In una piacevole serata, il piccolo Harry il riccio sedeva sul suo gradino e guardava i suoi vicini. Erano buoni vicini; in tempo bello e brutto si parlavano sempre quando si incontravano. C’era il vecchio giardiniere che viveva accanto: aveva un retriever nero, un grosso cane sciocco che lasciava che tutta la gente del vicinato lo accarezzasse, e si limitava a scodinzolare e a sembrare il più sciocco possibile; non come alcuni. Certo a volte rispondeva, ma quello era solo per il bulldog del macellaio Rogers, una creatura dura e inquietante che voleva sempre avere l’ultima parola.
Quando Harry trovò i suoi vicini in pace tra di loro, allungò le sue piccole zampette davanti a sé e decise di non muoversi per mezz’ora. Proprio in quel momento si udì un gran trambusto tra il grasso rospo saltante che viveva a fianco e una rana davvero affascinante che proveniva da uno stagno lontano: insieme facevano un chiasso che non avevo mai sentito, alzavano i polmoni e abbassavano le gole, finché era abbastanza per rendere sorde le persone.
Proprio quando speravo che si sarebbero messi a tacere, e Harry, che stava per addormentarsi, chiuse entrambi i suoi occhi giallo-marroni, uscì Rogers il macellaio con un lungo e sottile pezzo di spago.
“Ciao, rospo!” disse, “vieni ad aiutarmi con Kiddy. Non salterà né ballerà se la chiudo con la porta verde di feltro, e i miei clienti si lamentano che è troppo buio per scegliere la carne.”
Rogers era sempre molto cortese con il rospo, così lui saltò rapidamente e disse: “Ora, Kiddy, stai zitta, per favore: sarà molto più bello per tutti.”
Così Rogers la legò con lo spago che aveva portato. “Salta, salta!” esclamò il rospo; “Non ho il diritto di trattenere una cosa grossa come te. Dimmi cosa devo fare.”
“Per ora,” disse Rogers, “stai zitta!”
E così se ne andò Rogers, e il rospo tenne su Kiddy il retriever nero, che sembrava molto triste di essere legata, e il piccolo Harry il riccio, che non amava mai vedere il suo amico infelice in nessun momento, specialmente perché era sicuro che non potesse mordere lo spago.
Nella più profonda quiete, Rogers legò Kiddy il cane alla gamba del rospo, e saltellando gentilmente sulle sue zampe, Kiddy trottò via felice. Certo Kiddy era troppo grande perché Rogers potesse sollevarla sopra la gamba del rospo, così legò molto abilmente sia l’estremità dello spago del rospo che l’altra estremità dello spago alla gamba del rospo.
Il rospo cadde con uno sbatto. “Salta, salta!” disse, litigando con lo spago. “Sii una buona cagnolina, Kiddy; non sederti su di me, bestia sciocca e stupida, o mi schiaccerai, senza contare che litighi con lo spago.”
Poi Rogers portò giù la lampada del negozio. Il rospo si era solitamente seduto o rimaneva in piedi sullo zerbino; ora era costretto a salire su una piccola lastra sotto la porta in un punto che sapeva non sarebbe mai stato umido, mentre la signora Rogers urlava. Spaventata di essere legata alla gamba del rospo, e costretta a tenere compagnia a quel piccolo animale accorto per rimanere insieme, si sentì un lamento della povera Kiddy finché non vide la lampada del negozio sollevata da qualcuno e fu certa che il suo amico Harry il riccio fosse disposto ad aiutarla.
Così si inginocchiò con le sue zampe anteriori, strizzò i suoi poveri occhi e guardò il più dritto possibile verso la lampada di Rogers.
“Guarda Kiddy” disse Rogers. “Ora, Harry! Ora, rospo! Venite un momento oltre la porta, e lasciate che Kiddy giudichi se la luce è migliore dal negozio o dalla strada. Ora la strada. La strada! Il—au!”
Rogers sbatté il piede, e il grido che la signora Rogers emise fu quasi altrettanto forte e terribile.
