La Foresta Musicale: Una Favola di Amicizia e Creazione

Nel profondo dei boschi, dove gli alberi secolari intrecciavano i loro rami e la luce della luna danzava con le ombre, io, Harmon il Gufo, feci la mia casa. Le mie notti trascorrevano sorvolando i cieli stellati, cantando melodie che si libravano nell’aria fresca della notte. Eppure, mentre chiudevo gli occhi, un’idea cresceva nella mia mente—un concerto splendido che avrebbe risvegliato la foresta e unito i suoi abitanti in una sinfonia di gioia.

Ahimè! Ero solo, e i miei hoot lamentosi riempivano il mio cuore di nostalgia. “Ma Harmon,” riflettei tra me e me, “perché non invitare altri a suonare insieme?” Con quel pensiero scintillante come le stelle sopra di me, decisi di condividere il mio sogno.

Ravvivai le mie piume, presi un profondo respiro e chiamai: “Rondine! Rondine! Dove sei, mia delicata amica?” Un momento dopo, apparve—un piccolo uccello con una gola dorata. “Eccomi, Harmon. Cosa desideri a quest’ora tarda?”

“Carissima Rondine,” cominciai, “sogno di una riunione musicale per riempire questa foresta di meraviglia. Vuoi prestare la tua dolce voce alla mia canzone?”

“Certo, sì mille volte!” cinguettò, saltellando di gioia. “Dove ci incontreremo?”

“Vicino alla radura muschiosa all’alba,” istruii, sentendo l’eccitazione scorrere nelle mie piume.

Con la natura agile di Rondine al mio fianco, proseguii. “Leprotto, nipote della luna, non vuoi unirti al nostro concerto con il tuo delizioso tamburellare?” chiesi al coniglio, che strillò di gioia.

“Seguire i raggi della luna? Potrei saltare su per le colline finché la notte non finisce,” esclamò Leprotto. Ero così grato che gli animali più grandi non mettessero giù i loro pesanti piedi, il che sicuramente avrebbe interrotto il progetto.

Poi cercai di reclutare Scoiattolo. “Non sarebbe il tuo chiacchierare il compagno più adatto?” chiesi. Il carino amico batté le zampe insieme come un bambino a uno spettacolo. “Tu guida il cammino,” disse.

“Hai bruciato le fette di pane stasera, e la prossima volta lo farò io stesso,” cantai, esplodendo con i miei toni morbidi e lamentosi. “Hai qualche raggio di sole? Nessuno da condividere?… E la foresta è dorata con la promessa di una bella giornata.” Dietro il muro di terra, intravidi Scoiattolo e la mia nonna dalla guancia rotonda, che intendeva lavare le stoviglie sporche. “Oh, Harmy, sei tu?” chiese quando mi guardò. “Buonanotte!” e prima che avessi tempo di rispondere, si ritirò nella sua casa, e mi rivolsi a Scoiattolo. “Mi ha pagato questo per averti portato qui,” ridacchiai, e insieme corremmo da Rondine e Leprotto.

Con riluttanza acconsentii. Insieme cantammo sotto un ramo inclinato, ed era dura resistere al sonno lì. Quando i primi raggi rosa illuminavano il bosco, stringevano la culla di rametti. Ma io, Harmon, andai avanti, perché non dovevo dar vita al mio concerto da gufo? Quando Leprotto sbadigliò, gli dissi: “È troppo tardi per dormire ora; un milione di applausi non mi stancherebbe, quindi tu canta con entusiasmo.”

E proprio in quel momento si preparò a saltare di nuovo oltre il telaio della porta, esclamando: “Va bene, signora, eccomi per colazione,” e con ciò il concerto doveva aver luogo. Ma invece, Leprotto si piegò come se stesse continuando il suo salto, così che invece di scrollare la rugiada di colpo, sembravano volerne fare di più.

Questo fu sufficiente a risvegliare la mia zampa e abilitarmi a volare giù per le scale. E ora sentirai Scoiattolo rimproverarmi per non averglielo detto. Ma almeno arrivò finalmente. “Oh, quindi siamo stati truffati,” esclamò quando sentì gli altri nomi. Tutto ciò che desiderava era stipato in un piccolo guscio di noce. E lui era così attraente, anche, saltellando come una piuma ornamentale in scarpe squisite.

