Bella Coniglietta era una creatura allegra che viveva in un posto soleggiato e tranquillo chiamato Prado dei Conigli. Ogni mattina, saltellava fuori dal suo comodo rifugio, annusava i fiori freschi e assaporava la rugiada croccante del mattino. Ma le alte erbe e i colori vivaci del Prado dei Conigli, sebbene belli, non riuscivano a contenere la curiosità di Bella. Lei scrutava con nostalgia il confine del prato, dove la foresta si faceva fitta e misteriosa.
“Bella, non devi mai avvicinarti a quel luogo spaventoso,” la avvertiva spesso sua madre. “Ci sono grandi pericoli oltre il prato: volpi, lupi e persino uomini cattivi con trappole. Promettimi che rimarrai sempre vicino a casa.”
Una mattina luminosa all’inizio della primavera, Charlie Topo si avvicinò alla piccola Coniglietta con un sorriso timido. “Desideri mai, Bella, visitare la Foresta e vedere cosa ci sia oltre il prato?”
“Oh, sì!” rispose Bella con gli occhi scintillanti. “Ma non ricordi quello che ci dicono le nostre madri?”
“Beh, di sicuro loro non sono mai state lì. Puoi andare fino a quella grande pietra all’angolo del prato. Ti mostrerò la strada, e una volta che saremo fuori, imparerai da sola.” Proprio in quel momento un uomo uscì dalla Foresta e cominciò a raccogliere pietre dal campo. Portò via tutto ciò che poteva trovare, lasciando un grande spazio nudo ovunque. Charlie si accucciò vicino al suolo, e Peter Coniglio seguì il suo esempio.
“Ho paura che quell’uomo ci veda,” sussurrò, “e se ci vede, potrebbe provare a catturarci nella sua rete, come ha fatto con la graziosa Thumper l’altro giorno. Non voglio vederti in quella situazione, Bella, quindi torniamo al prato.”
Saltarono rapidamente verso la più vicina grande roccia, dove rimasero finché l’uomo non scomparve. Poi uscirono, più tranquilli, mentre le rose selvatiche e i caprifogli cominciavano a fiorire nei cespugli vicini. La mattina seguente, Bella, riposando dopo pranzo sull’erba verde vicino alla pietra, notò nel prato qualcosa che somigliava a un viscidi serpente verde, che strisciava.
“Cosa pensi possa essere?” chiese cautamente a Charlie. “Avrei paura di toccarlo!”
“Sembrerebbe un serpente, questo è certo,” rispose Charlie con dubbio; “ma perché non si fa avanti quello che sappiamo e ce lo dice? Forse è solo un brutto bruchino di fretta per mettersi il vestito da farfalla.”
“Beh, io non farò nulla finché non sarò sicura dei fatti,” rispose coraggiosamente Bella.
La sera si alzò e si stirò il più alta possibile, cercando di camminare sulle sue zampe posteriori. Poi afferrò la punta della lunga cosa verde che sembrava provenire da una pietra non molto lontana nel prato. Quanto rimase sorpresa quando scoprì che non era un serpente né un animale di quel tipo! Sulla punta da un lato c’era un furioso visino, e guardandola con due occhietti molto cattivi dalla direzione da cui veniva, c’era una vocina piccola con un naso a forma di ago e un mento appuntito.
“Non toccarmi la punta della coda, per favore,” disse il nuovo venuto. “Non è proprio il modo in cui si dovrebbe trattare un vicino! Mia sorella, giù in quella culla di pietra, vuole che ti chieda, giovane signora, se desideri diventare una delle prime “coolies” nel suo gruppo di pensionati? Offriamo il miglior cibo e ti dimostreremo grande attenzione se solo ti prendi cura della tavola da pranzo e non lasci mai il tuo posto.”
“Devo parlare prima con mia madre,” fu la risposta di Bella.
“Quanto a me,” disse Charlie Topo, “le tue urla e pianti in alcune occasioni speciali potrebbero rendermi piacevole stare sotto terra, dato che potrei essere spostato in un luogo più sicuro senza subire inconvenienti, a patto che i piatti non siano sulla terra.”
Ma Charlie pensò che la dieta non fosse proprio ciò che lui desiderava, e poiché doveva considerare anche gli altri “coolies”, cambiò idea. Per Bella, d’altro canto, l’offerta sembrava promettente e avere molti punti interessanti. La mattina seguente, sentendosi meglio, mise in ordine il suo zainetto e ottenne il permesso da sua madre per iniziare il nuovo servizio.