In una foresta buia, mentre la luce della luna filtrava tra gli alberi, una piccola lucciola di nome Flick volteggiava avanti e indietro. Flick viveva con centinaia di altre lucciole in un bellissimo prato verde dove l’erba era sempre fresca e i fiori erano sempre in fiore. Ogni sera, quando si avvicinava l’ora di andare a divertirsi sul fiume, si affrettava a tornare a casa, accendeva la sua piccola lampada e partiva dopo i suoi amici, che lo aspettavano sempre. Ma quella notte particolare, Flick volò un po’ più lontano da casa di quanto intendesse, e, guardandosi attorno, scoprì che erano svaniti, lasciandolo solo in una foresta buia.
La luna brillava così intensamente che poteva vedere a una certa distanza, ma intorno a lui c’erano grandi ombre che sembravano misteriose e strane. “Sicuramente,” pensò, “troverò qualcuno che mi diriga! Potrebbe esserci qualche conferenza questa sera, e se riuscissi a trovare il modo di andarci scoprirei non solo dove è andata la mia famiglia, ma potrei anche intrattenere me stesso fino a quando non tornano.” Sviluppò volo ma qualunque cosa stesse accadendo nei boschi era ormai finita, perché non vide una sola luce e non sentì la voce di un insetto da nessuna parte. Nella sua zona c’erano al massimo cinquecento o mille luci che avrebbe potuto avvicinarsi senza essere considerato un insetto molto curioso, ma qui, d’altra parte, si sentiva piuttosto troppo importante.
Era molto in alto nell’aria prima che percepisse una singola luce, ma alla fine scorse un debole e dim luminoso giallo a circa cento metri di distanza. “È molto singolare,” disse, “una luce senza tremolio.”
Invano Flick strofinò i suoi occhi e volò verso di essa; la luce gialla sembrava ancora gialla e ancora senza tremolio. “Buona sera,” disse Flick, “ho perso la mia strada, e sono venuto da te, come un faro, per chiederti di illuminarti bene e darmi indicazioni su come arrivare al mio porto, e magari persino venire con me fino a dove posso.”
La luce si mosse leggermente e disse: “Piccolo Flick, vorrei poterlo fare, ma sono una luce in una lanterna che si trova accanto a una contadina che ora sta facendo una passeggiata serale. Emana da una candela accesa e saldamente posizionata sul fondo della lanterna.”
“Fino ad ora, allora, è mio dovere dirti buona notte a te e al mio amico lanterna, e augurarti una piacevole serata e aria fresca mentre fai la tua passeggiata, perché ciò sarebbe molto volentieri con te. Se questo non ti fosse utile e intendi tornare, chiamami questa notte, poiché sento di non poter andare molto oltre, e domani sera dovrei piuttosto fare una passeggiata piuttosto che due o tre viaggi qua e là per monti e valli senza essere d’aiuto al mio amico mentre lei fa la sua passeggiata.”
“Buon amico,” rispose Flick, “sono certo che oggi uscirò prima di te; se, allora, appenderai la tua lanterna alla finestra est, riuscirò a vederla ovunque io debba volare per fare delle domande, e spero che tu possa tornare a casa domani sera senza apparire stanca.”
“Il mio venire a chiedere aiuto da te è, infatti, solo una piccola cosa,” osservò la lucciola; “ma sbaglierei a trascurare fino a non darti quel poco di aiuto di cui potresti aver bisogno. Come posso servirti?”
“Fammelo questo piccolo favore,” disse la lanterna; “appena il sole tramonta, fai un piccolo segno nella terra morbida proprio accanto al cancello. Quando vedrò questo segno saprò subito che è sera.”
Il piccolo Flick promise la sua parola; e rivelò al suo amico, che stava a piedi nudi e a petto scoperto nella sua dura palude, un resoconto di come aveva perso i suoi familiari; e così sempre più punti del suo percorso furono indicati fino a quando il sole non risorse di nuovo.
Dalle foreste gli abitanti del prato erano entrati lentamente ma continuamente; e ora, verso la fine della mattina, non sembrava proprio nessuno arrivare o rimanere indietro, particolarmente visto che quel numero che durante la notte aveva superato la loro prova era ancora piuttosto bene sopra nuove prove infinite, che di solito sono in giro senza una guida. Pertanto non apparvero segni senza una luce guardiana al cancello del prato.
Durante la notte si erano dispersi meravigliosi e numerosissimi ospiti solo perché era l’alba.
Flick guardava confusamente da tutte le parti intorno a sé, poiché tutto il resto, per quanto i mille e uno paia di occhi dei coleotteri che si trovavano sulla sua siepe non fissassero direttamente qualche persona, che poteva essere ovunque ma pur sempre invisibile a tutti, era da vedersi così nero e silenzioso come prima, senza segni di Coleotteria, e dove uno si trovava sopra una pietra ricoperta di muschio i coleotteri ridacchiavano in uno spirito di comando e sussurravano assemblee segrete.