L'Arte della Pazienza

Un giorno freddo stavo passeggiando con i miei amici lungo il lago. Il sole splendeva, ma l’aria era ancora frizzante. I miei amici ed io guardavamo il ghiaccio sopra l’acqua e, dopo averlo testato con i piedi, abbiamo deciso che era abbastanza spesso da reggerci. Ci siamo avventurati su di esso il più velocemente possibile.

“Andiamo a pescare?” chiamai al mio amico Casey, che era rimasto indietro. Aveva l’abitudine fastidiosa di fermarsi sempre a guardare le cose lungo il cammino.

“Certo,” rispose. “Ma per favore, non essere troppo impaziente ad aspettarmi.”

“Io paziente!” esclamai. “Mai!”

Dopo un breve tempo trascorso sul ghiaccio, arrivammo in un bel posticino e mi fermai per preparare la mia canna.

“Oh, quel dolce, dolce suono di un pesce che morde!” sospirò Casey mentre pescava un libro sulla pazienza dalla sua tasca. “Sogno il giorno in cui anch’io avrò abbastanza pazienza per aspettarlo.”

“Pazienza?” dissi con disprezzo. Stavo agitando la mia canna con impazienza. “Perché dovresti aspettare quando puoi pescare?”

“Leggerò al riguardo,” rispose, “mentre tu pesci!”

Proprio mentre si sistemava, un grosso pesce saltò fuori dall’acqua e quasi lo fece cadere. Colsi la mia opportunità e afferrai il pesce velocemente come un lampo.

“Ecco qua!” gridai, e saltai agilmente sopra gli altri piccoli pinguini davanti a me mentre avanzavo per controllare la lentezza di Casey. Stavo per saltargli davanti del tutto, quando improvvisamente la canna gli sfuggì dalle pinne.

“Guarda cosa hai combinato,” brontolò Moody il Gufo da un albero vicino. “Ora hai fatto un torto a entrambi!”

Chiamai gli altri per metterli in attenzione e iniziai a rimettere la mia canna in acqua. Ma Casey era sconvolto. Lasciò cadere la copertina del suo libro sulle pinne e mi agitò le pinne con rabbia. Fortunatamente, tutto quel chiasso aveva svegliato il Nonno Pinguino, che si avvicinò con due passi prima di afferrare il libro con il becco.

“Non voglio rumori-Crass, crass, crass, crass! Voi giovani di oggi non avete pazienza,” disse. “L’impulsività non paga.”

Ora tutti ci sentimmo quasi vergognosi e ci facemmo silenziosi, e mi vergognai ancora di più quando, con un dolce piccolo colpetto, Casey mi passò la canna da pesca e mi diede un piccolo strattonamento, il che significava che dovevo smettere di pescare finché non era arrivato con noi.

Più tardi, però, successe qualcosa che fece persino saltare Casey. Mentre si metteva più comodo, lasciò cadere il libro dietro di lui. In quel caso, scivolò tra due blocchi di ghiaccio, e prima che potessi prendere una rete per tirarlo su, l’inchiostro era già completamente colato nel terreno dove era caduto.

“Beh, per l’amor del cielo!” esclamai.

“Sarò sempre paziente-piuttosto che dover sentire questo ancora,” disse Casey.

Così presi un grosso pesce, ma non era tutto il mio premio: il libro fu trovato accanto al buco in cui era caduto. Vorrei poterti dare quella porzione dei suoi contenuti che rimproverava la mia impazienza e appellava al buon senso di Casey. Perché tutti noi imparavamo una lezione ancora maggiore sull’attesa.

“Le cose buone arrivano a chi sa attendere!”

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