Il Prato Sognante

In un fresco crepuscolo, quando le stelle bianche stavano uscendo nel chiaro cielo blu, un piccolo Coniglio sedeva sotto un cespuglio.

Beh, sì, penseresti che dovesse essere triste seduta sola al crepuscolo, a fissare il cielo; e forse si sentiva un po’ sola. Ma aveva una bella sciarpa rosa morbida sulle spalle, e le sue belle guance rotonde rosa e il suo grazioso pelo marrone la facevano sentire felice, perché sembravano così carine e calde. Inoltre aveva Daisy e Clover da guardare sotto il cespuglio; erano due delle sue migliori amiche, che erano felici e belle come si poteva desiderare, dalle punte dei loro piccoli fiori rotondi fino alle estremità dei loro lunghi steli verdi.

Ma ora le teste di Daisy e Clover pendevano tristi e pesanti con la rugiada crepuscolare, perché sentivano che Misty sarebbe tornata a casa piangendo dalla nonna, che le voleva così bene, se non cercavano di consolarla. Quella cattiva Mosca d’Erba con venature nere le aveva detto che c’erano cose così belle nel bizzarro prato dall’altra parte del Grande Fiume, e anche lei voleva andarci moltissimo.

Così Daisy cominciò per prima, con tutte le belle storie che riusciva a ricordare riguardo al bizzarro prato dove vivono le stelle; e Clover concluse con tutto ciò che sua madre aveva detto riguardo al Tenero Fiore che rinuncia alla sua vita per nutrirci in inverno, così poteva raccontare a Misty.

Ma alla fine non riusciva più a parlare, e le ultime parole mormorate nel sonno uscirono lentamente dall’altro lato del suo bel viso rosa morbido.

“O andare in quel prato laggiù vicino alle stelle e ai fiori,” esclamò Clover, allungando il suo stelo, “e dimmi, triste che non posso andare a consolare Misty domani mattina prima che torni a casa; perché dicono che le stelle voleranno giù e ti aiuteranno.”

“Ooh, perderei, oh, perderei tutto se solo potessi andare in quel prato dei miei sogni, solo una volta, una volta, due volte ci andrei,” esclamò Misty.

Così mandarono Sonno via, e lui volò via con il soffice vento sopra il prato e le prime stelle tremolanti che si affrettavano nel cielo blu per incontrarlo, gridando:—

“Fai in fretta, fai in fretta; è troppo presto per noi ancora!”

Quando tornò disse che nessuno di loro era più pronto del profondo cuore di Misty, e che il Re delle Gocce di Rugiada e il Messaggero del Vento dissero che era il suo posto lì.

Così giù verso il terreno venne Sonno e sussurrò dolcemente a una bella goccia di rugiada, che la prima signora sarta umana aveva fatto indossare a sua Sorella come vestito da notte, e prese in prestito il suo Vecchio racconto polacco, che avrebbe dovuto mettere sopra di esso, poi arricciò i capelli sopra la testa in un anello di lana nera, che sembrava diventare sempre più scuro quanto più lo guardavi.

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