La Foresta dei Desideri

Wanda la Wanderer camminava in punta di piedi attraverso la Foresta dei Desideri mentre il crepuscolo iniziava a avvolgere il mondo in una dolce sfumatura di viola. Era qui, sussurrava la brezza, che sogni e desideri danzavano tra gli alberi. Con un cuore pieno di speranza e un pizzico di polvere di fata, credeva ci fosse un albero dei desideri magico nascosto da qualche parte in questo luogo incantevole.

“ Hai un desiderio?” sussurrò al primo volto di legno rotondo che incontrò - un topo di campagna paffuto che la osservava con occhi curiosi.

“Oh, molti! Mille semi nel mio frullato, una casa calda per sempre, e soprattutto, un amico che condivida tutto questo con me,” rispose il topo.

Wanda sorrise, sentendo il cuore gonfiarsi. “Li avrai,” promise.

Un po’ più avanti, il solenne gufo le chiese il motivo della sua presenza. Quando Wanda descrisse l’albero dei desideri, lui clickò il becco e esclamò “Chi, chi.”

“Perché sembri così triste?” chiese Wanda gentilmente.

“Ti dirò chi non tornerà mai più, toccando il cuore di un vecchio gufo come tocca il suo giovane - era un modo così dolce. È volata oltre il buio mare splendente e non tornerà mai, mai più. Vieni, raccogli il tuo vestito, accoccolati sulla mia spalla e, chissà, forse attraverso le mie lacrime altri potranno trovare l’albero.”

Alto volò sulle sue piume. Alta svolazzava la sottoveste di Wanda e attorno alla sua vita si avvolse la lunga fascia di seta. Gli alberi di pino tempestosi fermarono i loro rami fragorosi per sussurrarle all’orecchio mentre passava. L’ampia Broadway della luna divideva la foresta in quattro e otto; solo eclissata dai pini scuri.

Da lontano giunse il suono del corno da mungitura — una musica così dolce per i suonatori della grande foresta, che le augurarono un addio distratto. Poi in un crash e in un crash e in un crash, i blu piegati piegavano i loro nidi nel silenzioso supplichevole ringraziamento.

E poi le apparve nel profondo silenzio la fontana scintillante che spruzzava da tazze dai colori dell’arcobaleno.

“Posso bere?” sussurrò, inginocchiandosi al suo fianco e posando la corona che contemplava tanto nell’acqua.

“Un desiderio!” fu sussurrato di rimando in ogni goccia che cadeva, mentre con un tenue bagliore mistificato si fermavano a metà strada, luna nascosta, incantando i lunghi pini, tutti con arti molli, tortuosi e tristi - a ridere, a scuotere e a danzare di gioia.

“Ne avrò un milione,” esclamò Wanda, stringendo le mani con gioia infantile. E quella stessa notte, pace ai tuoi sogni, cadde e scivolò dolcemente via senza nemmeno un mormorio di altro conteggio.

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