Al crepuscolo, una leggera brezza frusciava tra le foglie di un alto albero dove la piccola Olivia, la civetta, era appollaiata ansiosamente. Era la sua prima notte, e provava un misto di eccitazione e paura mentre cercava di inghiottire la sua cena fatta di lucertole grasse e succose. “Ho paura di cadere,” disse a sua madre, che era seduta accanto a lei.
“Non cadrà, cara civetta,” rispose sua madre, avvolgendole le ali attorno in modo confortante. “Ricorderai ciò che ti ho mostrato, vero? Tienile fuori e battili dolcemente su e giù, e vola proprio come stanno facendo tutti i tuoi fratelli e sorelle.”
Olivia guardò intorno e vide sette piccole civette librarsi velocemente nel chiaro cielo serale. Le osservò salire sempre più in alto, finché non riuscì quasi a distinguerle dalle grandi stelle luminose!
“Scenderanno di nuovo,” disse sua madre; e infatti, dopo un po’, tornarono a posarsi sui rami spessi, ognuna gonfiando le sue piume e sembrando molto orgogliosa di sé. “L’esercizio le farà venire fame,” pensò la loro madre; e, come se non volesse separare marito e moglie troppo a lungo, volò silenziosamente verso il suo nido e tornò presto con la notizia che loro padre aveva preparato una buona cena per loro.
Olivia osservò le altre volare e volare, e si chiese quando avrebbe avuto abbastanza coraggio per unirsi a loro. Finalmente sua sorella Mina venne e si sedette accanto a lei.
“Non vieni, Olivia?” chiese. “C’è una luna così bella.”
“Cara Mina, sono sicura di non poterlo fare,” rispose Olivia tristemente. “Aspetterò che tornate tutte.”
“Beh, buonanotte allora,” disse Mina, e volò via per unirsi ai suoi fratelli e sorelle.
Olivia rimase dov’era, guardando il cielo e chiedendosi come facessero gli altri. All’improvviso una voce le disse vicino: “Hai paura, cara cuginetta?” Guardando in basso, Olivia vide la cugina Rosa, una giovane civetta urlatrice, che era uscita dal suo albero.
“È la mia prima sera,” rispose Olivia, “e ho paura di provare quel terribile volo.”
“Oh, vieni,” esclamò sua cugina. “Puoi aggrapparti con i tuoi artigli, ed è la cosa migliore. Fammi un battito con la tua ala ora; così. Ora, un altro—così. Adesso tieni l’ala sinistra ferma in basso e fammi un altro battito con la destra. Ecco! Mi sembra che tu sia già pronta. Non fa male, te lo assicuro. Corri verso di me, proprio fuori dall’albero, e prova.”
Olivia fece un movimento con la testa, che sua cugina prese per consenso, e volò immediatamente verso il punto.
“Ecco! Lo sapevo che lo avresti fatto,” esclamò. “Ora rifiuta di avere paura e vai il più veloce possibile.”
Olivia si trovò presto sotto la luce della luna, dando il suo primo battito con tutte le sue forze. Nessuno era vicino per vederla salire in alto, e alla fine sentì il suo grido selvaggio e giubilante mentre si librava nel blu dell’azzurro cielo.