La Principessa Farfalla

C’era una volta in un giardino fiorito, una giovane bruco di nome Bella che stava masticando una brillante foglia verde. Era la giornata di primavera più bella; le farfalle svolazzavano tutto intorno, e la fragranza dei fiori riempiva l’aria. Bella spesso guardava in alto le farfalle che volteggiavano nel cielo, ammirando i loro colori vivaci e le loro eleganti planate. “Oh, quanto mi piacerebbe essere una farfalla un giorno!”, sospirava Bella sognante.

Una mattina soleggiata, mentre masticava la sua colazione, sentì una strana sensazione. Una dolce luce la avvolgeva, e lei gridò: “Aiuto! Aiuto! Sto brillando terribilmente!” In pochi battiti di cuore, Bella era cambiata – magicamente avvolta in un bellissimo bozzolo di fili setosi e fini, intrecciati con la luce dorata del sole. “Oh cielo, oh cielo! Cosa mi sta succedendo?” mormorò, spaventata. Non riusciva a vedersi, ma il suo cuore le diceva che stava accadendo qualcosa di meraviglioso.

I giorni passavano, e Bella era ancora avvolta in quel brillante bagliore. Si sentiva calda e piacevole, ma era tormentata dalla curiosità su cosa sarebbe emerso una volta completata la sua metamorfosi. “Qualunque cosa sia, spero solo che non mi faccia perdere l’appetito!” pensò.

Infine, con un grande stiracchiamento e un soprattutto, sentì i fili setosi cedere, e affacciandosi, esclamò: “Oh, è delizioso! Oh, è bellissimo! Sono una farfalla!” Era davvero vero! Lasciò che il sole le scaldasse le guance; aprì le sue belle ali e volò via dal suo morbido nido. “Oh, quanto è delizioso essere una farfalla! Voi care fioriture viola, aspettate che venga a baciarvi!” esclamò. Si alzò in volo, dove i grandi fiori viola ondeggiavano nel dolce vento, e baciò il centro di ogni fiore ripetutamente. Quella era la colazione di Bella.

“Oh sì,” pensò Bella, “è delizioso essere una farfalla!”

Poi venne il piccolo coccinella e salutò Bella. “Sei davvero tu,” disse, “oppure è un dolce sogno? Non ci credo. Non avrei mai pensato che fosse possibile. Tu, Bella, la brutta e grassa bruco, una farfalla! Tu una farfalla! Beh, suppongo che in questi giorni folli possa succedere di tutto.”

“Pensavi che sarei rimasta una bruco? Si deve crescere e migliorare,” rispose Bella, e partì di buon umore per visitare i suoi amici nel giardino.

Per prima cosa, incontrò Samuele la lumaca e disse: “Buongiorno, Belle. Ho sentito, se tutto è vero, che oggi sei stata incoronata farfalla.”

“Sì, la notizia è vera. Lo hanno annunciato a corte ieri. Riceverò tre monete d’oro.”

“Ma ora, mia cara principessa,” disse Samuele, sorridendo, “salta giù! Abbiamo avuto un matrimonio la settimana scorsa, e poiché non volevamo bere tè dalla Granduchessa, abbiamo dovuto camminare. E in quell’occasione, abbiamo viaggiato più lontano che mai: quando siamo arrivati a casa, solo uno dei dieci era ancora perso.”

Bella vide un certo numero di piccoli pezzi beige nel guscio della lumaca, e disse: “No, grazie! Questo non andrebbe affatto bene per me. Fino ad ora, ho sempre pranzato nel tuo guscio.”

“Ma, mia cara principessa,” rispose Samuele scusandosi, “sai, quelli erano i resti dei miei antenati, nobili di tempi antichi; e devono riposare bene. Accomodati, e ti porterò un bicchiere.”

Bella fissava i pezzi nel guscio. “È disgustoso. Rimpiango di essere venuta,” disse Bella.

Poi si trovò sulla soglia del formicaio, dove viveva Zia Doma, “Buongiorno, mia cara Bella; sei davvero tu?”

“Sì! Sono una farfalla! Non sono carina?”

“Suppongo tu lo pensi.”

“Sono venuta, come al solito, a trovarti,” disse Bella.

“Ora, vai a trovare la Regina; si trova in quella grande stanza dove i lavoratori passano il burro e il formaggio. Se non hanno nient’altro da darti, possono almeno offrirti un sacco di latte.”

Bella desiderava vedere la Regina e non sapeva nulla di meglio che volare sopra la testa della sua maestà, chiamando, per pura cortesia, “Buongiorno, cara Signora,” nel fitto delle mosche.

Da lì, Bella volò da Samantha. “Buongiorno, cara Miss. Esci molto spesso; ti vedo ovunque; ma fino ad ora sei vissuta inosservata nel mio guscio lì. Lo sapevi che eri nella nostra casa? Nella mia bellissima camera da letto?”

“Oh, quanto è affascinante avere te qui! È vero, papà ci ha vissuto; e da allora, sei volte la pioggia è venuta, ma ancora, non ha potuto portare via papà in alcun modo.”

Poi, Bella toccò la terra sotto il cespuglio di rose, riposando le sue ali dopo il suo faticoso volo.

In quel momento, quasi tutte le signore del giardino uscirono, tutte le bruchi. Lo toccarono: “Sei veramente tu? Che bella!”

“Sì! Non è fantastico? Sono una farfalla. Non è delizioso?”

E a questo punto, tutte le farfalle che avevano attivamente seguito Bella mentre era una bruco uscirono dal cespuglio di rose, deridendo, “Sei la Principessa Bella, che solo due settimane fa era una bruco?”

Tutti gli altri, sempre più stupiti, mostravano come puzzava nei loro occhi, per quanto sospettassero, “Non può essere.”

In serata ci sarebbero stati annunci: tuttavia, indovinavano prima.

“Allora, tutti i narcisi e i girasoli, +tutto il regno, non verranno in pellegrinaggio a vedere Bella?”

“Oh! Deve essere delizioso,” disse Roberto la lumaca, mentre strisciava lungo i gigli sussurranti di rugiada.

“Quanto deve essere orgogliosa la Principessa Bella.”

“Ma quanto deve essere bello a corte,” immaginò Zia Doma, la formica.

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