In una calda casetta ai margini del Villaggio Centrale vivevano un ragazzo e una ragazza di nome Paolo e Maria. Desideravano da tempo avere un animale domestico. Un giorno, il padre disse a Paolo:
“Perché non prendi Maria e vai a prendere un cucciolo?”
Così partirono per il mercato dei cani in città e presto tornarono con il cucciolo più adorabile e peloso che avessero mai visto. Gli occhi del cucciolo erano neri e brillanti; il suo pelo era di un marrone dorato, e una lunga punta bianca pendeva su un orecchio. Lo chiamarono Bingo.
Bingo si ambientò rapidamente nella sua nuova casa e amava profondamente i suoi padroni. Gli era permesso entrare e uscire dalla casa a suo piacimento, così i bambini lo chiamavano affettuosamente _Padrone di Casa_
.
Bingo aveva una fila intera di giocattoli, con palline colorate di ogni forma e dimensione, su cui saltava e giocava, e ad ogni giocattolo che afferrava scodinzolava gioiosamente.
Un giorno triste, quando i bambini tornarono a casa da scuola, trovarono il cancello del giardino aperto e nessun Bingo in casa. Per tutta la giornata chiamarono Bingo! Bingo!
, nella speranza che potesse rispondere alla loro voce tanto familiare, finché alla fine, in pura disperazione, si sedettero a piangere fra le braccia l’uno dell’altra.
“Temo,” disse alla fine Paolo fra le lacrime, “che non rivedremo mai più il nostro caro Bingo. È probabilmente smarrito o è tornato a casa dopo il suo solito posto per una calda cena.”
Maria non rispose; ma all’improvviso, come se volesse esprimere la stessa idea di Paolo, si alzò, suonò il campanello, entrò in casa e tornò presto portando in mano uno dei giocattoli di Bingo.
“Vieni, Paolo,” disse, “andiamo a cercare Bingo.”
Così, mano nella mano, si avviarono lungo la strada verso il campagna. Il giocattolo li guidava bene, e, abbaiando gioiosamente, Bingo fu presto scoperto sotto un cespuglio, dove si era sdraiato in tristezza stanco, sognando che Paolo e Maria lo avessero dimenticato e fossero tornati nella calda casa senza di lui.
Ora, con un felice `Bingo!’ da entrambi, viene riportato a casa, messo nella sua vasca di acqua calda e poi in un cesto di lana colorata, dove dormì il sonno dei felici e grati.