C’era una volta, nel mezzo di un prato selvaggio, un piccolo Riccio di nome Harry. Ora Harry era una creatura molto timida; e anche se desiderava tanto fare amicizia, non trovava mai il coraggio di parlare con gli altri piccoli esseri del bosco che correvano sull’erba o volavano nell’aria.
Alla fine, però, un bel pomeriggio, quando diversi animali erano usciti a godersi il sole, il piccolo Riccio decise che avrebbe provato ancora una volta a vedere se poteva fare amicizia. Così raccolse il suo coraggio e si avviò sul prato, finché non raggiunse un luogo dove si era radunata una compagnia di animali.
All’inizio tutti sembravano sorpresi di vedere Harry e risero un po’ del suo aspetto strano. Ma questo non lo scoraggiò; e quando si avvicinò a dove si trovavano, disse semplicemente: “Mi lasciate unirmi alla vostra compagnia?”
C’erano alcuni conigli, un topo e un gufo tra gli altri; e tutti dissero insieme: “Che creatura curiosa! Non ne ho mai vista una così prima d’ora.” Sembrava un po’ scortese, ma a Harry non importava. “Ora mi potete vedere chiaramente,” disse. “Sarò conosciuto come Harry il Riccio; e spero vivamente che mi lascerete giocare con voi.”
Allora non volevano essere persi, ma si accasciarono di nuovo e non dissero una parola. Ma Harry non era del tipo da scoraggiarsi così facilmente, e si adattò alle sue parole, perché si accasciò tra di loro.
Poi alla fine il gufo, che era il più saggio di tutte le creature, e che aveva osservato tutto fin dall’inizio, disse: “Ci dirai, Harry, qual è il tuo pezzo forte? Questo è il modo in cui ci divertiamo quando ci incontriamo. Devi conoscere il mio pezzo forte. Quindi cominceremo con te, caro Harry, e potrai andare in cerchio fino a tornare a quello che stavi facendo.”
“Oh cielo!” pensò il piccolo Harry, quasi pronto a piangere, perché cosa poteva fare per divertire gli altri? Poi gli venne in mente all’improvviso di fare come spesso faceva quando era solo nei boschi la sera. Così iniziò a cantare la sua canzone serale. Col tempo la compagnia apprese le parole e si unì al ritornello.
La canzone era “Venite, tutti voi piccoli,” e andava così—
“Venite, tutti voi piccoli,
Che vagate per il bosco;
Siamo tutti amici insieme
E facciamo del bene a vicenda.
Perché la gentilezza è il linguaggio
Che tutti possono comprendere,
E tutte le persone amichevoli
Ci prenderanno per mano.”
La cantavano di continuo; e il timido piccolo Riccio era così felice per le gentili parole degli animali che si mise una ghirlanda di margherite attorno al collo e poi rotolò allegro verso casa, così contento di poter cantare.
I bambini che leggono questa storia ricorderanno che dovrebbero essere affettuosi e gentili con i piccoli timidi e timorosi, i quali, come Harry il Riccio, potrebbero avere cuori affettuosi dentro di loro eppure non osare aprirsi a fragili amicizie.