Era un luminoso pomeriggio di sole, e io ero così felice di essere all’aperto. I miei amici ed io ci eravamo radunati in cima alla collina non lontano da casa nostra per goderci la leggera brezza e il sole. C’era una grande eccitazione nell’aria perché oggi stavamo facendo volare un aquilone! Sì, un bellissimo aquilone che avevo fatto tutto da sola, con tanto glitter, tessuto colorato e idee ingegnose.
“Non è carino?” chiesi al mio amico Gray il gattino, che era seduto accanto a me. Avevo fissato una palla di spago alla coda dell’aquilone, e stavo per farlo volare.
“È adorabile,” rispose Gray, guardandolo ammirato, “ma non so se riesco a farlo volare. Gli aquiloni sono così capricciosi.”
“Oh, sì, puoi,” dissi incoraggiante. “C’è molta brezza, perché le cime degli alberi oscillano da un lato all’altro. Solo tieniti un po’ a destra, ho messo un grande poliziotto alla coda dell’aquilone per tenerlo da drifting troppo lontano.”
“Tutto pronto!” gridarono una dozzina di voci all’unisono. “Ora fai uscire l’aquilone lentamente!”
E uno dopo l’altro, i gattini disfecero il filo, mentre un coro di incitamenti entusiasti si alzava mentre il grosso aquilone cominciava a sollevarsi: sembrava un mostro enormemente grosso, mentre a quaranta metri di distanza era così piccolo che solo una persona con occhi molto acuti poteva vederlo.
Così l’esercito dei gattini inviò brigate dopo brigate attraverso lo spazio intermedio, finché sembrava che dieci battaglioni volanti fossero entrati nel regno blu del cielo. Ma c’era ancora spazio, perché il vento continuava a soffiare dolcemente e costantemente.
Ma ora arrivò un commerciante dall’aspetto stupido, con una grande scala corta, e due altri uomini con dei pali, per aiutarlo. Sembra che intendesse lavare o fare qualcosa alle sue finestre, che erano proprio di fronte al nostro aquilone. Avresti dovuto sentire le nostre esclamazioni di orrore; e con un solo impulso, io e i miei amici ci precipitammo verso il luogo per prevenire un disastro.
“Oh, caro!” esclamò il caro Tom. “Ora dovremo tutti marciare fino al negozio del barbiere.”
E suppongo che dovremo pagarli bene per tagliarci le code.”
“Oh, abbiamo fatto del nostro meglio,” sospirò Gray, “ma suppongo che ci sia un destino ineluttabile riguardo a un aquilone.”
Ma ecco che una raffica di vento soffiò verso di noi, facendo piegare gli alberi prima di esso, e prima che ce ne rendessimo conto, gli altri si volsero e scapparono con l’aquilone e il filo, infliggendo un grande danno alla testa e alle persone del commerciante.
I miei amici grigio e nero e gli altri corssero dietro di loro e cercarono di prenderli prigionieri; mentre Jerry, il nostro grande amico, si piegava per riposarsi, e disse, estraendo un grande fazzoletto per asciugarsi la fronte:
“Ma, ma, ma, dove è andato quell’aquilone, però? C’è molto vento—ma, ma; ma credo che stia per piovere, ma.”