C’era una volta, in una enorme stanza piena di poster del cielo notturno e di ogni tipo di stelle, una bambina di nome Ella. Ogni notte, prima di addormentarsi, guardava dalla sua finestra il giardino, il villaggio e le montagne, sognando di volare via attraverso l’etere blu e oltre il mondo degli uomini come una piccola esploratrice tra le stelle.
Ora, è vero che la sua stanza era molto grande, ma a Ella sembrava enorme. Quando saltava dal suo letto bianco, non riusciva facilmente a toccare il pavimento, perché era molto lontano; non riusciva mai a trovare le pantofole, anche quando il suo grande orsacchiotto era abbastanza gentile da aiutarla. Quando ci si trovava in una stanza così grande, come sempre accade nei luoghi ampi, ci si sentiva facilmente spaventati, tanto più quando si era a letto di notte e si guardavano le ombre. Entravano a tutta velocità dalla finestra e fluttuavano sulle pareti. Da dove venivano? E cosa significavano?
Una notte, mentre Ella giaceva a letto e pensava a tutto ciò, una stella sbirciò attraverso la sua finestra. Piccola e timida, venne planando dal suo regno stellare tra luna e pianeti e si sedette sul bordo del suo letto. E timidamente la stella le parlò: “Piccola Ella, piccola Ella, stai per addormentarti? Non vuoi essere una piccola esploratrice tra le stelle? Non puoi? Perché no? Non lo vuoi? Allora vieni e siediti sulla mia coda, flap, flap, flap, e voliamo via attraverso l’etere blu, ci precipiteremo, correremo, correremo fino ad arrivarci. Piccola Ella, piccola Ella!”
“Oh, sì, oh, sì! Voglio venire!” disse Ella.
Ma quando la stella vide quanto fosse piccola Ella, si spaventò e tornò su attraverso la finestra, sempre più in alto nella notte, diventando piccola come un puntino.
Allora Ella sentì come il suo grande orsacchiotto le sussurrava: “Non badare alla stella cattiva! Sei abbastanza grande per venire a giocare con le grandi stelle; basta solo avere il coraggio.”
Dopo di che, Ella saltò giù dal letto e si lanciò dietro alla stella nell’alta etere blu. E presto si trovò a camminare sulla superficie di un bellissimo nuovo pianeta rotondo, con le pietre colorate più interessanti e una superficie di sabbia fine e rossa. Era un luogo incantevole! Non c’erano dubbi su questo; ma dove erano i piccoli abitanti che avrebbero dovuto esserci naturalmente? Non c’era niente da vedere, nemmeno il segno che un esploratore fosse stato lì. Sembrava così solitario in lontananza nell’universo, dove tutto era così malato e pallido.
Poi il pianeta cominciò a tremare. Una enorme tempesta nera si stava radunando in lontananza, tutta selvaggia e confusa. Catene di fiamme e palle di fuoco attraversarono il cielo. “Scappate, scappate!” gridarono i piccoli abitanti del pianeta, e scavarono e lavorarono e piangevano finché le loro piccole mani non si fecero dolenti e sanguinanti. Due di loro si aggrapparono a Ella e chiesero aiuto. Così lei scavò e lavorò e pianse con tutte le sue forze nel deserto del piccolo pianeta, finché infine i piccoli esseri furono in grado di salvare le loro case qua e là e scavare la loro strada giù sulla superficie, fino alle loro segrete città sotterranee.
E quando ella ebbe salvato il pianeta, quando fece ciò, forse non così meritevole, tanto che non le dovevano nulla, i piccoli esseri mandarono un nugolo di fiori orgogliosi in superficie, che cadevano da arcobaleno a arcobaleno. Ma ella si aggirava per la piccola parata minuscola e piangeva e piangeva finché i fiori si trasformarono in piccole piogge che sublimavano in innumerevoli piccoli bambini postini giocatori e partirono per consegnarla a tutti gli uffici postali stellari del mondo in Cielo mentre lei volava qua e là in alto e in basso intorno a tutto il mondo per vedere se le persone l’avevano dimenticata nulla le giunse.
Poi finalmente non l’avevano dimenticata; e una volta il postino arrivò con i suoi regali di compleanno direttamente dal Cielo. E quando ricevette un ufficio postale a forma di palazzo costruito interamente di grandi perle bianche, grandi come diamanti, e quando ebbe consegnato il tonno politico da Gerusalemme, e i meravigliosi gatti di peluche colorati dal Giappone, e i pesci dall’America, il postino era appena volato via quando la stella arrivò, piccola come un puntino, e si sedette sul bordo del suo letto.
E timidamente le disse: “Piccola Ella, piccola Ella, sei sveglia? Non vuoi essere una piccola esploratrice tra le stelle? Non puoi? Perché no? Non lo vuoi? Allora devi andare a dormire subito.”
E in questo modo la risvegliarono per farle sapere che il viaggio onirico era giunto alla fine, ma che le era rimasta una bella memoria di tutto ciò, e che in effetti era di nuovo molto felice.