Il Desiderio d'Oro

Una sera al crepuscolo, mentre Ella l’Incantatrice stava sulla sua alta torre guardando lontano nella valle, vide luci brillare in modo strano nei seguenti luoghi:

Su un’isola nel lago da cui la Valle Magica prende il suo nome c’erano cinque statue dorate, circondate da ogni tipo di animali selvatici, sia creature del bosco che dell’acqua.

Su una collina lontana c’era un grande cerchio di luce bianca che si muoveva in tondo tutto il tempo, come una grande ruota.

Più vicina, su un’altra collina, apparve una luce mobile, ma in cui non riusciva a scoprire alcuna forma; era come una pioggia di spruzzi luminosi versati da mille vasi d’oro.

Sentì anche dolci suoni, a volte come le dolci note di un uccello, altre volte strani strumenti, e a volte il debole suono di voci, come se una grande moltitudine di persone stesse cantando dolci melodie in lode di meravigliosi atti.

Ma meglio di tutto vide sopra gli alberi mille stelle che brillavano intensamente dalle loro piccole case nei cieli, splendente sulla terra.

In quel momento le venne un’idea. “Concederò alcuni desideri alle persone sotto di me; forse alcuni di loro useranno i loro desideri con saggezza. Concederò dieci desideri, da utilizzare uno alla volta come scelgono.”

Ora, un desiderio è una cosa molto peculiare. Non si può dire dove porterà, e il risultato di un desiderio è spesso qualcosa di completamente diverso da quello che ti aspettavi; quindi è saggio riflettere con molta attenzione sul proprio desiderio profondo prima di metterlo in parole.

Nessuno sapeva meglio di Ella il potere dei desideri che concedeva, e temeva che qualcuno, non sapendo come usarli, potesse venire a prenderli tutti. Così impose un profondo sonno su quella parte della valle vicina alla sua torre, affinché nulla accadesse finché non si fosse risvegliata di nuovo, e potesse avere più tempo per considerare il suo lavoro.

Poi volò rapidamente giù dalla torre, nascose le sue ali nei rami dell’albero più alto vicino a essa, e poi andò tra i dormienti della valle.

Quando si svegliarono, tutti, sonnolenti e abbastanza tristi, si girarono nei loro cuscini, poiché per loro era ancora notte: anche le lucciole dormivano nell’erba. Ma Ella mosse la sua bacchetta magica, e in un momento tutta la valle si risvegliò.

Per un attimo tutti pensavano che fosse giorno; ma l’aria era fresca e dolce come in primavera, e non troppo calda né fredda.

E così Ella concesse i suoi dieci desideri, ma ahimè! ognuno di essi aveva i propri problemi, e la povera incantatrice si rese presto conto che non c’erano desideri da esaudire per se stessa.

La vedova che piangeva per i bambini che aveva perso non si accorse che uno di essi era in piedi davanti a lei, felice e pieno di gioventù e amore. Il giovane contadino desiderava ricchezza per poter comprare una casa per la sua amata; ma il giorno dopo scoprì che il posto era stato affittato a qualcuno che lo fece perdere la ragazza dei suoi sogni.

Un ricco mercante desiderava sempre stare con sua figlia, che viveva lontano, e stava male; ma durante l’escursione la sua nave affondò, e ogni anima a bordo perì tranne sua figlia, che fortunatamente rimase al sicuro, poiché in quel momento si trovava sull’isola nel lago, dove sosteneva ci fossero le statue.

Il re si concesse tanto potere che in ventiquattro ore tutti i suoi sudditi furono uccisi combattendo tra di loro; ma lui era solo e triste sul suo trono vuoto, e anche lì non aveva nessuno che lo rallegresse se non i piccoli uccelli che volavano attraverso le finestre nei meravigliosi giorni di primavera.

La mendicante che venne per elemosina trovò tutti i suoi desideri, giustamente o ingiustamente, esauditi.

E mille altre cose accaddero, fino a quando alla fine Ella non ebbe altro da fare che concedere il suo decimo desiderio a se stessa, e temeva che nessuno lo avrebbe preso fino al giorno dopo.

Ma prima che potesse chiedere un re al quale aveva dato troppo potere, senza sapere cosa stesse facendo, le lanciò un incantesimo e la trasformò in un’aquila, nel pieno volo della sua bellezza e felicità.

Quell’incantesimo non è ancora stato spezzato, e anche ora e allora uno dei suoi desideri impazzisce e vola via, come un uccello verso il nido della pernice nelle brughiere, finché qualche gentile vecchio non gli dà il cibo giusto e lo rende sicuro, chiuso nel suo cuore.

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