La Magia di Condividere: Una Favola di Amicizia

Era un bel sabato pomeriggio; il sole splendeva e gli uccelli cantavano, così presi la mia bacchetta magica e andai verso la piazza del villaggio. Ogni sabato pomeriggio andavo a fare la stessa cosa. Nessuno mi conosceva nel villaggio, ma questo non importava, perché ero felice tra gli alberi e i fiori. Facevo un po’ di magia di tanto in tanto. Sapevo che nel villaggio nessuno era un mago e avevo molti trucchi che potevo fare per divertirmi mentre stavo lì. Ma non li facevo mai, perché avevo paura che la gente sarebbe stata gelosa e potrebbe non venire a vedermi, o forse avrebbero guardato qualcun altro farli.

Così stavo lì a pensare, e a volte a creare un bouquet di arbusti e fiori, strisciando dentro e fuori tra i rami per arrivare nei posti più belli, e usando le mie forbici, il mio coltello e la mia bacchetta magica.

Dopo un po’ sentii dei passi avvicinarsi, e girandomi a guardare, vidi che c’erano due bambini che si avvicinavano a me. Erano bambini ben vestiti e inoltre erano fratello e sorella, perché vedevo che si assomigliavano molto.

“Vivi qui?” chiese la bambina, fermandosi davanti a me. Scossi la testa, perché ovviamente avevo una bacchetta magica che rispondeva a tutte le domande poste.

“Puoi dirci dove vive il mago più vicino? Abbiamo viaggiato così lontano e non abbiamo riposo per tutta la settimana, e non conosciamo nessuno che possa dirci dove trovare un mago?”

La bacchetta magica sembrava piuttosto disorientata da questa informazione, poiché continuava a rattoppare nella mia tasca senza darmi alcuna risposta intelligibile.

“Allora forse potresti dirci se hai sentito il rumore che fanno i maghi astuti con i loro piedi ogni sabato pomeriggio?”

La bacchetta magica saltò fuori dalla mia tasca e continuò a muovere la testa come fanno i maghi quando sentono quel rumore. La ragazza sorrise solo, e il ragazzo afferrò il suo collare, dicendo, “Penso che abbiamo trovato un mago dopo tutto, sorella.”

Detto ciò, entrambi si girarono e camminarono verso il villaggio, seguiti dalla mia bacchetta magica che fece un inchino davanti a loro, proprio come fa sempre un mago con persone importanti.

Tre settimane dopo, un sabato pomeriggio verso le tre, trovai Milly e Grilly nel mio posto. Questa era una piccola festa sorpresa che mi avevano organizzato per vedere come facevo i miei trucchi. Si nascosero nel miglior modo possibile tra gli arbusti a 3 metri dalla panchina dove di solito stavo, mentre io tagliavo fiori, dicevo alle felci che crescono su di essi di non mescolarsi mai più - che è un mio trucco preferito - lanciavo bouquet in aria, mentre si disfavano delicatamente, e facevo tutti i tipi di piccole cose divertenti che apparivano solo per una farfalla bianca. Quando Milly e Grilly applaudirono, mi girai e dissi, “Ma perché non me lo avete chiesto prima? Non ho mai applaudito quando avete fatto i trucchi?”

Fecero ogni tipo di scusa. Non li credevo, perché sapevo benissimo che non avevano mai visto un mago prima di me, e quindi non sapevano cosa avrebbero dovuto fare.

Ora, in quel momento passava un sciocco, così gli dissi, “Vai al villaggio e di’ alla gente che Milo è arrivato. Li sentirai fare un rumore con i loro piedi che risponde a tick-tick!”

A questo segnale l’intero villaggio venne in massa verso di noi, e il posto dove eravamo era così pieno di bambini che era impossibile stringersi di più.

Grilly fece apparire una fila di salsicce, che aveva nascosto nella sua tasca per due domeniche prima. La sorella tirò fuori un cane da un cappello che non aveva né inizio né fine, come il gilet di un mago, e Milly e alcuni altri recitarono. Poi dissi, “Non avete dato alle persone abbastanza da mangiare, bere e per ridere?”

I bambini del villaggio ci ringraziarono, ci diedero dei baci della buonanotte e andarono via soddisfatti verso le loro case.

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