C’era una volta, in un luogo chiamato Tickle Cove, un coniglio avventuroso di nome Bobby. Ora, Bobby non era un coniglio come gli altri; oh no, era molto più intelligente del resto della sua specie. Un luminoso giorno d’autunno, mentre saltellava lungo la riva cercando cose perdute, trovò qualcosa di davvero curioso.
Le orecchie di Bobby si drizzarono di gioia. Era una vecchia bottiglia, e dentro c’era una mappa antica! Con entusiasmo, strappò la carta dalla bottiglia e stese la mappa sulla sabbia. “Oh mio! Oh mio!” esclamò, saltellando su e giù per la felicità. “Dice che c’è un tesoro sepolto a Tickle Cove. Devo radunare i miei amici subito!”
Mentre il sole cominciava a calare nel cielo, Bobby chiamò tutti i suoi amici: una tartaruga di nome Tommy, una cerbiatta di nome Dora e uno scoiattolo di nome Sam. Si riunirono tutti sulla riva, ansiosi di ascoltare della mappa del tesoro che Bobby aveva trovato.
“Ci sarà davvero oro?” chiese Sam, scuotendo la sua folta coda con entusiasmo.
“Sono sicuro che ci sarà un tesoro,” rispose Bobby, battendo la mappa con la zampa. “Ma potrebbero anche esserci tranelli, quindi dobbiamo essere cauti. Seguiamo questa mappa!”
E via andarono, determinati a trovare il tesoro perduto di Tickle Cove.
La prima cosa che incontrarono fu un piccolo ruscello. Era impossibile per Tommy la Tartaruga attraversarlo nuotando, e stava preparando i suoi vestiti, perché era sicuro che avrebbero dovuto restare lì a lungo.
“Non arrenderti, Tommy,” disse Bobby, dando un’occhiata alla mappa. “Possiamo facilmente costruire un ponte con questo vecchio tronco che giace qui vicino. Spingici da questa parte mentre noi incliniamo l’altra, e penso che, se ci strisciamo uno alla volta, riusciremo tutti ad attraversare in sicurezza.”
E dopo molta spinta, tirare e strisciare, i piccoli avventurieri coraggiosi atterrarono in sicurezza sulla sponda opposta.
Ora dovevano attraversare un’alta collina rocciosa, ma sulla mappa sembrava molto più difficile di quanto non fosse in realtà. Una farfalla, che volò giù da un cardi, mostrò loro la via più piacevole da seguire. Dora la Cerbiatta quasi cadde giù una volta, ma vide dove si trovava e la circumnavigò, mentre Bobby riuscì a dare a Tommy una spinta giusto in tempo per evitar di scivolare.
Dopo di ciò, il sentiero li portò attraverso un bosco così scuro e fitto che non avrebbero mai trovato la via se Sam lo Scoiattolo non fosse saltato da un albero all’altro, cercando il triangolo contrassegnato sulla sua mappa.
A quel punto, cinquanta belle ghiande Sam le aveva messe al sicuro in una tasca gonfia che aveva nella guancia. Era dove le teneva in estate, perché non sarebbe stato facile trovare noci in inverno se non ne avesse accumulate un buon stock in anticipo. Ma ovviamente non era inverno ora, e si dimenticò completamente di mangiarne, sebbene fosse così occupato a farle cadere dalla sua piccola tasca nei taschini dei suoi amici.
“Guarda cosa ho trovato per te!” chiamò, quando riuscì a saltare giù da Bobby e Tommy a terra, perché era troppo grande per viaggiare sui sentieri.
“Oh, grazie, Sam,” rispose Tommy. “Ma è solo lo stesso che abbiamo a casa. Voi scoiattoli mangiate erba, vero?”
“No, no!” rise Dora, staccando un rametto che pendeva sopra un po’ di fine muschio secco. “Sono molto più buone. Non ti piacciono, Sam?”
Ma ora il naso di Bobby tremolava di gioia. Annusa—annusa—annusa—era certamente l’odore di minestra! Infatti, nel momento successivo giunsero alla fine del bosco e videro un orso bruno piegato su una cucina elettrica, con quello che pensava fosse il tegame più buffo che avesse mai visto in vita sua.
Ora Bobby non poteva sopportare di lasciare i suoi amici affamati, quindi mentre Tommy e gli altri facevano la guardia, si affrettò verso l’orso e offrì di comprare l’intero pentolone di minestra se lui non lo avesse venduto per nient’altro.
“Beh, beh,” borbottò Bruin, “penso di poter cedere un po’ di minestra. Non ne ho davvero bisogno di tutta.” E condusse Bobby alla porta della sua cucina, riempiendo il suo paiolo quasi fino all’orlo con minestra d’orso—tutta pronta da mangiare nel modo che Bruin preferiva di più—con noci, bacche e molto altro a galleggiare in cima—sufficiente per tutto il gruppo.
Così Bobby Coniglio e i suoi amici si sedettero e fecero un picnic molto delizioso.
A questo punto il sole stava tramontando e avrebbero già dovuto essere a casa da tempo, ma dissero che la mappa indicava che il tesoro che dovevano trovare era ancora un po’ lontano. Così ripartirono subito, l’orso regalando a Bobby il suo ombrello da portare, e scivolando dietro per restare il più vicino possibile.
Ben presto arrivarono a un luogo dove molta acqua era scesa dalla collina; il fango e le pozzanghere rendevano i passi fangosi e difficili. Bobby guidò la via, mentre l’Orso Bruin seguiva immediatamente; e proprio mentre erano al punto più alto e alla pendenza più ripida, notò che il manico del suo ombrello era completamente rotto, e la cosa peggiore era che dell’acqua dolce era entrata dentro, rendendo il suo ombrello pesantissimo.
Giù scesero, uno dopo l’altro, quando all’improvviso, l’ombrello di Bruin cedette, il soffio del vento passò come un alito di aria fresca.
“Alzati! alzati!” chiamò Bobby a Bruin e agli altri che seguivano. “L’abbiamo trovato finalmente! Saremo in tempo per cena, dopo tutto.”
Furono subito alla porta dell’armadio di Bruin, mentre stendevano il tesoro su un tavolo, dividendo tra di loro il migliore che potevano. Poi si sedettero tutti e mangiarono e mangiarono finché non furono troppo pieni, e poi ognuno mise un’altra porzione in un posto comodo, così da essere sicuri di poter portare a casa un morso o due, quando volevano.
Finché Bobby forniva loro tesori, Bruin era sicuro di avere un amico; e fino ad oggi, anche se le ghiande raramente sono in vendita, il timido Bobby si intende benissimo con il suo amico orso Bruin, e se solamente succede di sentire al telefono che ci sono noci sul mercato, chiama Bruin, e in circa mezz’ora hanno un bel pasto di mirtilli o funghi, o fragole con rici e scuse. Sì, tra Bruin e Bobby non ci sono vecchi rancori, e non ci sono piccole intimità che il trattamento di Bruin nei confronti di Bobby non fece un po’ risentire il nonno, finché lui era soddisfatto di questo.