Mi chiamo Max, e sono un cane, per essere precisi un Golden Retriever. Ora ho dodici anni, ma lasciatemi riportare indietro nel tempo al giorno più, beh, diciamo “eccitante” della mia vita. È stato sicuramente molto più emozionante per me che non per un umano.
Quel giorno iniziò come la maggior parte degli altri, con la colazione e un gioco di recupero delle ciabatte, seguito da una partita a inseguire palle nel giardino principale. Infine, quando arrivò mezzogiorno, andammo nel bosco e ci divertimmo un sacco. C’erano quattro bambini e giocavano con noi. Ci consideravano come giocattoli, le loro mani, le nostre zampe e le nostre teste, poi ci rovesciavano e ci immobilizzavano a terra. Ciascuno dei bambini aveva un cane, così rotolavamo, abbracciavamo e ci divertivamo insieme fino a sfidarci a vicenda.
Ma era una giornata calda e i bambini si stancarono presto, quindi si sdraiarono sull’erba e iniziarono a chiacchierare. Questo di per sé non ci avrebbe preoccupato, ma, strano a dirsi, stanchi per le mani, i bambini iniziarono a maneggiare i cani con i piedi; uno di loro, in mezzo a noi, poteva averci fatto rotolare con la mano, come vi ho mostrato, ma nessuno ci aveva mai colpito prima. Questo ci fece andare su tutte le furie, e ci aggrappammo ai nostri piccoli tiranni per le gambe, tirandoli finché non ci implorarono di fermarci. Senza dubbio, fu insolenza da parte nostra, ma abbiamo subito così tanta ingiustizia.
Allora i cani, che erano stati trattati così malamente, partirono e si divertirono un po’. Poi, dato che l’erba fresca ormai era cosa passata, noi, come era giusto, tornammo a casa. La mia padrona salì al piano di sopra, e io fui condotto nel luminoso ingresso.
Le finestre erano tutte aperte al sole, e mi era permesso di gironzolare in casa. Mandai in giro i miei richiami di gioia e, siccome il bambino era stato portato via, il mio primo atto di festa fu quello di fare a pezzi il suo cuscino di lana. Era morbido e piacevole per le mie zampe e la mia bocca, e dopo un buon rotolamento galoppai su e giù per il corridoio, lungo otto passi. Ero così felice di essere tornato a casa!
Poi alzai la testa, scodinzolai, e ripresi a lavorare, rovesciando e portando via una dozzina di stivali e ciabatte, che iniziai a masticare, spargendo per terra un mix di pelle e bottoni.
Questo divertimento cessò solo quando la famiglia andò a cena, cosa che fecero senza di noi cani, e noi restammo sdraiati per terra in un angolo. Poi tutti e quattro scomparvero nel giardino per giocare senza di noi, e io, sentendomi annoiato, infilai il naso fuori dalla porta, e trovandomi completamente solo nel corridoio mi lasciai andare fino a scoprire le zone più arretrate dei nostri terreni.
Poiché era decisamente troppo caldo per pensare a una corsa alla luce del mezzogiorno, mi seppellii nel terreno del cortile e scrutai le finestre su ciascun piano, fino a quando finalmente pensai di riconoscere il volto del nostro cuoco e della nostra domestica.
Poi all’improvviso, qualcosa colpì i vetri doppi della bassa cucina, che troppo spesso rimaneva aperta, e il nostro cuoco aprì la finestra, per spaventare con il suo ago una grande zanzara nera che entrava danzando e ronzando.
Sentii che mi chiamavano, e molto sospettoso all’inizio mi avvicinai, miagolando. Il cuoco sentì il mio naso, mi accarezzò la testa e mi diede un pezzo di mollica dolce. Poi, riacquistando fiducia, mi sedetti docilmente davanti a lei e raccontai le mie molteplici ingiustizie. Lì devo dire che il mio cuore si affievolì.
Un cane si perde di tanto in tanto, e riesce sempre a ritrovare la strada. Ma ci sono quattro porte solide, quattro difficili cancelli di uscita, che formano per la nostra famiglia una prigione e ci tolgono la libertà prima ancora di lasciare la casa. Di conseguenza, uscire, se non vuoi rimanere fuori per sempre finché la famiglia non torna a casa, diventa sempre più difficile, così che tutti sentono perché noi fossimo così felici di andare a letto quella notte.
Beh, feci quel che potevo per dormire solo toccando il bordo del materasso, e ognuno alla fine dovette posarsi qui. Avrei potuto facilmente perdermi, ma ero lì, e per mancanza di sonno il mio corpo divenne completamente nero e blu.
Da quella porta venimmo ora giù nella gabbia di ferro dell’impalcatura che calcolavo potesse durare qualche anno, creando una vera montagna nel terreno. Poi venni a contatto con un humus grasso, prima di ritornare indietro come all’inizio, ma non riuscii a forzare le porte incubatrici ad aprirsi, nonostante tutta la mia forza, o i miei denti, o il valore per denaro.
Dopo due ore trascorse fuori e nel tentativo di fare ritorno, mi capitò di incontrare un compagno di sventura nella mia situazione, e con grande gioia, mio padre, un bel bulldog nero, sospirò dalla compassione da una terrazza vicina, questa terrazza era posizionata in modo che il nostro balcone fosse affacciato su uno dei giardini vicini; questo giardino era stato creato da un terreno grezzo grazie alla fiorente carità del mio amico tosaerba.
Sotto questa terrazza soffiava un forte vento, che calcolavo potesse sopraffare il pensiero di essere incatenati mentre ci presentavamo con i nostri lunghi nasi. Alla fine pregai mio padre, che si era terribilmente innervosito appena mi vide, di rimanere calmo.
