Una notte un contadino tornando a casa dai campi sentì il canto più melodioso di un uccello. Si fermò e ascoltò. Sembrava la musica di un flauto, così morbida e nostalgica, eppure così piena di vita e gioia. Si chiese quale uccello potesse mai emettere tanta dolcezza.
Alla fine seguì il suono fino a scoprire che proveniva da un piccolo nightingale posato su un ramoscello di un albero. Rimase incantato e ascoltò, e mentre ascoltava disse:
Che uccello speciale sarebbe questo piccolo! Se l’avessi qui in una gabbia non perderei mai la musica della sua dolce voce.
E così fischiò all’uccello, che smise di cantare e volò verso di lui. Ma il contadino non fece altro che lanciargli una rete addosso. Poi lo portò a casa, mise un po’ di riso nella gabbia e si sedette davanti ad essa.
Dopo un po’, il nightingale svuotò il riso dalla gabbia, ma invece di mangiarlo, si rivolse al contadino orgoglioso e disse:
Contadino orgoglioso, fai attenzione a come mi tratti; lasciami libero e canterò per te notte dopo notte; ma se mi terrà in cattività volerò via e non sentirai mai più il mio canto.
Ma il contadino orgoglioso rise e disse tra sé e sé:
Che scherzo carino avere un piccolo nightingale che canta dolcemente ogni sera accanto al mio stagno del castello! I miei vicini che vivono dall’altra parte della valle verranno a sentirla cantare.
Così non prestò attenzione alla povera prigioniera. Il nightingale esclamò:
Contadino orgoglioso, fai attenzione a come mi tratti; lasciami libero e canterò per te notte dopo notte; ma se mi terrà in cattività volerò via e non sentirai mai più il mio canto.
Ma il contadino si limitò a ridere e a dire tra sé e sé:
Non sentirò mai più il suo canto! Canterà notte e giorno principalmente per compiacere il suo padrone.
Passarono alcuni giorni. I suoi amici vennero dalla valle accanto a lui; ma il nightingale non disse una parola. Il contadino le mostrò il seme che le piaceva di più e la guardò mangiarlo; ma lei continuò a tacere. Alla fine, il contadino orgoglioso perse ogni pazienza e le disse:
Uccello, adesso sei libera, quindi canta se vuoi. Sono stanco di te e del tuo stupido silenzio.
Ma il piccolo nightingale spiegò le ali e volò via fino al tetto del castello. Lì si sentì al sicuro dalla sua avarizia e malizia, e cantò tutta la notte una sola nota lamentosa che riecheggiava nella vasta valle.
Il misero contadino corse in fretta verso la sua porta e ascoltò. All’alba non poteva più sopportarlo. Tornò a casa in fretta e pianse come un bambino. Ora era veramente dispiaciuto per la sua avarizia e il suo orgoglio.