C’era una volta, in una luminosa giornata di sole, una piccola coniglietta curiosa di nome Bella, che guardava il cielo blu. “Oh, come vorrei poter fluttuare lassù tra quelle nuvole soffici!” sospirò Bella sognante. Osservò una mognolfiera colorata che danzava nel cielo, sentendo un desiderio profondo nel suo cuore.
Mentre Bella esaminava la mongolfiera più da vicino, decise che era troppo lontana per lei. Ma poi, all’improvviso, un pensiero scintillante attraversò la sua mente. “Forse il mio amico Percy potrebbe aiutarmi!” esclamò, il suo cuoricino batteva forte dall’emozione.
Percy il Maialino era il migliore amico di Bella. Era sempre pronto per un’avventura, grande o piccola che fosse. Quando Bella gli si avvicinò e condivise il suo sogno, Percy sorrise e disse: “Perché no? Proviamoci!”
Insieme raccolsero tutto ciò che avrebbero bisogno per l’escursione. Radunarono vecchie lenzuola, alcuni rametti e un grande cesto. Con attenzione, sistemarono tutto per costruire una bellissima mongolfiera. La dipinsero anche in colori vivaci affinché assomigliasse a quella che Bella aveva visto nel cielo.
Finalmente, era arrivato il momento di iniziare l’avventura. Bella salì nel cesto con un po’ di esitazione, e Percy aiutò a tirare giù l’involucro della mongolfiera. Non riusciva a contenere la sua eccitazione, che ribolliva come l’aria calda di un piccolo riscaldatore che avevano trovato. “Eccoci!” gridò Percy mentre accendeva la fiamma. All’improvviso, la mongolfiera cominciò a espandersi, fluttuando in alto, sollevando il cesto da terra.
Percy lasciò andare le corde inaspettatamente e per un attimo Bella tremò leggermente, ma poi tutte le sue paure svanirono. Esclamò di gioia, sentendosi la coniglietta più felice del mondo mentre si sollevavano sempre più verso il bellissimo cielo blu. “Oh, non è meraviglioso! Le nuvole sono più vicine di quanto avessi mai sognato! Grazie mille, Percy!” e gli soffiò un bacio da lassù.
Percy saltò e salutò mentre urlava la sua risposta: “È magnifico! Sono così contento che il tuo sogno si sia avverato.” Ma nemmeno l’erba corta e succosa più folta riusciva a stare al passo con la mongolfiera, e presto Percy divenne un piccolissimo punto sotto di loro. Bella guardò in basso, ma dov’era il suo unico vero amico? Sforzò i suoi occhietti, osservando attentamente il suolo, ma lui non c’era più.
Improvvisamente, sentì un forte “Pop!” e la mongolfiera cominciò a cadere. Giù e giù scesero; più veloce e più veloce cadevano, rotolando nell’aria, mentre Bella emetteva un urletto di paura, il che era molto coraggioso da parte sua.
Ma non c’era nulla che potesse fare. Su nel cielo, trovò il suo caro amico Percy, che sedeva tranquillamente accanto al fuoco che aveva spezzato un piccolo rametto, facendolo correre nel cesto; ed egli stava esaminando il punto nella gonna della mongolfiera da cui l’aria entrava sempre più rapidamente.
“Temo che questa avventura finirà molto presto,” disse, sembrando un piccolo maialino molto calmo ai piedi di un albero maestoso. Subito la robusta coniglietta cominciò a piangere. “Dovrò prendermi cura di me senza di te,” disse gentilmente.
Lui agitò la sua zampa affettuosa per dire addio mentre Bella gli soffiava un bacio con la sua boccuccia delicata.
Poi chiuse gli occhi per bloccare tutto e prepararsi all’orribile esperienza della caduta, giù, giù.
Ma invece di cadere, rimbalzò su e su in alto nel cielo, atterrando sul ramo più alto di un grande albero. E poi, oh rap, rap, rap! andarono gli zoccoli di Percy su un gigantesco cerbiatto proprio sotto di lei; ma prima che il cerbiatto potesse dire “Grazie,” la mongolfiera con un sospiro lasciò uscire tutta la sua aria profumata e cadde senza il cesto direttamente davanti alla sua grande bocca tenera, fatta per mangiare molti antipasti raccomandati dai dottori.
Poi guardò in giro per vedere cosa stava succedendo. Era quella giornata soleggiata solo un sogno? Giù per le montagne e nei fossati volò Percy, e il saggio cerbiatto, e insieme trovarono la piccola pagina dell’avventura d’amore. A ora di cena, Percy aveva ritrovato il suo temperamento, si era sistemato una guancia smarrita, e si era ritirato nei confini di qualche fuggitivo ansioso di sdraiarsi. Là, su quel furbo cerbiatto con zanzare e un viso allegro emerse dalla fortunata ripresa di ossigeno.
Dai rami degli alberi, la piccola coniglietta felice venne dolcemente lasciata dove brillanti stelle negli infiniti e instancabili abissi della popolazione a venire stavano aspettando di circondare gli animali entusiasti.
Vederli tutti giocare e rotolare, ascoltare le loro grida gioiose, diede a Bella il momento più felice della sua vita, ma a volte pensava alla grande avventura in mongolfiera. E poi si sentì grata che i Sognatori non cadono mai in miseria e guardano sempre avanti a fiori ancora più luminosi domani.