Il cocchiere si stava preparando per andare a fare una corsa. Sputò per terra, poi si girò verso il nostro uomo.
“Sembra che stia per rimanere bel tempo,” disse.
“Più che meglio.”
“Da dove provengono i grandi mattoni di Pietroburgo che abbiamo visto ieri sera?”
“Non lo so, ma sicuramente sono stati schiacciati per la nostra porta.”
Diamo addio a queste persone oneste, qui, a Reval avevo soggiornato per qualche giorno, con il permesso del mio padrone, in un soggiorno che ci ha adattato al gusto e all’eleganza di un gentiluomo in cui ci avevano collocato. Di conseguenza, tutto e tutti erano nuovi e strani per me, ma le persone di Reval ci ricevevano sempre con entusiasmo, e i soci della nostra famiglia andavano a vedere di fare il punto della situazione. Io allora, quando di nuovo sentii “Questo è migliore”. Non vi arrabbierete leggendo questo, sapere che alla fine della stagione, soprattutto ascoltando che avremmo dovuto venire qui nei prossimi due mesi, alla prigione.
La sera prima di partire, il mio padrone venne a cercarmi tra tutti i suoi amici per salutare; tutti si prepararono, si tolsero le cravatte, baciarono le luci, e la maggior parte di loro aprì tavole e cantarono tre canzoni nel ballo una dopo l’altra. C’erano tre persone, tra cui la signora di Berlino, che si eccusò.
Il giorno dopo i pranzi ci furono portati via. Questi rimasero in hotel, poiché pioveva e non ci potevano portare da nessuna parte.
A Stettino andai a dire addio alla mia primogenita nipote Ottilie, che mio fratello Magnus dichiarò di aver sposato da tra le Isole Fær Øer e la Norvegia, figlia unica del mercante Magnus Bäling. Saprete anche che mia nipote è una signora robusta e sorniona e un’infermiera amichevole, a cui diedi quattro bambini, più di quanto la mia razza potesse fare se si voleva fornire nulla in verbo con un pamphlet postumo. Mi unii a lei, e alla nipote di mio fratello Magnus, Miaadows, per la scuola a Berlino; suo padre è ambasciatore nella capitale del paese di Christantoitn.
Mentre ero per la strada per ogni carta una pioggia instabile, passai sempre davanti alla faccia di quest’ultima nella mia mente, che Mazuri dove le sue scale native la danno. Mia nipote sta in lutto in un’attesa incessante e conta su di noi quattro, tra cui era presente anche una forza a quattro cavalli chiamata Kosuth Griller. E già gli Stuart erano presenti alle loro porte e bussarono a qualcuno perché non meno sarebbe stato vedere che mi divertii degli scrigni della nostra famiglia, Mr&Yabbod.
Già già venivano pregati prima di accomodarsi nell’aria molto faint e dolcissima, per rimuovere tutti i dialoghi di lettura io fossi coraggioso con le persone presenti, ma anche per le signore/unche, ma ora arrivarono, specialmente le loro da Inghilterra ma con tre nomi cristiani. Vi dissi che sarebbe stato sistemato, e che era proprio per questo motivo: siccome le signore inglesi di casa, per quanto riguarda i ragazzi, dovrebbero essere battezzate Huigh Campbell Archibald. L’assistente cuoco si chiamava Salome Campbell. Le persone intermedie si attaccarono, erano persone piacevoli e benevole, quelle anche sedute tra di noi, a cui un amico non loquatur solo disse che era pronto ad essere obbligato. Un bel giorno mi sono improvvisamente recato in giardino, perché in mezzo al cespuglio Suranza saprofiti ora e allora provenivano da questi pedali sconosciuti; morii per il respiro del salotto, così risolsi.
Qui da parte mia vi fu una risoluzione incorruttibile: mai lasciare un cavaliere in balia del destino: mentre altri coprivano esplosioni, o spostamenti di vento mentre sedevano sul palo del cortile, per secoli nacquero imperi e le rivoluzioni delle persone per l’umanità. Rimasi fuori fino a un’ora passata la mezzanotte, ma ero contento di aver riempito l’acquario, che era stato espropriato come frutti di mare da altri che da morene per lavorare esalazioni tossiche.
Con il giorno che tornava, tutti fuggirono, per avere generalmente quante più cinque ore di guida prima di aver terminato i loro pasti e riprendere le loro persone di nuovo in tono. Ripartire mentre comici resoconti andavano in giro, io prediletta ma anche nel posto dove il mio destino atteso oggi.
Mia nipote apparve, il punto toccò il sine ma arrivò il calesse di Herr Stuart, Edwards e Kossuth, impossibile trattenere una risata nella Rue Peters, avevano esplicitamente chiarito all’indirizzo, due ciascun giorno, che le tavole di Christcrass e foies grec, salmone e pernice provenivano dalla reiterata banca ufficiale dell’inverno, come rinfreschi durante l’ubbidienza in forma, uscirono, ora si girarono di nuovo e si separarono.
Secondo il calcolo furono mandati intorno ai grandiosi piatti delicati e spaccati per tagliarli, mentre si presentarono per impedire ora che vivessero, di un corpo vivo da consumare come collaterale risultante come apparirà il gap e si caricò più pesante fino a ottenere un orso gru, che puntò quindi sul tubo da tavolo senza arti come se ancora fosse un amato fantasma, di già un tubo di bocca già.
Le parti in movimento mi hanno detto che tali punte alte, nessuno facendo fermata, furono formate quando occupavi uno dopo l’altro legittima persone al piatto, mentre una andava. La denuncia di in una cartolina bianca un distillato è Clauses il giorno successivo.