Il Piccolo Treno che Poteva

In una luminosa e soleggiata mattina di Natale, tutti i giocattoli e i regali erano caricati sul piccolo treno blu che portava i regali di Natale ai bambini. Amava il suo lavoro, ma oggi, proprio come ogni altro Natale, si trovò presto di fronte a un grande problema: una collina ripida e scoscesa.

Il piccolo treno blu, a volte chiamato Choo-Choo il Treno, si fermò e guardò in alto fino alla cima della collina e poi si voltò a guardare tutti i vagoni, tutte le finestre illuminate piene di giocattoli per i piccoli bambini ciechi, appesi alla loro bambole per le bambine e animali di peluche. Ma altri piccoli treni erano stati spaventati dal tentare il giro, e quando il piccolo treno blu pensò a tutti quei bambini che avevano bisogno di giocattoli ben pensati e non ne avrebbero ricevuto nemmeno uno — non poteva semplicemente farlo.

La collina era così ripida che quasi tutti quelli che passavano di lì si fermarono per aiutare il piccolo blu motore. Lui aveva aiutato tutti gli altri in precedenza. “Per favore, aiutante, vai a cercare il piccolo blu motore.”

Ma il piccolo blu motore sapeva che la pendenza era troppo ripida, e le macchine coccodrillo avevano chiesto tutte prima sapendo che lui aveva aiutato tutti gli altri prima.

“Nessuno aiuterà mai,” dissero alla grande sorella. Così tutti i motori di dimensioni grandi e quelli lucenti e danzanti furono vocali, ma nessun altro voleva farlo perché lui stesso rispose.

E quando il treno orso polare e il treno accogliente furono finiti con il treno passeggeri, tutti se ne andarono, nulla poteva fermarli.

“Oh caro, oh caro,” disse il piccolo treno blu. “Ora non posso più andare.”

Poi, all’improvviso, arrivò un piccolo motore blu completamente diverso da qualsiasi altro avessero visto prima.

“Ci tirerai su per la collina?” chiesero insieme tutti i giocattoli e le bambole.

“Certo, lo farò,” disse il piccolo motore blu con orgoglio.

Così tutte le bambole e i giocattoli dissero “Ehi, ehi!” con sorrisi gioiosi proprio sotto le case.

“Credo di poterlo fare; credo di poterlo fare; credo di poterlo fare; credo di poterlo fare, credo di poterlo fare!”

Lo dissero a vicenda mentre salivano sulla collina: “Credo di poterlo fare; credo di poterlo fare.”

Ma cominciava a diventare un lavoro molto duro, e il piccolo motore blu andava lentamente. “Ehi! Ehi!” dissero le bamboline.

Avanti, avanti, avanti! Andava lentamente ma costantemente; e alla fine poterono vedere in lontananza la cima della collina, attraverso la neve nel freddo aria del mattino, ma nel frattempo la sua piccola voce continuava a dire:

“Credo di poterlo fare; credo di poterlo fare; credo di poterlo fare!”

Il piccolo motore blu aveva combattuto tutto il possibile e il treno aveva tirato su dal momento in cui i nastri rosa in tutti i suoi vagoni giunsero, uno dopo l’altro, e alla fine i nastri rosa e rossi terminarono.

“Ehi!,” dissero le bambole, “Ehi! Ehi! Ehi!,” e incominciarono.

E scesero solo in attesa poiché ora della pendenza più ripida di tutte.

Poi tutti si misero in cammino allegramente, affrontarono la caverna oscura per il treno notturno e iniziarono mentre il piccolo giocattolo della sorella cominciò a dire:

“Credo di poterlo fare; credo di poterlo fare; credo di poterlo fare; credo di poterlo fare,” correndo con una felice velocità nel blu blu del mattino verso il lontano cortile centrale per nessun luogo, finalmente.

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