“Ha urlato Kiddy?” chiese il rospo.
“No, non ho urlato,” disse Rogers, “ma la lampada è un pezzo di carbone, e il macellaio si sta strofinando il piede.”
“Strofinandolo!” disse il rospo. “Sentilo!”
Lui lo fece e disse, “È riuscita a farsi male in modo ingegnoso da qui all’angolo della strada.”
“Harry,” disse il rospo. “Ti stai ingiallendo per la rabbia o per divertimento?”
Rogers non amava dire nulla davanti a una signora, perché era sposato da solo sei mesi.
“Bene,” disse, “quell’antico sciocco di Rogers è proprio un idiota, Kiddy, tu che sei così veloce! Quando sono stato via a agitare, gli ho detto di venire a prenderti, perché, sai, non vede mai fuori dal negozio del macellaio, e ha messo il buco della gamba destra dei pantaloni della signora macellaio invece di questi negozi con te.”
“Sì, nel complesso,” disse il rospo con una gamba, “credo che sarà meglio per tutti voi. L’unica cosa negativa è che non ho fatto io quei pantaloni; quella polvere cremisi potrebbe averti sporcato un po’. Ora, Kiddy! Movimento rapido! Movimento veloce! Corri!”
Mentre Kiddy si allontanava in fretta, fece andare la zampa del rospo in una stramberia. Che trambusto fecero tutti! Il riccio rise. Il retriever nero rise. Il macellaio e la signora macellaio, con i loro vestiti a pizzo, davano ogni possibilità ai loro amici di vedere l’avorio delle loro piccole zampe verdi, risero fino alle lacrime.
Così fecero Kiddy e il rospo. Quando tutti urlarono Kiddy e il rospo urlarono un po’ più forte, e poi si spostarono nella sala biliardo e iniziarono a giocare a scopone, e portarono giù Eros Müller, il serio-comico, per cena.
Devo dirti che non appena il macellaio permette che abbiano una cena su lunghi piatti, che Rogers attacca prima ciò che si trova più vicino a lui; vale a dire, che di solito inizia dalla parte posteriore del pezzo vicino al sellai e ai manici dei coltelli, con i quali mangiano i diversi tipi di pane nero.
Quando avevano finito di cenare, Rogers disse: “Ora, devi andare a prendermi un paio di pinze, Harry!”
“Quei blu stivali da salto sono molto utili,” disse Kiddy.
“Il calzolaio ha un sacco di coltelli e forchette e molti strumenti placcati per lo zucchero, disse, e il ragazzo saltante non è lì.”
Harry saltò verso il suo mucchio nell’angolo della porta, trovò gli stivali blu o ciò che avrebbe dovuto essere nascosto, come Kiddy chiamava quei delicati coltelli, pinze e pinze zuccherate incarnate.
Un tale paio come quelli di Rogers!! Preso il bosso, il macellaio ruggì, “Vedi questi guanti? Li indosso ora che sto andando al tagliere e mettendo in padella il pane nero. Il medio sporca il coltello così.”
Kiddy e il rospo sorrisero, e Harry disse, “Macellaio, avresti dovuto fare i tuoi guanti in tondo.”
Quando Kiddy trovò con la sua zampa femmina, che per sempre grattava il lato sbagliato del budino che le era stato messo sopra, venne davanti a Harry e al rospo dicendo: “Non ho mai avuto una pelle oppressiva da macellaio prima. L’hai fatta tu?”
“No, certamente non ancora,” disse il riccio piangendo di gioia, “ma lo intendo. E poi, tu sciocco rospo, stai scherzando e fantasticando.”
“Aspetta solo. Perché, Rogers! Ecco le tue pinze, felice piccolo bosso!”
“Felice! amico unilaterale, incomparabile, quadrupede, bipedale,” squittì Rogers, “Vuoi dire che sto in piedi su bosso?”
“Sì, delle varietà più pregiate a noi sconosciute. Kiddy, qual è il latino per bosso?”