Nel Paese del Cielo, le piccole nuvole indifese sognano gesta straordinarie che potrebbero compiere sulla terra. Ma di tanto in tanto, alcune di esse hanno aspirazioni così ridicolmente alte che iniziano a discutere se sia davvero vero che sono troppo innocenti e belle per essere utili e che questi desideri non siano altro che capricci sciocchi di piccole creature.
Un oscuro pomeriggio piovoso, mentre tre piccole nuvole si trovavano davanti alla porta della loro tenda a guardare il mare buio, Cotone disse:—
“Oh, caro! Vorrei davvero poter diventare un arcobaleno. Non sarei bellissima, tutta splendente nel crepuscolo con il mio rosso, il mio giallo e il mio blu! Pensa a quanto sarei orgogliosa, in piedi sopra le magnifiche cime montuose! Molto più gloriosa di tutta l’acqua che queste onde potrebbero mai lavare!”
“Potrebbe darsi che le cime non si vedessero se tu fossi riflessa in tutta questa acqua,” disse Spruzzata; “pensa a quanto è nera e orribile questa mare! La gente vorrebbe costruire per sempre i tetti sulle loro case se il cielo fosse coperto di brillanti arcobaleni da mattina a sera.”
Ciò che quest’ultima piccola nuvola disse portò a tristi conclusioni e fece sì che le altre diventassero serie e silenziose per un intero minuto.
“Sai,” chiese allora Ciuffo, “quel grande poeta della terra che un giorno scrisse queste belle parole:—
“‘Anche la più piccola nuvola immaginerà che la sua gloria sia riflessa nella superficie liscia di un lago o sulla superficie calma di un mare tranquillo?’
Questo è così vero che ho spesso desiderato diventare una nuvola del genere, galleggiare come una palla sulla superficie di questi laghi blu, e essere circondata da alberi simili a padiglioni, che a volte i pini a forma di ago si alzerebbero e a volte crescerebbero verso il basso nell’acqua, proprio come i campanili delle chiese che vedi riflessi nella pozza ombrosa lì al confine delle montagne. Sì, galleggiando in alto nel cielo e vedendomi fluttuare così in basso, quanto sarei felice!”
Le due piccole nuvole furono sopraffatte dall’emozione al dolce quadro che le parole del poeta avevano evocato. Ma all’improvviso si fece buio; una pesante nuvola arrivò correndo contro il sole, oscurando i suoi raggi gloriosi, e li svegliò così che divennero giocosi e scivolarono immobili come la neve di ieri.
Alla fine, le piccole nuvole, i luminosi pezzi di cotone, sentirono il desiderio e l’aspirazione così intensi che affondarono nel mare di vapore, senza saperlo, da sotto, dove ci sono generalmente sempre grandi masse di grumi nuvolosi che si premono l’uno contro l’altro.
Poi si svegliarono completamente; il peso opprimente era scomparso, e presto si sentirono di nuovo in una luminosità gioiosa.
“Oh,” sospirò Ciuffo, “era qui che il poeta parlava di belle nuvole fatate, ma ora sono scomparse; ora non vediamo altro che vapore opaco e maleodorante, e queste miasmi disgustose di aria fetida che si sollevano dalla terra. Tuttavia, presto salirà al di sopra di tutto questo.”
Dopo un po’, videro il vapore indescrivibilmente bello e luminoso, senza il quale le stratificazioni inferiori non avrebbero potuto esistere, ma più maestose e blu, e sentirono di nuovo la luce gioiosa dall’alto.
Le tre allora si lasciarono andare a un piccolo grido di “gioia rumorosa che faceva male alla terra sottostante,” ma che si sente meglio in valli solitarie che in qualche affollato viale. Attraversarono rapidamente il cielo, e quando giocarono per troppo tempo con il sole, si avventurarono di nuovo ad avvicinarsi alla terra.
“Mi sono già trovato,” disse Spruzzata. “Ho dissetato alcuni fiori assetati. È una gioia indescrivibile che si possano ancora trovare alcuni fiori benedetti anche in questa terra profana, dove c’è tanto pericolo di cadere nei peccati materiali.”
“Ho fatto una confessione,” disse Cotone. “Mi sono sentita obbligata a raccontare tutti i miei precedenti desideri forse peccaminosi in quanto poteva sorgere quando volevo diventare qualcosa di difficile e meravigliosamente bello, un cuore che suscita pensieri meravigliosi in chi cerca la verità; e quando la mia ambizione voleva fare del bene sulla terra, lo guardavo con i miei occhi esplorativi come il mare delle passioni più sfrenate. Ma qui sotto il sole non sapevano nulla di tali dubbi. Mi dissero che l’estate andrà bene.”
“E l’estate andrà bene,” ripeté Spruzzata.
“Quando non ci sono lacrime, la natura umana può dare sentimento a un vero pentimento,” aggiunse Croquet; e ora non avevano più nulla da dire, tranne che la terra dovrebbe essere perdonata per i suoi peccati.