C’era una volta una notte stellata, in un prato dove i fiori danzavano in una leggera brezza, una piccola lucciola di nome Fifi. Il cielo sopra di lei brillava con migliaia di stelle luccicanti, e Fifi amava guardarle dal suo accogliente rifugio sotto l’erba morbida e verde.
Ma nel suo piccolo cuore, Fifi nascondeva una preoccupazione. Infatti, ogni notte mentre volava attorno al suo rifugio, notava le altre lucciole che illuminavano i campi con i loro splendidi e luminosi bagliori. “Oh povera me,” sospirava, “Come desidererebbe che la mia luce fosse brillante come la loro.”
“Fifi, cara,” disse sua madre una notte mentre giacevano fianco a fianco osservando le stelle sopra, “Perché sembri così triste?”
“Oh madre,” rispose Fifi, “mi sento così fioca e malinconica. Il mio bagliore è troppo piccolo.” E con ciò, si lasciò cadere su una margherita con la testolina china e le lacrime che brillavano nei suoi occhi.
“Non confrontare mai il tuo bagliore con quello degli altri, piccolina,” disse dolcemente Mama Lucciola. “Ognuno di noi brilla a modo suo e nel suo tempo.”
“Ma io sono solo una piccola lucciola,” mormorò Fifi, cercando di rallegrarsi ma continuando a sentirsi molto giù.
Arrivò la sera successiva, e Fifi chiese al suo vecchio amico il grillo, che stava strofinando le sue zampe per fare musica. “La mia luce è fioca?” sussurrò.
Il grillo si fermò all’improvviso. “Ti sei ritirata, essendo timida. Ma se solo provassi,” diceva, “la tua luce sicuramente illuminerà il cielo notturno.”
Incoraggiata dalle parole dell’amico, Fifi guardò coraggiosamente la notte scintillante. “Ci proverò,” disse, e partì. Mentre sorvolava rose e gigli, Fifi sentiva dolci sussurri nei cespugli verdi e fruscianti.
“Guarda! Guarda!” disse un piccolo coniglio con un neo a forma di stella sulla fronte. “Vedi il bagliore di quella piccola stella che è scesa a giocare sulla terra.”
Ma Fifi si affrettò e non si girò né a destra né a sinistra.
Sospirò quindi il vento. Un vecchio maggiolino, con occhi così grandi e potenti, si fece strada attraverso l’erba.
“Chi è? Chi è! Luce così brillante! Luce così brillante! Cosa brilla così chiaro nella notte? La lucciola, la cui luce minuscola potrebbe facilmente perdersi nella notte. Ma no! La vedo, e sento la sua luce fresca. Dove dimora la creatura incantata che dà la luce.” E così continuò a fluttuare.
Fascio di raggi luminosi lentamente apparve intorno a lei, e la lucciola pensò che la luna stesse sorgendo. Ma lì si trovavano tutte le lucciole del prato, formando un anello gioioso intorno a lei, brillando e scintillando nella rugiada della notte.
“Oh, quanto brillo! Oh, quanto brillo!” esclamò Fifi con gioia. “Credo di brillare più di quanto abbia mai fatto. Era solo il mio piccolo cuore a farmi pensare che la mia luce fosse fioca.”
“Adesso lo vedi,” disse sua madre, “che tutti noi brilliamo insieme per creare una musica di luce nel silenzio della notte. Ognuno di noi brilla in modo unico, ma insieme creiamo uno spettacolo bellissimo.”
E ogni notte da allora, le lucciole brillavano luminose e felici, lampeggiando e danzando nell’aria, come se fossero piccole stelle scese sulla terra per giocare nei prati.
E Fifi la lucciola, che era stata così triste perché il suo bagliore sembrava così fioco, trovò gioia nell’abbracciare la sua luce e condividerla con gli altri, rendendosi conto che il suo scintillio unico era sempre sufficiente.
Quindi ricordate, cari bambini, non importa quanto fioca possiate sentirvi a volte, la vostra luce può brillare più luminosa di quanto immaginiate. Ognuno di noi è unico, e sono le nostre differenze a creare le armonie più belle nella vita.