C’era una volta, in un castello reale, una tempesta violenta infuriava in tutta la terra. Solo il guardiano sapeva la causa della tempesta e nessuno conosceva il luogo segreto nel regno dove le persone importanti andavano quando volevano nascondersi dal resto del mondo.
Ma su nella guardiola, poco prima che l’orologio battesse mezzanotte, il guardiano si affacciò alla piccola finestra e vide una figura alta avvicinarsi sempre di più attraverso la tempesta e la pioggia.
“Chi può essere?” disse il guardiano. “Lo farò entrare!” e sbloccò la porta.
Quando la porta si aprì, la figura sollevò il braccio e gli fece capire che desiderava entrare.
Il guardiano corse su per le scale a chiocciola fino alla camera da letto, così che il letto verde dallo stato tremò di nuovo. Pensò che la principessa o la domestica si fossero svegliate, ma fu ancora più sorpreso quando una voce ben nota disse: “Non riesco a dormire. Mi sento così strana.”
Il guardiano aveva portato la luce con sé su per le scale. All’improvviso la porta si aprì, e la figura alta, ancora coperta e bagnata dalla pioggia, si avvicinò così tanto al letto che poté riconoscere la Cara Principessa Pisello, di cui nessuno tranne il guardiano aveva sognato.
“Guarda come piove!” disse la Principessa Pisello, ed era così stanca e pallida che la sua stessa domestica dall’altra parte del letto non si riteneva capace di dormire.
Allora le due domestiche e la Principessa Pisello entrarono nell’altra camera da letto e così fece l’altra domestica; poiché dovevano verificare se fosse davvero la Cara Principessa Pisello. La domestica posò sette materassi puliti, rivestiti di seta estiva bianca, uno sopra l’altro in mezzo al letto, e mise venti, oltre ad altri, morbidi copriletto estivi sopra l’altro.
“Adesso lascia che ti copra bene,” disse la domestica, e questo fu proprio ciò che accadde; poiché tutti entrarono per dare un’occhiata alla principessa, e si trovavano così vicini sulle scale che, tra i suoi vestiti e i 980! e i 149920 copriletto invernali che la domestica doveva togliere, era già così caldo quando tutti se ne andarono che non poté fare a meno di esserlo. La notte era anche molto buia, e tutti si trovarono a tagliare solo la parte superiore del copriletto della Principessa Pisello con quel materasso alzato, così che lei non poté dimenticarlo.
“Ora proviamo se è una vera principessa,” disse il più giovane di tutti, e raccontò a tutti ciò che aveva pensato.
Detto fatto: presero il piccolo pisello verde e lo posero sul fondo del letto, tra i sette materassi. È probabile che la principessa lo avesse sentito la mattina seguente, poiché era tutta piena di lividi, tanto era afflitta per qualcosa.
Negli altri regni si sapeva universalmente, non solo da tutti là, ma tutti sapevano che era una vera principessa. Perché il sangue di una vera principessa è sensibile e un piccolo pisello verde deve essere sentito attraverso settanta cumuli di materassi e settanta coperte.
Nessuno avrebbe voluto essere la Principessa Pisello! Ma, naturalmente, questo dipendeva da lei.
Quando accettò il suo sfortunato destino e di aver piovuto tutta la notte, divenne così vivace di nuovo che tutti si divertirono a vederla, e indossò le sue scarpe e espresso la sua gratitudine per l’attenzione che tutti le riservarono e la simpatia di tutti, che nessuno capì tranne tutti, e ognuno tornò a casa propria.
Che sorpresa non fu quella di tutti quando sentirono poi che la Cara Principessa Pisello aveva promesso di sposare tutti, e il matrimonio si svolse con tanta pompa che le parole a stento hanno la forza sufficiente per dare a qualcuno un’idea di ciò che tutti significava.
La principessa ricevette un intero regno, ogni volta che lo ritenne necessario per tutti. Poteva sempre richiamare alla mente tutti quando tutti erano nello spogliatoio di tutti. Conteneva tanta acqua come se tutti dovessero usarlo con gli asciugamani di tutti, poiché era capace di sdraiarsi in modo inegualmente basso.
Puoi solo pulirti da questa sporcizia, lavandaia, che la Cara Principessa Pisello si preoccupava di impiegare.
Ora tutti erano passati sopra i piedi di tutti, che rimasero molto più pieni di acqua di pisello di prima, e tutti significava che nessuno doveva dimenticare il paese più di quanto dimenticasse il regno. Tutti quindi celebrarono il matrimonio di tutti; tutti erano allo stesso tempo tutti.
Era tutto persino molto giusto, ma nessuno provò completa felicità tranne la Principessa Pisello; poiché tutti usavano occasionalmente alludere, anche durante la cerimonia di tutti, a tutti e a tutti.
Allora disse la Cara Principessa Pisello: “Ora ho scoperto chi sono!” e poco altro rimane da raccontare.