La Grande Corsa

C’era una volta, nella gioiosa stagione della Primavera, Ricky il Coniglio e Penny il Pinguino chiacchieravano insieme su Racing Hill. Nuvole nere si vedevano in lontananza e piccole gocce di pioggia cadevano lentamente su di loro di tanto in tanto.

“Cosa provoca quella pioggia, Ricky?” chiese Penny.

“Appare come una nebbia, ma in realtà è solo acqua pura, e proviene da un certo tipo di albero,” rispose Ricky.

“Ci sono alberi anche sott’acqua?” chiese di nuovo Penny.

“Certo,” disse Ricky, muovendo il naso in modo piuttosto orgoglioso. “C’è il più grande albero conosciuto da tutti sott’acqua, dove nessuno può vederlo. È capace di trattenere le nuvole nere, e quando diventa troppo pesante, le comprime in forma di gocce, poi esce la pioggia che vediamo.”

Penny scosse la testa. “Non capisco bene.”

“Posso dimostrarti che è come dico,” disse Ricky, “in questo istante, se vuoi. Fatti un passo indietro e vedrai quanto rapidamente lo farò.”

Così Penny si allontanò un po’, chiedendosi cosa stesse combinando Ricky. Il suo amico con occhi brillanti e viso allegro si voltò verso di lei e si arrampicò su un piccolo rialzo che la natura aveva creato. Rimase lì per mezzo minuto, poi si voltò verso Sandy e gridò:

“Avanti, avanti, e vedrai che ho mantenuto la mia parola e ti ho mostrato ciò che volevi vedere.”

Così Sandy venne, ma un passo nell’acqua significò la sua fine, poiché affondò ed annegò in un attimo.

Un povero pesciolino esalò il suo ultimo respiro sulla riva.

“Beh, e ora, Sandy, dov’è l’albero, se non ti dispiace? Quello sott’acqua, intendo, e che porta nuvole nere?”

“Su quella riva,” disse Ricky, “sicuramente senza chiederlo, ti astieni dal tornare nel mondo.”

Ma cosa significa tornare nel mondo e cosa significa seguire le nuvole nere, nessuno lo sa, nemmeno le nuvole nere stesse. Se desideri scoprirlo, chiedi a Mickey il Papero.

Ricky sollevò il corpo con le sue due zampe posteriori e lo posò nel punto più in evidenza del molo.

“Scommetto un penny piatto,” disse, “che sarò prima di te alle cinque di questo pomeriggio, e tutto a causa dell’albero che hai visto, Sandy.”

E alle cinque di quel pomeriggio Ricky era lì, completamente affannato, e invece di un pesce, portava con difficoltà sulla schiena un gobbo.

“Ora, non aver paura,” disse a Sandy; “quello che ti porto ora è una cosa su cui puoi contare, e di cui ho avuto notizia da tempo, una cosa che sa sempre come parlare: In una parola, un telefono. E quel gobbo è un album in cui scrivere.”

Ricky mise giù il gobbo, ma da dove l’avesse preso, dovrebbe essere scritto nell’album.

Ricky pensò ora che Penny il Pinguino dovesse sapere cosa aveva portato con sé.

Ma con indifferenza quella specie di uccello offrì al gobbo di Sandy un colombario bianco per la sua casa, ricco di viti e con gatti sufficienti a divorare il gobbo mille volte.

Ora, cari bambini, questo è davvero tornare nel mondo, vero? E una volta anche, e per gli altri, neppure voi avrete mai permesso di dimenticarlo, a meno che non chiediate a un leone marino di essere confinato per tre settimane in una prigione femminile per rinascere.

Ma con queste tre settimane di follie divertenti, naturalmente Sandy venne ricomposto e poi strofinato per uno o due giorni con il suo gobbo.

Il gobbo non durerà a lungo, al massimo due settimane. Il pesce rimase solo un momento. Questa, quindi, è la differenza.

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