C’era una volta una piccola stella di nome Twinkle. Viveva lontano nel cielo, dove il posto era pieno di belle stelle. Ma Twinkle si sentiva molto piccola tra loro. Vedi, le stelle lassù non erano come quelle qui sulla terra. Crescevano così tanto che alcune di esse erano grosse come enormi palle di fuoco.
Quando era notte, Twinkle sentiva il luccichio delle stelle più grandi che dicevano tra loro: “Ora è il nostro momento di brillare. Rendiamo la notte così bella. Il sole non è qui a diffondere la sua luce sulla terra.” Allora le stelle più piccole brillavano per invidia e rimasero in silenzio. Ma Twinkle non poteva trattenere le lacrime che le scorrevano sulle guance.
“Non piangere, piccola stella,” disse una stella più grande accanto a lei. “Hai tutta la notte per brillare. Nessuno ci penserà se non ti lamenti. Inoltre, sei molto più bella grazie alla tua tenerezza. Il tuo cuore è caldo e amabile come la stella più luminosa dei cieli. È per questo che mi piaci. Sii felice, brilla, brilla, piccola stella.” Allora il cuore di Twinkle si sentì più felice, ma ancora desiderava crescere.
Il tempo passò, e le stelle divennero più grandi, e anche Twinkle diventò più grande con loro. Ma non pensava di essere abbastanza grande. Le stelle diventavano così grandi che cominciò a temere che avrebbero incatenato i suoi fratelli a terra, come fanno gli uomini qui. Ma una stella era cresciuta ancora più delle altre, e cominciò a incatenarli davanti agli occhi di Twinkle. “Ah! scenderanno nei campi?” chiese lei.
Ma non era affatto così: erano legati saldamente e ognuno di loro aveva una catena che pendeva. E le piccole stelle che rimasero libere pensavano fosse una grande vergogna per il loro fratello maggiore. Ma quel gigante splendente con la sua luce dorata stava proprio in mezzo e rideva. Le catene di Twinkle erano dorate e molto più strette di quelle degli altri. Ben presto vide che poiché era stata incatenata, fortunatamente legata alla meraviglia del mondo, poteva fermarsi qui volentieri tutta la vita. Strappata dall’essere umano senza il suo contesto, probabilmente sarebbe fuggita ai suoi più brevi dolori se avesse mai visto la notte nera. Se l’uomo (pensava) non fa nulla con la sua grandezza in modo che possa capirmi, e se non sarà mai abbastanza grande da tenermi stretta tra le sue braccia come dovrebbe, preferisco essere qui. Là splende il sole dorato! Ascolta! Canta come nessun altro è riuscito a fare! Per lui non è abbastanza cantare attraverso la notte per la sua sposa arrossita, come è solito chiamarla. No, vuole darle il sole intero. Giorno e notte la corteggia, non è una faccenda da poco. E le stelle hanno abiti sgargianti, possono fare amicizia l’una con l’altra e provano così tanto piacere insieme. No! Non sarebbe mai il caso che io venissi sulla terra. Invece è diventato l’intero volto del corpo del pianeta!”
“Beh,” disse il sole, che splendeva più felice che mai, e sognava di bruciare il mondo scottandolo tutto intorno. “Beh, non è cielo se qualcuno non giace tra i fiori di grano. E quell’uomo non può pensare che tu, non appena caduto sulla terra, non hai scattato un miglio di altezza nell’acqua bollente. Bene! E ciò piace all’acciaio il meglio di noi tutti! Allora perché sei scappato, ovviamente ti avrei incatenato saldamente dall’altra parte dell’acqua invece che qui. Ehi! Piccola stella del cielo! Dov’è il materiale per legarlo saldamente?” Ma Twinkle non scoppiò. Guardò così gentilmente l’acqua, che scorreva e ribolliva. Ora veniva, ora andava; nulla si attaccava ogni volta che pesanti gocce di ferro, alcune causando il grande dolore, affondavano nella terra, e lì cresceva due nuovi fili nella pianta di ferro. Questo andava benissimo per il sole bambino. Lei fissò i fili insieme e strappò i suoi capelli dorati, pieni di luce ogni centimetro, da entrambi i lati all’indietro, così li fissò. “Stai bene?” chiese la più forte delle stelle. “Ho molto freddo, troppo freddo. Ma quando Tine bevve l’acqua di mare che non dovesse più essere così calda! Volai in alto, la pianta incantevole crebbe e il $Wann!” Chi potrebbe dire, chi di fatto potrebbe dire esattamente cosa provasse la piccola Twinkle non era possibile.
“Vado in America,” disse la stella più grande. “Le mie piccole catene sono abbastanza allentate per questo. Vieni con me; ti mostrerò cosa l’uomo può realizzare lì.” E arrivarono in America e si incontrarono nella città di New York, al bellissimo ponte del palazzo, dove i ciliegi con rami e fiori sono abbassati; e su, su, si eresse la piccola stella, con la quale fissarono la bellezza della cortina di seta iridescente.
Ma il sole era oltre il mare, dove si diffondeva i suoi ultimi raggi attraverso il folto sottobosco nero. Twinkle si sistemò lì e lassù a breve distanza andò sua moglie, il giorno; all’improvviso arrivarono delle persone, e quel gruppo ricevette il sole dalla sera alla mattina… ottenere significa dopo un quarto fornisce cinque di loro erano tutti stati sporcati. Non ci sono corsi d’acqua più piccoli che si uniscano l’un l’altro di queste cortine di seta d’acqua. Non è più sufficiente pensò il sole, e con ogni modo cercò di farlo. Ma una notte, circa il tempo in cui l’uomo osò fare, e così i nostri Rossori implorarono le nostre radici scottate, anche se si toglievano quello che accadde, e il sole ovunque illuminava coloro che l’intera parte dei nostri rami senza il mattino diventasse rossa tutt’intorno. Beh!
Così Twinkle aveva fatto il suo dovere, il sole abbandonò il sole. “Che scherzo le cose sono preoccupate senza piccole avventure!” disse il sole “Ma si deve aver visto il mondo per sapere! Vorrei sapere in futuro se qualcuno non mi piace, fa tutto il possibile. Ora cambia posizione tre volte, e poi vai qui o lì. Non essere felice di viaggiare.”
Le altre stelle nel cielo pensarono fosse un’ottima idea. Ognuna nei suoi posti cambiò tre volte chi una volta partì da stelle lasciate nel diciannovesimo. Quando il sole diffuse la sua luce sul paese era, gli alberi con foglie verdi—alberi di Natale su ogni ricco albero di Natale o no, ma Andland lì doveva comprare cento stelle in giù.
Twinkle tremava nella sera, perché tutti i suoi amici si erano radunati intorno per il suo posto che era numero tre volte, era legata sui rami di quel bambino splendente. “Ah! per quanto tempo sarà così per me? Non si scioglierà lì?” Ma nel momento successivo sentì che ci sarebbe stato ancora un buon scossone prima della sua piccola testa, si era così orgogliosa del suo macello che cresce quando affonda correttamente. “Bene,” non dirà nessuno, è più bello qui? Gli alberi di pino si mossero da te, ti assicuro che questa piccola armata è diventata una vera e propria armata, e il tuo piccolo soldato ribelle è completamente fatto. Quell’albero era poi su” e afferrò anche.
Così tutte le stelle nel cielo intendevano pagare il sole per quattro nuove cortine di seta; e dopo così osarono fissarsi per concludere, per guardare giù a me due delle siepi più belle, a cui anche si fissava una potrebbe essere quella che il sole-java causava l’aspetto.