C’era una volta, in un cielo radioso pieno di meraviglie, una piccola stella di nome Twinkle. Ogni notte si girava e si roteava, illuminando il vellutato sipario del cielo notturno. Twinkle amava il suo posto tra le costellazioni, ma nel profondo del suo piccolissimo cuore, custodiva un desiderio brillante: desiderava esplorare il mondo sottostante.
Ma un accenno di paura l’attanagliava: avrebbe perso il suo splendore se fosse scesa? Era una domanda che la accompagnava nel suo scintillio durante le notti stellate. I suoi amici luccicanti si univano spesso a lei nei loro balli celesti di routine. “E se domani notte provassi a volare giù?” si chiedeva Twinkle alla fine di ogni giorno, il cuore che batteva per le possibilità.
Una sera, riunì i suoi amici stellati e condivise il suo desiderio. “Voglio volare nei campi, negli oceani, dove sbocciano i fiori!” esclamò con occhi luccicanti. Ma i suoi amici rispondevano semplicemente scintillando piano. “Non puoi farlo, Twinkle,” disse la Vecchia Luna, che aveva vegliato sulle stelle per innumerevoli anni. “È il tuo destino brillare qui sopra affinché i mortali ti vedano. Perderai la tua luce se scendi.”
Ma il desiderio di Twinkle ignorava tutti i pericoli. Così, quando arrivò la notte e tutti volevano rimanere fermi nei loro letti, Twinkle fece un salto, giù, giù, giù. Corse attraverso l’aria notturna come una stella cadente, e mentre fluttuava, si sentì più viva che mai. Con grande gioia, notò che in effetti non stava perdendo il suo splendore!
Giù e giù volò finché alla fine trovò un bel campo dove le margherite annuivano sorridenti alla vista di una stella cadente. E all’improvviso, Twinkle si trovò su un alto fiore di mais giallo, ridendo mentre una grande goccia di rugiada rotolava lungo il suo stelo. Fu accolta con entusiasmo dagli insetti assonnati e dalle altre piccole creature venute a vederla. Ma gli altri fiori la guardavano con stupore; non avevano mai immaginato che un ospite così strano potesse venire giù dal cielo.
Molti modi carini di essere vivi Twinkle non li aveva mai pensati prima, e fu molto felice là nel grande mondo verde sottostante, fino a quando un giorno, quando il vento imperversava anche sulle margherite, fece un salto verso l’alto, e—ah! se qualcuno l’avesse vista mentre pendeva tremante alla fine di un ponte notturno! Si sentiva molto stanca e sporca come nessun altro fiore si sarebbe sentito; ma aveva così tante belle storie da raccontare, non appena la sua cara buona madre, la Vecchia Luna, si sportò cautamente e piegò il suo viso sereno per controllare la sua piccola figlia.
E quando Twinkle andò a letto, rose rosse e dorate trovarono le sue guance, e due violette sbirciarono sotto ciascuno dei suoi occhi bianchi. “Perché!” gli Osservatori Notturni del mare si avvicinarono fluttuando alla Luna e sussurrarono: “Quale nuova e brillante stella è quella che hai fatto nascere nei cieli?”
Ma la Luna sorrise gentilmente alla nuova stella, “Ah! non è altro che una piccola bianca che è caduta giù da me ieri e non si è bruciata. Suppongo che sia stata giù nel mondo per un’intera giornata.”
E quando la piccola stella era ora completamente vestita, i suoi occhi brillanti scintillavano dalle guance rosate dove sbocciavano le violette, e la Luna non la trovò così sporca. Ma ora assomigliava ad altre stelle; si era appena sviluppata naturalmente. Chiese poi alla madre se di giorno, mentre dormiva, rimanesse con tutte le altre stelle nell’occhio che ora scintillava sotto—e i suoi amici luccicanti raccontarono ai tanti, che scintillavano anche per un poco quando il sipario veniva abbassato; pensava fossero i più belli e gentili.
Ma alla fine, la Vecchia Luna le disse che la nuova stella non sarebbe più stata vista nel cielo serale. E Twinkle progettò semplicemente di tornare giù al suo delizioso fiore di mais, per scrollare la rugiada dal suo lungo stelo, ma ora non avevano più bisogno di tanta acqua; e in alto nell’aria un brilliante viridis già ondeggiava il suo profumato fiore al sole dorato.
E così Twinkle visse i suoi giorni tra i fiori perché le stelle continuavano a vegliare sui mortali che dormono nella cieca notte. Quando arrivava la notte, Twinkle faceva una passeggiata verso le stelle e la luna, tenendo le orecchie bene aperte, e amava così tanto ascoltare le notizie da lontano, e causava tempeste nel paese quando i suoi occhi blu scintillavano, e la luna piangeva di rabbia perché il suo viso era nascosto dietro un velo di nuvole. Quando, nelle notti estive senza pioggia, si vedeva ora una, ora un’altra stella scintillante correre, dopo tutte le facce in corsa, era perché si stava divertendo e rideva allegramente nell’oscurità della notte.
Così, quando i rifugiati si dirigevano verso sud, e gli alti iceberg galleggiavano nel Mare Cristiano, Twinkle piegava il suo viso bianco attorno ai suoi genitori—gli occhi blu chiari del convoglio che passava per il bene della scienza—e la Vecchia Luna continuava nella vera temperanza ogni notte giù verso il Lago Coolgard con tutti gli occhi caldi della terra che la guardavano così innamorati del suo viso.
Il nostro vecchio amico Notte, che viaggia così regolarmente con mille lampade galleggianti, sentiva che stava arrivando prima ogni notte sulla terra, ma piaceva alla nostra Twinkle tanto, di giorno metteva la Najada in una bottiglia, sebbene quando desiderava dire qualcosa di allegro alla terra, portava gli occhi luminosi di quest’ultima a letto con sé, e al mattino luminoso scuoteva fuori quello che era stato condannato dall’intera via lattea, fresco e ridendo come il resto.
Twinkle pensava sull’intero viaggio sopra la terra molto riguardo ai suoi compagni lungo il cammino. Il Vecchio Plover di Anegua, che guidava cacciatori e viaggiatori a pagamento, e le mosche Brahmini dell’Etiopia mettevano i larghi rami delle alte palizzate sul tetto, dove costruiscono i loro alveari indistrutti, e si abilitava un edificio dopo l’altro nello spazio ridotto; è un tour che fece sulla superficie del tempio per mostrarlo a pagamento. Ci si ferma fino a 20 piedi nel vasto mercato aereo appeso giù dall’albero. Parlamento degli Uccelli; e tutti, e, Teufelsberg da mettere in terra se molto in ogni rispetto agli studenti tedeschi, poveri uomini avevano noleggiato un uccello per fargli tenere i piedi su una sottile paglia; quindi la nuda terra, uno giù a terra!
E laggiù, nei vari servizi dei consolati, e le montagne norvegesi a schiena di porcospino insegnavano al Munk, autorità al punto più alto di altitudine, e palazzi maestosi con soffitti sotto terra; pittoresche onde di mare abbracciano il tumulo di Tenafifis kwovie, per essere sulla spiaggia da sotto i suoi piedi là partecipano corporeamente a tutta la conoscenza del mondo stessa.