In una foresta, presto una mattina, un povero falegname stava tagliando alcuni rami di un albero. Improvvisamente, a causa di un’impresa sfortunata, il suo asce scivolò dalle sue mani e cadde in un profondo e rapido fiume. Si sedette sulla riva del fiume e scoppiò in lacrime. Cosa doveva fare? Era un uomo povero e il suo asce era il suo unico mezzo di sussistenza.
Mentre lamentava la sua perdita, una fata emerse dalle acque e gli chiese perché stesse piangendo. Il falegname le raccontò come avesse perso il suo asce. La fata allora si tuffò nel fiume e presto riemerse tenendo un’ascia d’oro. “È questa la tua ascia?” chiese. “No,” rispose il falegname. Poi lei si tuffò una seconda volta e riemerse con un’ascia d’argento. “È questa la tua ascia?” chiese ancora. “No,” rispose ancora il falegname. La fata allora mise la testa sotto l’acqua per la terza volta, e questa volta riemerse tenendo l’ascia del povero uomo. “È questa la tua ascia?” chiese. “Sì,” esclamò il falegname gioiosamente. La fata fu così contenta della sua onestà, che gli diede le altre asce e disse:
“Prendile tutte; perché ogni volta che mi avessi detto una bugia, ti avrei annegato.”
L’onestà è la migliore politica.