In tempi antichi, in una valle ombreggiata da montagne e baciata da corsi d’acqua crystal clear, si trovava un luogo conosciuto come la Valle dei Draghi. Era una terra bellissima, piena di fiori di ogni colore e alberi che sussurravano segreti nella dolce brezza. Tuttavia, nonostante la sua bellezza, la valle era conosciuta in lungo e in largo per una ragione temibile: era la casa dell’ultimo drago di nome Ember.
La leggenda raccontava che secoli fa, i draghi dominavano i cieli e le montagne. Erano protettori della terra, impartendo saggezza a coloro che avevano il coraggio di cercarla. Eppure, come tutte le grandi storie, la loro si trasformò in un malinconico fraintendimento che portò alla loro fine. Ma uno, una creatura infuocata di nome Ember, sopravvisse, rifugiandosi nelle caverne più profonde della Valle dei Draghi.
Ogni quindicina di giorni, i villaggi intorno alla valle offrivano sacrifici: pecore, frutta o anche monete, sperando di placare il drago. Gli abitanti del villaggio vivevano in continua paura, i loro incubi alimentati dalle storie raccontate da bardi erranti. Credevano che Ember fosse una bestia mostruosa desiderosa di distruzione, ignari che i sacrifici non venivano mai accettati.
Fu in quest’atmosfera di paura che un nobile cavaliere, Sir Cedric, sentì parlare del regno di terrore di Ember. Con l’acciaio splendente alla luce del giorno e uno spirito più coraggioso delle tempeste più furiose, partì per una missione per liberare il mondo dalla minaccia del drago. Rivestito di armatura scintillante e con un cuore colmo di valore, Cedric viaggiò per giorni, infine fermandosi davanti all’ampia bocca della caverna di Ember. Alzò la sua spada, determinato a confrontare la bestia.
Con un ruggito che echeggiava tra le montagne e tremava il cielo notturno, Ember si avventò in avanti, occhi verdi come oro fuso scintillanti alla luce della luna. “Perché sei venuto, cavaliere?” ruggì il drago, fumi di fumo che si alzavano dalle narici.
“Sono qui per porre fine alla tua tirannia una volta per tutte!” rispose Cedric, con la voce ferma nonostante le circostanze.
“Tirannia? Io non sono un tiranno, cavaliere! Sono un custode, sebbene mal compreso,” protestò Ember.
Cedric esitò, la sua spada abbassata leggermente. “Ma gli abitanti del villaggio—“
“Gli abitanti del villaggio mi fraintendono! Non li ho mai danneggiati, eppure mi temono. Pensano che io venga in vita per distruggere, ma io dormo e difendo questa valle da ciò che giace oltre,” spiegò Ember, il fuoco che si affievoliva nel suo ventre mentre realizzava la confusione del cavaliere.
“Cosa giace oltre?” chiese Cedric, la curiosità che si risvegliava nel suo cuore nobile.
“I troll,” rispose Ember, la sua voce ora un semplice bisbiglio, “abitano nelle montagne e desiderano la pace della valle. Io li proteggo mentre cercano altri pascoli. Lo comprenderai, buon cavaliere?”
Settimane passarono mentre Cedric scopriva la verità sull’esistenza di Ember. Condividevano racconti e risate, formando un legame luminoso come il sole. Cedric portò parole agli abitanti del villaggio, spiegando il ruolo di custode di Ember sulla valle. All’inizio, scoffarono e risero, scartando le sue parole come deliri di grandezza. Ma una notte tempestosa, il terreno tremò e i troll scesero dai loro rifugi montuosi, occhi lucenti di fame.
Ma Ember era pronto. Con un battito delle sue immense ali e un ruggito che confondeva anche i cuori più coraggiosi, si alzò nei cieli, mandando nuvole di fumo a vortice. Gli abitanti del villaggio, scioccati in azione, si radunarono dietro il loro cavaliere, brandendo forconi e torce. Nel mezzo della battaglia che ne seguì, il cavaliere e il drago si unirono, dimostrando finalmente la verità: non tutti i mostri sono fatti di squame e artigli.
Una volta che i troll furono respinti nei loro rifugi montani, gli abitanti del villaggio, ora risvegliati alla verità, lodarono Cedric ed Ember. Non erano più un villaggio terrorizzato, ma una comunità unita.
Sir Cedric divenne una leggenda non solo per aver ucciso draghi, ma per averne fatto amicizia—insegnando al suo mondo un’importante lezione di comprensione e rispetto. Attraverso la comprensione nacque la cooperazione, e insieme il cavaliere e il drago custodirono la Valle dei Draghi per generazioni, mai tradendo il loro legame di amicizia.
Così, la Valle dei Draghi fiorì, il suo nome per sempre intrecciato con quello di Sir Cedric ed Ember, il drago che un tempo sembrava un mostro ma divenne l’eroe di tutti.