C’era una volta, in un periodo primaverile, su una bella collina, un piccolissimo seme tutto coperto di terra marrone. Il caldo sole brillava su di lui, e il vento leggero soffiava attorno. Il seme pensava di essere molto felice, perché tutta la natura cantava di gioia.
Ma mentre ascoltava le allegre canzoni degli uccelli, guardava il cielo blu e il bel prato verde, sussurrava a se stesso: “Vorrei essere un fiore e guardare il cielo blu. Vorrei sentire il dolce vento leggero che mi sfiora; vorrei vedere le piccole api correre dentro e fuori tra i miei petali colorati.”
Allora una vocina proveniente dalla terra parlò. Era la voce della Madre Natura. “Piccolo seme,” disse, “devi essere molto paziente. Ti sto nutrendo affinché tu possa avere forza per rompere il duro guscio che ti ricopre. Sto preparando la morbida terra sotto di te per far sì che le tue piccole radici possano afferrarla. Sto inviando le dolci piogge per farti crescere.”
“Oh!” disse Sunny, “non voglio aspettare. Voglio crescere in questo preciso momento. Voglio essere un fiore.”
Piccolo seme, piccolo seme,
Non vuoi restare?
Presto sarai un fiore,
Se aspetti un giorno.
I venti danzarono attorno e dissero:
“Piccolo seme, piccolo seme,
Non vuoi restare?
Tutti noi amiamo i fiori felici,
Allora aspetta un giorno.”
Il sole brillante si chinò per sussurrare all’orecchio del piccolo seme:
“Piccolo seme, piccolo seme,
Non vuoi restare?
Brillo nel cielo per riscaldare i dolci fiori,
Allora aspetta un giorno.”
Mentre i venti cantavano e il sole parlava, la pioggia cadeva tutt’attorno.
“Vedi, vedi, piccolo seme,” disse la pioggia; “madre Natura ha promesso che diventerai un fiore, se solo sarai paziente. Sicuramente puoi aspettare un giorno.”
Finalmente il piccolo seme rispose: “Ci proverò, ma spero che non sia una lunga giornata.”
E così si sdraiò nella calda terra marrone ascoltando le dolci voci della natura. Il cielo blu presto si addormentò, perché era notte, mentre le stelle brillanti guardavano amorevolmente sulla terra. La grande luna rotonda si avvicinò alla piccola collina dove giaceva il seme e disse: “Piccolo seme, piccolo seme,
Dormi e riposa la tua testa stanca;
Madre Natura veglierà su di te,
Mentre dormi nel tuo letto.”
Il giorno dopo fu dolce da vedere. Un raggio di sole anticipato venne a trovare il piccolo seme e lo risvegliò dal suo sonno. I piccoli uccelli blu di montagna cantarono:
“Piccolo seme, piccolo seme,
Diventerai un fiore;
La pioggia e il sole e noi piccoli uccelli
Ne abbiamo parlato in quest’ora.
Su, su, su devi andare,
Giù, giù, giù vanno le tue radici,
Fuori, fuori, fuori splende il sole.
Ora sai
Cosa ha fatto la bianca pioggia?”
Allora il piccolissimo seme scoprì di avere delle piccole radici da inviare nella calda terra. Aveva rotto il suo duro guscio e sentiva solo la calda terra marrone attorno a sé.
“Adesso,” disse il seme, “cresco. Estenderò le mie piccole foglie sotto il caldo sole. Ora avrò delle belle raccolte; ora la bianca neve non cadrà sulla mia testa; perché vedi, ho già diverse piccole foglioline verdi.”
Ma presto, tuttavia, le piccole foglie furono coperte da un bianco manto di neve, e un freddo vento invernale si avvicinò dicendo:
“Piccolo fiore, piccolo fiore,
Presto verrò a restare per quattro mesi dell’anno. Farò del mio meglio, fiore fresco dalla terra,
Per strapparti la vita. Quindi passeremo del tempo insieme.”
Soffiò e soffiò, cercò di congelare le radici del piccolo fiore, ma in vano; le radici continuavano a lottare attraverso la terra marrone. E un giorno di sole, la primavera tornò e il piccolo fiore era pronto a guardare il caldo sole.
“Non mi piace questa primavera,” disse il vento. “Vorrei che andasse a dormire e lasciasse che tornassi.”
Allora tutta la natura rise, perché amava il piccolo fiore. La natura lo annaffiò con la pioggia e lo nutrì con il sole. E ancora una volta Madre Natura sorrise su di lui dicendo:
“Adesso, piccolo seme, piccolo seme,
Tutto pronto per diventare un fiore;
Hai aspettato molti giorni
E sei cresciuto più che in mezz’ora.”
E davvero, cari bambini, il piccolo seme dormì tutta l’inverno sotto la terra, nel morbido letto della buona madre. Poiché sopportò con pazienza, sempre facendo del suo meglio, ora era diventato un delizioso fiore. Tutta la pioggia e i raggi del sole e i sospiri dei venti, erano solo per farlo crescere. Ma il primo giorno si era fatto male per l’ansia e le preoccupazioni.
Non siate impazienti. Non preoccupatevi, bambini, più di quanto non abbia fatto il piccolo fiore, e giocate e cantate come dice la canzone del piccolo seme:
Piccoli bambini, piccoli bambini,
Siate solo pazienti giorno dopo giorno;
Il Nostro Padre non ha fretta,
Tiene le nostre vite in dolce controllo.
Tutti gli uccelli, i venti e i fiori
Aspettano il Suo tempo e imparano a cantare,
“Presto in Cristo sarò un germoglio,
Fiorendo per sempre in primavera.”