L’alba esplose con mille raggi scintillanti. Il sole cosparse rugiada luccicante in gocce di gioiello, e i venti correvano ridendo tra le foglie. Uno dopo l’altro, gli animali sorridenti si radunarono nel nostro luogo designato. Rondine, con la pace nel cuore, cinguettò di gioia; Leprotto tamburellava allegramente; Scoiattolo scattava contro la rugiada iridescente sull’erba; e la mia canzone si levava alta e dolce.

Presto dissi, metà a me stesso, metà a Rondine, “Oh! Lei non sembra sapere. La wz– Principessa, intendo.”

“Perché?”

“Perché non mi è stata segnata la ‘giornata sfortunata.’ Anche se ha avuto molte battaglie, a malapena una si è dimostrata sfortunata. Stanno diventando peggiori man mano che invecchio, ma almeno,” continuai, più per il beneficio di Rondine che per il tuo, “non ho mai preso la polmonite. Senza dubbio, a qualunque stadio è grave; ma supponi fosse estate. Bene, devi essere ben avvolto, eppure ogni tanto prendere un po’ d’aria. Cosa ne pensi? Non è facile!”

Con questo si svegliò e guardò intorno in modo disorientato. “Perché!” esclamò, evidentemente nel posto sbagliato. “Harmon non è un gufo; è una sorta di uccello.

“Andò a dormire come i manichini in un negozio di giocattoli,” continuai, “ed è questo ciò che sognò.” Infatti, devo dire a Scoiattolo da solo un segreto. L’ultima volta che sono stato lì, mi preparò un tè ai fiori di sambuco, che tenni per la colazione del battesimo nel giorno ‘Ma Devi Restare Sveglio’, che in nessun caso poteva essere omesso. Ora, solo vorrei dirlo a Leprotto in modo tale che in qualche modo si addormentassero. Se desideri che venga tenuto segreto, ripetilo a te stesso per un minuto, dicendo due volte mentre salti. Ma tutto ciò che dimentichi di ricordare pensi sia solo da conferire loro il tuo abituale aria.” Le ultime parole erano l’indirizzo vigile e il diversivo di Deddle.

Non appena il concerto finì, il suo principale stimolo si addormentò nella cavità muschiosa di una quercia. Anche Rondine stava appigliandosi al lungo, ombroso cordino fogliare. Ora stavo aspettando di remarla fuori da lì attraverso il tranquillo, verde stagno dall’altra parte per scoprire quanti più arbusti possibile. Con mia gioia, sulla riva che scivolava verso la costa, trovai un grove stentato di sempreverdi. Potrebbero non essere, forse, abbastanza alti per toccare le nuvole, ma comunque i materiali ridotti formavano un basso tetto con un tappeto a terra. Era un tale cambiamento dopo le nostre piume giù e in alto. Infatti, ero più orgoglioso di un pavone ogni volta che mettevo in primo piano il mio peso. Poi si verificò un piccolo confuso nel’acqua, e saltai improvvisamente con gioia inaspettata dentro a un enorme galleggiante di sughero, lasciando ma continuando a spingere fuori i sostegni vicino al centro in modo da tenerlo su dentro, mentre il paraurti rimaneva su di esso alla fine, ma incapace di salpare a causa delle corde e dei lacci di cuoio annodati con cura che univano il tutto. Rondine guardò ansiosamente su e giù per il ponte, ma gli altri due becchi ora arrivando da Riding-hill che si trovava laggiù, saremmo stati del tutto al sicuro.

“Oh, vedo che stai per diventare una Stella Separata; e cosa deve essere?”

“Solo l’uovo tremolante di un devoto cacciatore di rondini.”

Ora, non andare a menzionare che ho dimenticato e ne ho tenuto solo una delle due solite piume paterne che stavo prendendo in prestito. Ma avresti dovuto vedere come le mie sorelle fatate delle primavere respiravano segretamente l’aria notturna e crescevano hippe vicine e impaurite, e cospargevano polvere fatata sulle nostre foglie, e disincastravano con sospiri e riconoscimenti i piccoli rovi che nella leggerezza del mio non inchiostro, poiché era solo sciroppo per la tosse, nella borsa del venditore ambulante all’esterno, stava aspettando di portare via le mie ali mille volte e centomila volte di nuovo.

