Un giorno un bombosso volava qua e là, a volte fermandosi per sorseggiare i nettari dei fiori e a volte ronzando per visitare altri. Alla fine si allontanò così tanto da casa che non sapeva in quale direzione voltarsi. Il giorno si stava facendo tardo, e temeva di dover passare la notte lontano dall’alveare.
Ronzò intorno e intorno, ma non riusciva ancora a trovare la strada per tornare a casa, e alla fine esclamò:
“Carissima Farfalla, puoi dirmi dove devo andare per trovare casa mia? Perché sta venendo notte, e mi sono perso.”
“Certamente, ti aiuterò,” disse la Farfalla, e spiegando le sue grandi e belle ali, aggiunse, “Sali su, e ti porterò in volo verso casa.” Così il Bombosso saltò sulla schiena della Farfalla, e partirono per il loro viaggio.
Ma dopo aver volato per un po’, la Farfalla disse: “Temo che tu sia molto troppo pesante per me.”
“Oh, no,” disse il Bombosso, “non peso quasi nulla.”
Ma poco dopo la Farfalla disse di nuovo: “Temo che tu sia molto troppo pesante per me.”
“Oh, no,” disse il Bombosso, “non peso quasi nulla.”
Ma prima che avessero proseguito molto oltre, la Farfalla si trovò costretta a esclamare di nuovo:
“Sei molto troppo pesante per me.”
“Oh, no, non lo sono,” disse il Bombosso, e un momento dopo, la Farfalla cadde a terra, e il Bombosso si rese conto di essere saltato giù, senza sapere il peso delle cose che stava portando.
“Hai davvero caricato,” disse la Farfalla, “un Bombosso troppo sulla mia schiena.”