Nel cuore di un tranquillo prato, sotto la grande vecchia quercia, viveva una piccola talpa di nome Milo. Era nel caldo sicuro della sua tana, rannicchiato in fondo. Il sole splendeva, il cielo blu brillante lo invitava a uscire e giocare.
Milo amava ascoltare del mondo esterno dalla sua amica, la piccola farfalla, con cui aveva un legame speciale.
“Milo! Esci!”, lo esortò la farfalla, svolazzando vicino all’entrata. “Devi assolutamente vedere l’erba e i fiori bellissimi e incontrare tutti i miei altri amici.”
Sfortunatamente, qualunque cosa la farfalla dicesse non riusciva a convincere Milo a lasciare la sua comoda tana. Ogni volta che sbirciava fuori, si spaventava e tornava velocemente in fondo al suo rifugio. La farfalla si preoccupava per il suo amico e decise di non visitarlo per tre giorni interi per vedere se avesse cambiato idea.
Il terzo giorno, la farfalla tornò, ansiosa di condividere la notizia con Milo. “Oh, che giornata splendida! Non indovinerai mai chi ho incontrato!” esclamò. Ma ahimè! Nessun Milo apparve all’esterno.
Tristemente, emise un piccolo cinguettio e volò via. Ma proprio quel giorno, passarono altri tre animali: il gentile gufo, il cheerful uccellino e il chiacchierone coniglio. Vennero tutti a invitare gentilmente Milo a mostrarsi, raccontandogli cosa si sarebbe perso se avesse rifiutato. Ma Milo non si fece vedere.
Infatti, c’era un vasto mondo di disagio in attesa per lui in superficie, dove ogni essere vivente cammina, salta o corre; alcune creature con ali o pinne o quattro zampe, e altre più di quattro zampe e persino animali con molti più piedi di questi!
Infatti, in superficie è sempre meglio, dove c’è il caldo sole. Tuttavia, il nido o la tana è il posto più sicuro per le piccole creature. Nella tana ci sono spesso pochi pericoli, a meno che un uccello che scava non sia nei dintorni.
Finalmente, più di una settimana dopo, l’amica di Milo, la farfalla, venne a vedere se Milo era presente e a chiedere se il coniglio, il gufo, il piccolo uccello o qualche altro amico l’avessero incontrato. Ma non lo aveva incontrato, e quando la farfalla disse loro che Milo non l’avrebbe nemmeno vista, esclamarono inorriditi: “Cosa può mai essere successo a Milo?”
L’arcobaleno era alto nel cielo, l’aria dolce e morbida; tutto cercava di rendere la giornata il più perfetta possibile. Ma no, per il nostro amico nel prato niente era così. Nessuno lo vide più o lo sentì arrampicarsi e rotolare verso la porta della sua tana.
Poi venne una leggera pioggia, e la maggior parte degli animali si sbrigò a cercare riparo nei loro rifugi. Ma attraverso tutto ciò, Milo dormiva tranquillo, quasi in fondo alla sua tana, caldo e al sicuro.
Nessun animale che si affrettava verso la tana o il nido sapeva nulla della storia della piccola talpa. Solo le farfalle volavano qui e là, e quando la pioggia finì, di nuovo emettevano dolci e gioiose note.
Sopra di lui cadeva la leggera pioggia, un po’ d’acqua scorreva qua e là, e un leggero ruscello scorreva all’estremità della tana. Tutti i piccoli crostacei lungo le rive del ruscello si arrampicavano su per le pareti muschiose e pranzavano lì in cima alle loro alghe radicate. Nessuno pensava al povero piccolo Milo, che giaceva incastrato in fondo alla sua tana!
Tuttavia, un pomeriggio caldo, quando la terra cominciava ad asciugarsi dove la pioggia aveva colpito la superficie, un grande diluvio si precipitò verso il ruscello, e un piccolo vermetto fu strappato immediatamente da un letto di morbido muschio e portato via senza aiuto.
Galleggiando nell’acqua, o per metà fuori, diversi rami di alberi passarono accanto. Uno di questi rami afferrò la piccola talpa sepolta, che si aggrappò saldamente mentre grandi sassi e zolle di terra cascavano intorno. I rami dell’albero venivano trascinati via dall’acqua veloce; qualcosa veniva spinto via dalla terra e portato a miglia di distanza verso una città più grande e un ruscello più ampio.
Ma venne un momento in cui l’acqua e la terra e i fiori morti e le foglie sembravano sistemarsi insieme. L’acqua si abbassava sempre di più.
Ora era oltre il cortile della prigione, e dietro il grande, vecchio sole, e così andò rapidamente via, mentre una semplice ragazza venne nel posto proprio dove si trovava. Ma non c’era alcuna talpa prigioniera, brutta cosa con uncini e molle nelle sue mascelle.
Ma la ragazza si sedette sulla verde terra, ascoltò come Robinson Crusoe, il suo pappagallo e il suo pesce pappagallo andavano a pescare quando le arca saltavano e cadevano, e rise mentre l’acqua giaceva fresca e pulita davanti a lei.
“Ah,” disse il povero, affogato, piccola talpa, tutto nidificato nella sua essenza, quando lei se ne andò di nuovo, “se solo fossi uscito quando l’ho visto per la prima volta! Come avrei potuto sapere che non sarei caduto in essa allora, anch’io?”
Sebbene non sapesse realmente di essere una talpa, proprio allora, annegando ebri morti dall’acqua sopra, un involucro da farfalla emerse, un semplice involucro da farfalla, presto per diventare farfalla, nel momento in cui poteva!
Affronta le tue paure per trovare gioia!