parli, cara amica?”
“Collezione delle pietre più belle!” rispose Annie, con gli occhi che brillavano d’eccitazione. “Possono servire come colori, e insieme possiamo realizzare qualcosa di veramente meraviglioso che tutta la natura possa ammirare!”
Un’iperattiva api si avvicinò, altrettanto intrigata, e aggiunse: “Oh, dì che lo farai! Sarebbe così delizioso vedere la nostra casa in tale gloria.”
Ma in quel momento, una voce profonda ruggì dall’ingresso della formicaio, spaventando il gruppo. “Silenzio, api e formiche! Quale follia è questa? Osi mostrare la vostra modesta collina! Cosa penserà il mondo di noi?”
Era un vecchio scarabeo dall’aspetto grave, che era, ovviamente, il re di tutti gli scarabei e molto orgoglioso. “Bene, rimarrete tutti marroni senza piume o gemme finché non decida di aiutarvi, ve lo prometto!”
“Non essere burbero, Zio Nero!” dissero una mezza dozzina di giovani scarabei. “Andiamo a vedere il dipinto!”
Ma lo burbero Zio Nero volò via, e anche Annie si allontanò, poiché temeva che non le avrebbe permesso di tornare. “Ci sono ancora molte buone creature da trovare,” mormorò. “Un bel pezzetto verde chiaro nel ghiaietto, pieno di brillanti pietre, tamburellava nel suo grembiule. In poco tempo, tornò con una borsa di chiodi, alcune esche per pesce e il lucido che suo zio le aveva regalato per il compleanno precedente.”
La mattina seguente, Annie pensò di dare qualche colpetto sulla collina per vedere se l’avevano dimenticata. Ma trovò una grande quantità di pigmenti neri e verdi già spalmati sulla arenaria, e alcune margherite grandi con foglie d’oro fissate con grande cura.
Un tipo di vernice naturale fu presto scoperto, il lavoro procedette rapidamente, ma una mattina, mentre Annie era al suo lavoro, lo burbero Zio Nero si fermò con una dozzina di altri scarabei, bianchi come gigli e scarlatti.
“Cosa, signora, sta dipingendo la cappella della Regina Mab, per certo!” disse lo burbero Zio Nero con un sorriso beffardo. “È a questo che arriverai se ti mescoli con cose sbagliate.”
E in verità ci fu una piccola voce riguardo alle sofferenze di certi scarabei che erano stati ubriacati leccando un certo fungo di miele.
Ma a quel punto la collina sembrava così bella che l’ape ruggì di gioia, e gli uccelli vennero a posarsi sui rami di loro spontanea volontà, così che la sera prima che Annie se ne andasse, il murale, il vecchio quercia, e le piume o i boccioli di margherita che spuntavano intorno furono ulteriormente decorati da un’esplosione di canti e salti!
“Quando ci perdiamo in mare, nei colpi di esaurimento, proprio quando la speranza si era spenta, i marinai passarono vicino alla costa di Lulpv…”
“Oh, che felice coincidenza!” disse Zio Iacinto Ape, rivolgendosi ad Annie. Ma le formiche sembravano, credo, come se potessero esplodere di orgoglio.