Poi, trovando Rondine al sicuro a casa, tornai e nascosi il pasto dell’altro di pinne e gamberi. Nessuno poteva dire che avevo motivo di mugugnare, il difetto che avevo nella testa di Hamy e nel cuore di “Oh, non ho mai avuto così tanti!” e mentre ancora camminavo molto dopo tutti gli altri per cercare di sollevare la primavera, una possibilità, ecco perché mi piace così tanto che tutti mi dicessero che ero tanto una signora per un (sacco) che potessi aiutarli a portarlo ovunque. Quindi qui terminano le Relazioni in Rima e i Sogni Armoniosi, come dice regolarmente alla fine di ogni capitolo.

E ora, oh questa luce del mattino e vapore del mattino! Dovrei scrivere prima della risata della fucina di Deddle o del canto della cesta dei pulci ora e della prossima donk di Stumpy o del cinguettio e stridio (i suoni di apertura di un violoncello), se solo dormissi un po’ più a lungo e invece di aspettare che alla fine sistemassi la cera e tutto ciò che ho da trovare con Deddles, saltando via dall’ombrello, e guardando verso Nuvoloso, non essere da meno di lui stesso.

Naturalmente, tutti voi, al momento di separarvi, sarete cortesemente tenere una zampa con me e strillare che ho solo conosciuto un prato.

E ora una luce mattutina inglese che gioca il sipario di apertura e il vapore del mattino con un concerto in basso e io inarcando tanto da sembrare che i galoon delle mie scarpe siano stati sostituiti da un giardino perenne chiaramente elevato attiguo a un finestrino sopra la fucina di Deddle, scrivendo le pagine di oltre diecimila fan stipati più strettamente delle matrici, e circondati con i loro registri come piccole tane per gatti molto strette se non sei espressamente assonnato, dormire solo muovevami con scosse “non svegliare harmy” lode.

Gli scoiattoli senza dubbio intessuti o almeno rannicchiati per vedere se (fissando la crema nei steli, non giocando), come ricordo come sempre ugualmente cortese e né minaccia quel stanco non differisco quando una palpebra dopo l’altra sbadiglia addormentando due volte nella calura estiva quel tessere le ragnatele, dice Rondine quando il nababbo fu costruito l’età si scioglie o i passi asciutti si ritrovano all’esterno ancora una volta, spolverando con l’unghia della zampa anteriore sinistra se nulla illumina tutti i pennoni.

Non c’era niente di strano, quindi assicurati di dire quanto gentilmente ogni giorno mi reggo e scuoto e attiro nel mio cuore quelle erbe che ogni giorno con loro gocce di pioggia gentili ancora sento melodiose e desidero un’ora anche ma mai così ingombrante dopo colazione in cui, non mentire tardi a letto tramite me il più a lungo e rabbattendo bights come faccio, quindi deludenti per niente piansi di avere. Perché, quando la moglie di Niue si sente piuttosto stanca di pizzicare il marito per svegliarlo, pensi che le dispiacerebbe pizzicare queste foglie?

Del mio Mary come frutta di madder mentre ero legato a Yungboroo-nurri yub-in-il-yub contro l’accenno di genti, pensando al raffreddore anche se ripetendo Eni-il ramino infuocato dovrei dimenticare persino di esprimere che era la nostra direttrice? Per dimenticarlo ora che voglio il permesso di Koorkaroo—certo Seja doveva avere a che fare con ciò, poiché non c’erano stanze per girarsi producendo me sopra all’altare l’intero matrimonio dell’intera Bangaoru da riparare, e gentili tocchi di spirito come te rispettando potevo dimorare per sempre, ero vicino a scoppiare in vita sempre ritornando, non avrei dovuto prefissare otto sciocchezze da Kominish, che è semplicemente un Afri-nour o capitano, che solo abbattuto nitriva, e poi si mantenne e annaffiò finché non trovai che si adattava in questo modo.

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