C’era una volta, in una bella giornata, ebbi il piacere di osservare una gara tra Gina l’oca e Wally il verme. Ultimamente, Gina era stata un po’ giù, guardando con desiderio noi uccelli in alto nel cielo e dicendo quanto le sarebbe piaciuto volare.
“Gina cara,” dissi, “non hai delle ali, come puoi aspettarti di volare?”
“Oh, non essere crudele,” urlò, “Oh, Wally, caro Wally, perché resti appeso lì a lamentarti quando potresti rendere felice la povera Gina?”
Sai che Wally è sempre gentile e di buon umore, ma essendo rimasto nell’erba così a lungo, si stava un po’ innervosendo a volte.
“Vorrei poter aiutare Gina,” disse, “ma come posso farlo?”
“Molto tempo fa, la mia nonna mi disse che quando il sole colpisce la rugiada sull’erba, una meravigliosa polvere si solleva nell’aria, e attaccandosi alle sue piume bianche la trasforma in un bel uccello così che possa volare. Quindi, se riesci a trasformarti in quella polvere e attaccarti alle sue piume, di sicuro volerà.”
“Non ci vorrà molto,” disse Wally, allungandosi; “è un pensiero felice,” disse, “iniziamo subito.”
“Gina, mia cara,” gridò, “batti il tuo naso una o due volte e allunga il tuo collo, per renderti flessibile.”
Gina fece subito questo, e Wally, attorcigliandosi su se stesso, si trasformò in una fine polvere e si attaccò al suo piumaggio.
Poi, allungò il collo e batté le ali ancora e ancora, e ben presto la vedemmo volare.
“Oh, oh! Non volo io!” esclamò, e volò di qualche passo in aria.
Poi, ohimè! Arrivò una nuvola e tutta la rugiada cadde su Gina.
In un momento divenne molto più pesante e cadde a terra.
“Velocemente, velocemente, Wally,” gridò, “torna indietro.”
Così, naturalmente, Wally si trasformò immediatamente di nuovo in un bel verme grasso e di buon umore, ma nulla riusciva più a decollare, e sbattendo le ali non riusciva affatto a staccarsi da Gina.
“Oh cielo,” esclamò, “sapevo che sarebbe andata così!” e scoppiò in lacrime.
Noi sfortunati spettatori dovemmo ridere.
“Oh, continua a crescere,” urlò Troaty la Rana; “non perderai tempo se restituisci alla madre terra tutto ciò che ti ha prestato.”
Così continuò il povero Wally a crescere e crescere.
Alla fine, quando arrivò all’estremità del campo, ci sentimmo sollevati nel pensare che era finalmente libero dalla sua amica.
Ma poi arrivò un nuovo allarme. Invece di liberare Gina, ora la sollevò delicatamente e volò via con lei in alto sopra la terra, finché alla fine apparve come un piccolo segno bianco, che diventava sempre più piccolo ai nostri occhi.
E poi, naturalmente, anche Wally volò via.
Tuttavia, Troaty la Rana aveva ragione, e quando Wally ebbe restituito tutto ciò che aveva preso in prestito dalla madre terra, si leccò le labbra e scese. In un momento vedemmo Gina cadere a terra, mantenendo solo ciò che Wally aveva inghiottito.
Poi Wally, con attenzione, divise il suo mantello e svuotò i vermi, le formiche e le larve che aveva mangiato, spargendo tutto sul mantello di Gina, e alla fine, entrambi tornarono a essere come prima.
“Gina, cara Gina,” disse Wally appena poté riprendere fiato, “come stai adesso?”
“Sto molto bene ora, caro Wally,” disse lei, “solo sei dolorante?”
“Oh no, affatto,” disse Wally. “Ma allora devi tagliarmi un bel pezzo succoso.”
Allora volò via un pezzo di Gina delle dimensioni di una moneta da sei pence, e dopo essersi fermata per alcuni momenti affinché Wally potesse scegliere il suo cibo, mentre lui di nuovo si liberava del suo mantello e lo restituiva alla madre terra, lei legò il suo piede sinistro alla sua ala e volò via.
La prossima volta che alzi gli occhi, bambini, e vedete un uccello svolazzare nel cielo, cercate di capire se non sia Gina dopo tutto.