C’era una volta una soleggiata mattina di primavera, nel cuore di un prato lussureggiante, un allegro coniglietto di nome Benny. Benny non era un coniglietto qualunque; aveva la coda più soffice, le orecchie più lunghe e un rimbalzo nel passo che poteva illuminare anche i giorni più nuvolosi. Amava saltare e giocare con tutti i suoi amici, inseguendo farfalle e annusando i fiori vibranti. Ma mentre il sole sorgeva sempre più in alto nel cielo, Benny sentì un pizzico nel cuore. Oggi, qualcosa era diverso. Oggi, si sentiva un po’… perso.
Benny corse dai suoi amici Polly il Pappagallo, nota per il suo piumaggio colorato e il suo chiacchiericcio allegro. “Polly,” iniziò, facendo tremare il nasino, “ti sei mai chiesta cosa sei destinata a fare nella vita?”
Polly inclinò la testa pensierosa. “Beh, Benny, suppongo che io porti sorrisi a tutti coloro che mi vedono! Perché lo chiedi?” “Mi chiedevo solo cosa dovrei fare,” rispose Benny, sentendosi più confuso che mai. Polly scuoté le piume, “Forse non l’hai ancora trovato!”
Sentendosi determinato, Benny ringraziò Polly e decise di intraprendere una piccola avventura nella speranza di scoprire il suo scopo nella vita. Mentre saltellava lungo il sentiero, incontrò la sua amica Geraldine la Capra, che mangiava felice dell’erba fresca.
“Geraldine, cosa pensi sia il mio scopo?” chiese Benny, inclinando la testa. La saggia capra si fermò, guardò profondamente Benny e gli toccò il muso. “Caro Benny, a volte lo scopo non è qualcosa che si trova, ma qualcosa che si crea con ogni salto, ogni sorriso e ogni amico.”
Benny rifletté sulle parole di Geraldine mentre proseguiva la sua avventura. Improvvisamente, sentì un lieve piagnucolio nelle vicinanze. Seguendo il suono, trovò una piccola gattina di nome Katie, bloccata su un ramo basso, incapace di scendere.
“Non preoccuparti, Katie! Ti salverò!” dichiarò Benny. Esitò per un attimo, poi saltò il più in alto possibile, allungando la zampa giusta affinché Katie potesse afferrarsi. Con una leggera tirata da parte di Benny e alcuni aiuti dai suoi amici uccellini, Katie fu presto di nuovo a terra, scrollandosi di dosso la comprensibile paura.
“Oh, Benny! Grazie mille!” esclamò Katie, accarezzandolo affettuosamente. “Ma come farò mai a ripagarti?”
“Beh, sto cercando di capire il mio scopo, e non sono ancora del tutto sicuro,” rispose Benny, grattandosi l’orecchio soffice in pensiero. Proprio in quel momento, Benny notò un ragazzino e sua madre che passeggiavano attraverso il prato, il bambino sembrava particolarmente triste.
Senza perdere tempo, Benny cominciò a saltare verso di loro, con la sua coda soffice che rimbalzava allegramente dietro di lui. “Guarda, mamma! Guarda quel coniglietto! È così felice!” esclamò il piccolo, dimenticando immediatamente la sua tristezza. Benny si avvicinò, esibendo i più divertenti trucchi che potesse pensare, facendo persino unire Katie e Polly per supporto morale.
Le risate del bambino riempirono l’aria, e Benny sentì un calore diffondersi nel suo cuore. “Penso di aver capito ora,” disse a Katie, che era appollaiata sulla sua testa, e a Polly, che volava intorno a loro. “Rendo felici gli altri!”
E così, da quel giorno in avanti, Benny il Coniglietto sapeva cosa era destinato a fare—dedicava le sue giornate a diffondere gioia, sia con salti giocosi, sia aiutando un amico, o semplicemente essendo lì quando qualcuno aveva bisogno di un sorriso.
Ogni mattina di primavera, sentiva una gioia pulsare dentro di lui, sapendo che tutto ciò che doveva fare era seguire il suo cuore e il suo scopo sarebbe sicuramente rimbalzato poco dopo.