La Piccola Nuvola che Piangeva

“Oh cielo,” dico,
mentre piango dolcemente,
“sono solo e triste, non ho un’anima da tenere.”
Così sto a piangere,
è tutto ciò che posso fare,
e piango dolcemente sopra la gente
e anche sopra gli alberi e i fiori.

Io sono solo una piccola nuvola
gettata sola nello spazio,
non ho nessuno che si sieda accanto a me,
oh cielo, oh cielo,
ero così stupida e timida che non mi è mai piaciuto
guardare in faccia alla gente.

Dicono che ho un piccolo viso pigro,
ma non posso farci niente,
è sempre lo stesso. Mi sento dolce
e gentile verso tutto,
e con le mie morbide dita bianche,
faccio affondare il grano maturo,
e raccolgo il grano dorato.

Ogni giorno mi muovo sopra di loro,
e dolcemente sopra di loro,
sospiro, sospiro, sospiro! Ma è molto solitario,
nessuno si prende cura di me;
nessuno pensa a me o mi ama affatto,
tranne gli uccelli che cercano di ripararsi
sotto di me nel loro volo.

Poi pensai mentre scendevo un po’ più in basso:
Cadrai in un dolce sonno rosato.
Ma quando mi svegliai
alla lunga occhiata dorata del sole,
ero esattamente dove ero prima,
su nel freddo cielo blu.
C’era giorno e c’era notte,
ero contenta ma non posso negare
che mi sentivo un po’ timida.
Voltai il mio lato scuro verso la luce del giorno
e così attraverso la notte mi muovo.

Oh cielo! Le forme che arrivano nella
Notte!
Sono così cupe e così ombrose,
così scure, che faccio fatica a sopportare le loro spaventose
ombre tremolanti in volo.
Sopra, sotto, davanti a me,
posso solo vedere queste forme tristi
e nulla di allegro e calmo
solo i loro sussurri di danno.

Ora fluttuo un po’ più in alto,
chiuderò gli occhi e sognerò
del sole, del caldo sole sui prati,
il caldo e sano sole che fa
sorridere la natura.
Niente cresce qui sopra,
eppure c’è qualcosa qui sopra,
qualche creatura silenziosa e desiderosa.
Oh cielo, vorrei piangere.

C’è qualcosa di terribile quando
diventa troppo calmo;
così siedo e sospiro, e sospiro e penso.
Che la terra su cui riposo
deve essere fredda e desolata,
non ci sono morbidi alberi di acero
né ciottoli mossi là.
Quella gelida strato bianco probabilmente è ghiaccio,
è così bianca e ferma.
I fiori devono essere molto tristi davvero
mi chiedo cosa sia successo a loro,
se osano uscire
non lo so finché non è giorno.
Per tutta la notte ho fluttuato in giro
e in alto sopra il mondo
non vedo nessuno, nemmeno una piccola anima.

Oh me!
Quando tornerà la luce?
Il terreno accogliente e gelato ora,
un raggio di calore più caldo
lo risveglia dal sonno ghiacciato.
I fiori lentamente si alzano e tintinnano e tremano
mentre il terreno si sgelida,
e le tristi piccole creature escono
per godere dell’aria soleggiata e gioiosa.
Oh cielo, cielo, cielo. Il bellissimo sole!
Voglio dirgli qualcosa,
qualcosa che non ho mai detto,
voglio che il sole mi veda.
Ma non mi vede.

Oh cielo,
e ora sembra stancarsi di me,
su, su, via verso altre terre fluttuo,
e i bambini laggiù,
mi guardano e saltano di gioia,
vengono e danzano
e giocano nell’angolo del campo,
morbidi, dolcemente piangenti raccoglitori di fiori.
Ma mi vedono, e su, su nell’
aria
fluttuai e fluttuai.

Sono andata troppo lontano.
Pensavo di tornare in una
settimana e guardare di nuovo il giardino,
ma ero troppo timida. Il sole
è troppo bello, è troppo caldo e sonnolento
per pensare a qualsiasi cosa. Non so
cosa fare; penso che scomparirò.

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