C’era una volta, in una terra non troppo lontana, una bambina che adorava la sua bambola più di ogni altra cosa al mondo. Dolly, come potete immaginare, era il suo nome. Aveva capelli di peluche, occhi blu, una bocca che poteva essere aperta e chiusa, e quasi tutte le dita delle mani e dei piedi. Era davvero adorabile.
Ma un pomeriggio luminoso e soleggiato, mentre questa bambina usciva con sua mamma, la bambola cadde dal suo braccio senza che nessuno se ne accorgesse. Oh, povera me! Dov’era quella cara bambina quando capì di essersi persa? Lei piangeva “Dolly! Dolly!” ovunque, ma mamma non poteva fermarsi a cercarla. Così Dolly vagò da sola.
Lontano, lontano, giunse a una corda sulla quale erano appesi bambole, treni di automobili, biglie e ogni sorta di altri giocattoli. Qui c’era un vero piacere. A dire il vero, miei lettori, la bambina che possedeva Dolly non giocava con lei tanto quanto avrebbe dovuto, perché non pensava di avere molte visitatrici. E non aveva nessuno con cui giocare, tranne una vecchia zia che soffriva molto di reumatismi e doveva essere riscaldata ogni sera prima di andare a letto. Ma pensava di aver dedicato così tanta attenzione a Dolly, che cominciò a stancarsi di lei alla fine di una settimana. Così Dolly pensò inizialmente, e temeva che sarebbe sempre stato così. Ma non avrebbe dovuto avere fretta, come vedrete alla fine della sua storia.
Se non avrebbe più avuto la bambina, non aveva affatto motivo di lamentarsi dei suoi nuovi amici sull’Isola dei Giocattoli Perduti o di Madame Marigold, come la chiamavano per brevità. Era davvero incantevole e splendidamente deliziosa. Le bambole erano così gentili che Madame Capellod’Oro disse di essere terribilmente stanca del verde e bianco, e Madame Felce, Madame Fawneye e Madame Browneye sembrarono improvvisamente unirsi in un filo di un coro di lamenti, e sebbene fosse molto affezionata a lei, all’inizio non si sentì molto benevola verso la nuova arrivata, Dolly.
C’erano ogni sorta di intrattenimenti piacevoli, feste, picnic ed escursioni, e nemmeno il regno delle fate era così stupido dopo tutto. Il Palco del Fabbro dei Giocattoli era scrupolosamente pulito e i mercoledì pomeriggio le bambole avevano sempre un nuovo vestito e una nuova sottogonna, e ne aveva una copia per la povera Madame Verde e Bianco che osava mostrarsi davanti a Dolly senza un extra nuovo vestito, o Madame Allegra, che era sua sorella, senza un extra vestito bianco. Infatti, Madame Verde e Bianco occasionalmente prendeva in giro Dolly, ma Madame Allegra aveva persino paura di sussurrare un peep in sua direzione, per quanto grande fosse.
Dolly e la bambina piansero molto all’inizio, temendo di non ritrovarsi mai più. Poi sentirono il vecchio Fabbro dei Giocattoli mormorare tra sé e sé e poi qualche giocattolo cantò una canzone sulla loro separazione che era per una buona ragione e in un buon luogo. A poco a poco si allontanarono del tutto.