In una foresta magica, viveva un piccolo elfo di nome Elvis. Elvis era un allegro ometto con occhi scintillanti e orecchie a punta. Era ben noto a tutti gli abitanti del villaggio perché ogni notte, dopo che i bambini si erano addormentati, Elvis usciva a combinare guai. Scambiava le zappe del giardino, attorcigliava le campane delle mucche e faceva assaporare ai bambini cibi dal gusto sgradevole.
Ma i piccoli non erano mai arrabbiati, ridevano soltanto. Così, un giorno, per divertirsi, Elvis tirò il naso di un bambino mentre passava. Ma il bambino cominciò a piangere. “Perché piangi, piccolo bambino?” disse Elvis. “L’ho fatto per farti ridere.”
“Lo so che l’hai fatto,” pianse il bambino, “ma prima mi ha fatto male, e poi sono sicuro che lo farai di nuovo.” Elvis sembrò triste e se ne andò. Ma il prossimo bambino che incontrò gli tirò la barba per farlo piangere, e quando si fu divertito, se ne andò senza ripetere il gesto.
Elvis sentiva di crescere in un certo modo, ma non si fermò lì. Vicino a lui viveva un’anziana signora molto gentile con gli uccelli e le creature striscianti, e ogni settimana dava al suo piccolo figlio un gran numero di fiori da portare ai malati. Un giorno, Elvis pensò: “Questo fa ridere le persone.” Così rovesciò tutti i suoi vasi di fiori quando nessuno lo vedeva. Ma la mattina successiva scoprì che la voce dell’anziana signora era soffocata dai pianti. “Non ti fa bene?” chiese Elvis. “Oh sì,” pianse lei, “ma fa piangere anche tutti i miei piccoli bambini malati.” E continuò a piangere.
Elvis sembrò grave per lui. “Non farò più monellerie in futuro,” disse. E da quel momento in avanti lavorò in piccoli lavori nelle diverse casette del villaggio degli elfi. Presto capì che c’era molto più piacere e divertimento nel lavorare piuttosto che nel fare scherzi, poiché tutti presto divennero affezionati a lui.
Quindi facciamo il nostro dovere e il nostro piccolo sforzo ogni giorno; e ricordiamoci sempre che la gentilezza è il miglior trucco di tutti.